mercoledì 30 settembre 2015

HAZARD/CONCERN: la lunga controversia sul rischio cancro nei solari con retinyl palmitate.

HAZARD/CONCERN: la lunga controversia sul rischio cancro nei solari con retinyl palmitate.

HAZARD/CONCERN: la lunga controversia sul rischio cancro nei solari con retinyl palmitate.


Al Lupo, al Lupo ! Il retinyl palmitate nei solari può accelerare l'insorgenza del cancro
Non condivido  i toni allarmistici, a volte terroristici, con cui vengono date alcune informazioni.
Si evocano il cancro, terribili disruttori endocrini o catastrofici danni ambientali , gridando al lupo al lupo per mettere all’indice questo o quel ingrediente cosmetico, quando quello che conta è la sicurezza per l’uomo e per l’ambiente del cosmetico nella sua complessità.
Non parlo solo dei blog di cosmesi più o meno improvvisati o di chi ha un preciso interesse nel denigrare un prodotto o un ingrediente anziché un altro. Ci sono siti e campagne di opinione che con un notevole supporto di mezzi, economici  e scientifici, da tempo promuovono una cosmesi ” più sicura e salubre”.
In Europa esiste uno dei sistemi di controllo e delle normative per la sicurezza del cosmetico più avanzati , che molti ci invidiano e che molti governi copiano. Non così in USA dove gruppi di opinione da anni cercano di rendere operativa una legge analoga a quella europea per un cosmetico più sicuro. Il Safe Cosmetic Act.
Questi gruppi d’opinione hanno fatto un lavoro enorme per informare i consumatori e per modificare le leggi che regolano il cosmetico.
Negli USA le norme che regolano la sicurezza dei cosmetici non sono così stringenti e efficaci come le norme europee. Il database dell’EWG è un punto di riferimento per trovare informazioni sugli ingredienti cosmetici , anche se sembra dimenticare come al solito che ” è la dose che fa il veleno”.
Da qualche anno il gruppo ecologista americano Enviromental Working Group (EWG) ce l’ha proprio con i solari con Retinyl Palmitate al loro interno, fino a farne oggetto di una vera e propria campagna: ” DON’T BUY”, riferendosi non solo ai solari eco-bio.
http://www.ewg.org/2014sunscreen/the-problem-with-vitamin-a/

No Retinyl Palmitate

No Retinyl Palmitate

When used in a night cream, this form of vitamin A is supposed to have anti-aging effects. But on sun-exposed skin, retinyl palmitate may speed development of skin tumors and lesions, according to government studies. Why is this “inactive ingredient” allowed in sunscreens intended for use in the sun? Good question.
The FDA has yet to rule on the safety of retinyl palmitate in skin care products, but EWG recommends that consumers avoid sunscreens containing this chemical.
A supporto dell’allarme per il retinyl palmitate nei cosmetici solari l’EWG cita soprattutto gli studi del National Toxicology Program (NTP) americano.
http://www.ewg.org/research/what-scientists-say-about-vitamin-sunscreen
Questo allarme, ripreso in Italia da “Il salvagente”
http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=21487
ha alcuni ragionevoli fondamenti ma è frutto di una lunga controversia non completamente risolta.
Sono ormai 30 anni e più che la comunità scientifica discute della tossicità della vitamina A.
Nell’utilizzo cosmetico o farmacologico il sospetto di una marcata fotocancerogenicità emerse negli anni 70.

Forbes ed al.: Enhancement of experimental photocarcinogenesis by topical retinoic acid.

Cancer Lett. 1979 Jul;7(2-3):85-90.

Enhancement of experimental photocarcinogenesis by topical retinoic acid.

Forbes PD, Urbach F, Davies RE. Abstract
Topical application of retinoic acid (RA) solutions greatly enhanced the response of hairless mouse skin to a moderate dose of simulated sunlight. Tumors appeared much earlier, and in much greater numbers, in animals treated daily with 1 or 10 micrograms of RA in methanol immediately after 2 h exposure to a xenon arc filtered through 2 mm of Schott WG 320 glass (approximately equivalent in human erythema effectiveness to 5 min of mid-summer noon solar exposure in northern mid-latitudes), compared to mice treated with light and methanol only. The higher amount of RA, in combination with light, produced moderate epidermal hyperplasia and some scaling and transient erythema, but no gross ulceration or inflammation of skin. The lower amount of RA, though about equally effective in carcinogenesis, produced minimal epidermal hyperplasia compared to the ultraviolet radiation + methanol control.
Anche Kligman intervenne nella controversia scientifica, sollevando dubbi sui test. Per chi non lo sapesse Kligman è stato un micologo passato alla dermatologia che contribuì grandemente allo sviluppo  della “dermatologia basata sull’evidenza” quindi all’evoluzione scientifico sperimentale della dermatologia clinica e che dovette gran parte delle sue fortune economiche ed accademiche all’utilizzo topico dell’acido retinoico e/o di suoi derivati.
Di fronte a tanti dubbi , concludeva con il suo tipico stile: “ The final judgment must rest on the human experience.”

Kligman: Retinoic acid and photocarcinogenesis -- a controversy.

Photodermatol. 1987 Apr;4(2):88-101.

Retinoic acid and photocarcinogenesis–a controversy.

University of Pennsylvania School of Medicine, Philadelphia. Abstract
There is considerable evidence that retinoids, including retinoic acid, prevent or normalize many malignant transformations. Contrary reports are few in number and are often problematic in design or interpretation. The mechanism of action of retinoids in differentiation and in neoplasia is not understood. The effects, however, are multifarious, and may be exerted directly on normal tumor cells, or indirectly via cytotoxic mechanisms and the immune system. After extensive testing and after almost 25 years of use on human skin, retinoic acid has not been found to be a carcinogen. When applied topically to non-irradiated mouse skin for up to 18 months it does not produce tumors (130). It was also negative in the Ames test. Moreover, the role of retinoic acid in normal differentiation of skin and mucous membranes appears to make it a physiologic necessity. Since UV radiation apparently destroys epidermal vitamin A (127, 128), its metabolite, retinoic acid, may need to be replenished continuously. The extreme vulnerability of the hairless mouse to UV radiation makes it a valuable animal for many photobiologic studies, including studies of carcinogenesis. However, this same extraordinary vulnerability means that we must be cautious in making casual extrapolations to humans. This problem is compounded when active topical agents are added, especially when application is made to the entire dorsum of the mouse, in contrast to limited areas of human skin. In most cases, animal studies have to be interpreted very carefully. The final judgment must rest on the human experience.
Peccato che Kligman non abbia utilizzato una analoga prudenza nell’interpretare i test su animali prima che venissero sacrificati migliaia di conigli per assurdi ed inutili test di comedogenicità.
Della questione  discussi più volte con la dott.sa Riccarda Serri  che aveva pubblicato un paper sull’utilizzo cosmeceutico dell’acido retinoico e di suoi derivati. Ricordo che è capitato di parlarne anche nel forum di Lola.
http://lola.mondoweb.net/viewtopic.php?f=17&t=22260
Ma le informazioni disponibili erano nel complesso controverse e la grande autorità di Kligman , vero e proprio sponsor dei trattamenti con acido retinoico, ha in sostanza congelato le posizioni . Nonostante dubbi e richieste di maggiori indagini, i derivati dell’acido retinoico per molti anni sono stati inseriti in un sempre maggior numero di formulazioni cosmetiche e non.
Il trend è cambiato ed oggi sempre meno formule cosmetiche utilizzano retinol, retinal, retinyl palmitate ecc. soprattutto nei prodotti solari . Quando la FDA ha inserito nel National Toxicology Program uno studio della fotocarcinogenesi dell’acido retinoico e del retinyl palmitate applicati sulla pelle si è capito che si voleva finalmente dirimere la controversia.
I primi risultati  pubblicati alcuni anni fa hanno alimentato la diffidenza per l’utilizzo cosmetico di queste sostanze, specialmente nei solari, poi mano a mano le ricerche  proseguivano, la sentenza è stata incontrovertibile:

il Retinyl Palmitate applicato su topi, poi esposti ad irraggiamento UV, aumenta la probabilità o accelera danni e tumori indotti dagli UV.

Attenzione!! questo non dimostra che , come insinuano l’EWG ed altri siti eco-bio americani, applicandoci solari che contengono Retinyl Palmitate ci procuriamo o acceleriamo tumori o cancro.
Sia la FDA che la Skin Cancer Foundation americane hanno precisato che nonostante le ricerche del NTP , non ci sono prove che il retinyl pamitate causi il cancro negli uomini.
“There is no scientific evidence that retinyl palmitate causes cancer in humans.”
D’altra parte l’esito di varie ricerche e studi sulla relazione tra cancro e retinoici ha dato risultati discordanti.
Inoltre ai derivati dell’acido retinoico sono associati altri rischi rilevanti: oltre alla irritazione cutanea si deve ricordare la teratogenesi ed il rischio osteoporoisi.
Quella che è certa, è l’alta reattività di queste sostanze alla radiazione luminosa;  sono loro che producono le reazioni fotochimiche per cui i nostri occhi “vedono”. La radice “retin” del loro nome viene dalle retina dell’occhio dove trasformano i fotoni in un segnale elettrochimico che poi il nostro cervello elabora creando la vista.
La FDA dovrebbe prendere una chiara posizione sul rischio fotocarcinogenesi del retinyl palmitate entro dicembre 2014.

NEL FRATTEMPO ?

Visto che i formulatori cosmetici non leggono solo la Gazzetta dello Sport, l’utilizzo del retinyl palmitate nelle formulazioni di cosmetici solari è in drastico calo.
L’EWG segnala che nel suo database 2014 ci sono almeno il 12% di solari che lo contengono, contro il 41% nel 2010.
Per quanto mi riguarda in Europa , se non si considerano i prodotti “vecchi” la percentuale è molto inferiore.
Le concentrazioni effettive di retinyl palmitate nei solari sono in genere molto basse. In linea con la stima corrente del NOAEL ( la concentrazione a cui non si osservano effetti avversi ).
Se fosse presente a concentrazioni tra lo 0,1% e l’1% condivido le indicazioni date dal ministero della salute canadese. Dovrebbe comparire sul cosmetico una avvertenza del tipo:” “This product contains retinyl palmitate that may increase your skin’s sensitivity to the sun and particularly the possibility of sunburn. Please limit sun exposure while using this product and for a week afterwards.”
Cosa che renderebbe decisamente insensato l’utilizzo di questi ingredienti in un prodotto solare.
A concentrazioni “più basse” l’eventuale efficacia è molto limitata, per cui non ha comunque molto senso inserirlo in una formula ”funzionale” come quella di un solare.
Non c’è la prova certa che il Retinyl Palmitate inserito nei solari sia photocarcinogeno per l’uomo, ma esistono validi e fondati dubbi ( alcuni test condotti dall’FDA erano in vitro su cellule umane ) .
Allo stato attuale delle conoscenze, con un approccio precauzionario, certamente non lo inserirei MAI e neppure a concentrazioni MINIME, in cosmetici solari per bimbi o infanti.
Quand’anche avesse una relativa efficacia antiinvecchiamento ( antinvecchiamento in prodotti per bambini di 3 anni ? :) ) o antiossidante, visti i sospetti di fotocancerogenicità se ne può fare facilmente a meno, soprattutto in un prodotto “BABY” che, considerando l’immaturità della funzione barriera e del sistema immunitario, è sempre meglio che penetri ed interferisca il meno possibile con la pelle. Ci sono molti altri antiossidanti meno problematici e discussi.
Mi risulta che sul mercato ormai pochissimi prodotti solari per BIMBI lo contengano. Io ne ho trovati solo 3.
Dermasol Bimbi Crema Solare Protettiva 3-12 Mesi SPF 30  Ingredienti: Aqua, Caprylic/Capric Triglyceride, Cetearyl Isononanoate, Dicaprylyl Carbonate, Zinc Oxide, Diethylamino Hydroxybenzoyl Hexyl Benzoate, Glycerin, Glyceryl Stearate, PEG-100 Stearate, Titanium Dioxide, Ethylhexyl Triazone, Butyrospermum Parkii, Methylene Bis-Benzotriazolyl Tetramethyl Butylphenol, Cetearyl Alcohol, Paraffinum Liquidum, Tocopheryl Acetate, Panthenol, Sodium Carboxymethyl Betaglucan, Glycosphingolipids, Xanthan Gum, Polyhydroxystearic Acid, Stearic Acid, Palmitic Acid, Alumina, Octyldodecanol, Polyacrylamide, Silica, Cholesterol, Bisabolol, C13-14 Isoparaffin, Lecithin, Laureth-7, Arachidyl Propionate, Retinyl Palmitate, Ethyl Linoleate, Ethyl Linolenate, Phospholipids, Lactic Acid, Disodium EDTA, Citrus Aurantium Amara Flower Extract, Potassium Sorbate, Methylparaben, Ethylparaben, Imidazolidinyl Urea, Phenoxyethanol, Linalool, Geraniol.
Bjobj Crema Solare Bimbi Spf 30
Ingredienti: aqua (water), olea europaea fruit oil, titanium dioxide, zinc oxide, caprylic/capric triglyceride, polyglyceryl-3 polyricinoleate, glycerin, *alcohol, *prunus amygdalus dulcis oil, *cocos nucifera oil, dicaprylyl ether, *helianthus annuus seed oil, polyglyceryl-3 ricinoleate, alumina, stearic acid, *simmondsia chinensis oil, *argania spinosa kernel oil, *linum usitatissimum oil, magnesium sulphate eptahydrate, hydrated silica, *calendula officinalis flower extract, *chamomilla recutitaflower extract, tocopheryl acetate, bisabolol, retinyl palmitate, gamma oryzanol, polyhydroxystearic acid, magnesium stearate. *Tutti gli ingredienti con l’asterisco provengono da Agricoltura Biologica Certificata

Ingredienti: Aqua, Ethylhexyl Methoxycinnamate, Diethylamino Hydroxybenzoyl Hexyl Benzoate, Octocrylene, Glyceryl Stearate, Cetearyl Alcohol, Cyclopentasiloxane, Tricontanyl Pvp, Dicaprylyl Ether, Caprylic/capric Triglyceride, Titanium Dioxide, Tea Palmitoyl Hydrolized Wheat Protein, Cera Alba, Cetyl Palmitate, Dimethicone, Prunus Amygdalus Dulcis Oil, Polysorbate-80, Phenoxyethanol, Pvp, Sorbitol, Potassium Sorbate, Peg-12, Butyrospermum Parkii Butter, Tocopheryl Acetate, Silica, Alumina, Dimethicone/vinyldimethicone Crosspolymer, Cetyl Acetate, Bisabolol, Retinyl Palmitate, Propylene Glycol, Glycine Soja Oil, Sodium Polyacrylate, Acetylated Lanolin Alcohol, Aloe Barbadensis Gel, Daucus Carota Extract, Maltodextrin, Juglans Regia Leaf Extract, Methylchloroisothiazolinone, Methylisothiazolinone, Betacarotene, Bht, Propyl Gallate, Tocopherol.

Rodolfo Baraldini

pubblicato 2 giugno 2014

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Riferimenti:
                                             
 

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