mercoledì 10 agosto 2016

Dentifrici che riparerebbero i denti

Dentifrici che riparerebbero i denti

Dentifrici che riparerebbero i denti

    
A grande richiesta sul sondaggio ( oltre 500 click ) parlerei di dentifrici che vantano la capacità di “riparare” i denti. I dentifrici servono a pulire i denti ma a questa funzione possono associarne altre.- Cosa c’è in un dentifricio?
- Lo smalto
- Il claim “REPAIR”
- Rimuovere e depositare
- Dentifrici a confronto
Abbiamo così pubblicità di dentifrici anti-carie, dentifrici che sbiancano i denti, dentifrici per gengive che sanguinano e da qualche tempo, dentifrici che riparano! Pochi conoscono le basi formulative di un dentifricio che cercherò di riassumere prima di affrontare il come “riparerebbero” i denti.

Cosa c’è in un dentifricio?

Si possono produrre dentifrici bianchi rosa o verdi, a striscie o a pallini, trasparenti o granulosi, per sommi capi comunque in ogni dentifricio c’è:
1°- una polvere abrasiva, normalmente con un particolato molto fine in modo da ridurre il rischio di graffiare i denti. L’azione abrasiva rimuove i depositi sopra la superfice dello smalto ma anche le macchie più superficiali. Normalmente si tratta di : SILICA, HYDRATED SILICA, CALCIUM CARBONATE ma anche ARGILLA , TALC , SOLUM DIATOMEAE, MARBLE POWDER, HYDROXYAPATITE, e tante altre polveri abrasive per lo più carbonati, fosfati e silicati di cui viene selezionata la granulometria. Alcuni di questi ingredienti possono essere forniti in nanodimensioni, cioè con almeno una dimensione del particolato inferiore a 100 nm.
2°- FLUORURI, che contribuiscono a remineralizzare e rinforzare lo smalto. Non sempre presenti, sono considerati il principale attivo per la “salute” del dente.
3°- Umettanti per legare e fissare l’acqua all’interno del dentifricio. Alcuni hanno anche un collaterale effetto dolcificante. Normalmente : SORBITOL, GLYCERIN, PROPYLENE GLYCOL
4°-Viscosizzanti o gellanti, per stabilizzare la formula. Normalmente: HYDROXYETHYLCELLULOSE, CARBOXYMETHYL HYDROXYETHYLCELLULOSE
5°-Tensioattivi, per generare la schiuma durante lo spazzolamento e parzialmente per agevolare la rimozione delle macchie. Alcuni tensioattivi come il SODIUM LAURYL SULFATE possono anche avere una collaterale azione antiplacca.
6°-Aromi, fragranze e coloranti , per renderli “gradevoli”. In particolare si tratta spesso di dolcificanti possibilmente non cariogeni. Normalmente : SODIUM SACCHARIN
7°- Antimicrobici: sia per stabilizzare la formula come conservanti sia per ridurre la placca ecc. A questi si possono aggiungere ingredienti per funzioni specifiche, ben coscienti che essendo un prodotto che viene risciacquato dopo pochi secondi la loro efficacia è fortemente condizionata dai tempi di esposizione estremamente ridotti.

Lo smalto

La parte visibile del dente è rivestita da una sostanza bianca, molto dura, lucida chiamata “smalto”. Come altri biomateriali simili, ad esempio le ossa o le perle, è composto prevalentemente da sali inorganici di calcio e in minima parte da proteine legate ai cristalli, residuo dei processi organici che portano alla formazione, deposizione e organizzazione dei cristalli inorganici. Nel caso dello smalto dei denti dei mammiferi si tratta di cristalli di idrossiapatite Ca10(PO4)6(OH)2 , quindi un fosfato, con una piccola componente proteica (1-2%) composta per lo più da amelogenina e enamelina. Presente, legata nei cristalli , anche un po’ di acqua(1-3%). La componente minerale, ha la caratteristica di essere suscettibile agli scambi ionici, quindi si possono trovare legati, assieme o al posto del Calcio, ioni Na, Mg, K ma anche in minime quantità Mn, Fe, Ni, Co, Zn, Cu, Pb, Sr.
La suscettibilità allo scambio ionico è in qualche modo il fattore che comporta l’indebolimento dello smalto in presenza di acidi (es. l’acido lattico prodotto dalla fermentazione batterica degli zuccheri )
Ca10(PO4)6(OH)2+8H+10Ca2++6HPO42-+2H2O
IdrossiapatiteAmbiente acidoLenta dissoluzione dei minerali
Ma anche della maggiore resistenza in presenza di fluoruri.
Ca10(PO4)6(OH)2+2F-Ca10(PO4)6(F)2+2OH-
IdrossiapatiteFluoruriFluoroapatite più resistente agli acidi


Al microscopio elettronico la superficie e struttura dello smalto è tuttaltro che liscia e regolare

La microstruttura lamellare dello smalto dentale si forma già nella fase di generazione e deposizione dei cristalli di idrossiapatite.
La micro-architettura della smalto dentale con la sua matrice lamellare, con i suoi pori e cavità comporta una piccola permeabilità ai fluidi che si traduce nel accentuarsi del fenomeno dei denti sensibili ma anche nell’indebolimento non solo superficiale dello smalto in presenza di acidi.
Soprattutto grazie alla saliva si crea un equilibrio demineralizzazione/remineralizzazione della struttura cristallina che in qualche modo riduce la “corrosione” nel tempo dello smalto.

Il claim “RIPARA-REPAIR”

Il termine “riparare” riferito ai denti può essere interpretato in modo molto diverso da quello che può fare un dentifricio.

Cosa si intende quando si parla di riparare i denti con un dentifricio?
Si dice che negli USA dove la comunicazione pubblicitaria sui dentifrici, classificati come farmaci OTC, è controllata attentamente, il Sensodyne della multinazionale GlaxoSmithKline non sia stato commercializzato con gli stessi ingredienti utilizzati in Europa per evitare discussioni o contestazioni FDA relative al claim “Repair”.
Capisco che termini alternativi come “stuccare”, “remineralizzare”, “rinforzare” sono forse più precisi ma meno impattanti e riconoscibili di “riparare”. Il buon senso del consumatore dovrebbe portarlo a comprendere che si parla di “riparazioni” invisibili ad occhio nudo, a livello di eventuali microdanni e fessurazioni, apportando microscopiche quantità di minerali.
Vantando che viene “riparato” lo smalto, indirettamente e a volte direttamente, si comunica che il trattamento serve a desensibilizzare i denti. Le fessurazioni e canalizzazioni nello smalto possono essere fattore di sensibilità dentale arrivando a contatto con la dentina. Non è poi escluso che i materiali, utilizzati come “stucco” sullo smalto dentale, non possano occludere anche le canalizzazioni tubulari della dentina.

Rimuovere e depositare nello stesso tempo

Se parliamo di uno spessore (1-3mm) di smalto poroso e fessurato di cui vogliamo riempire cavità e fessurazioni varie in superficie e possibilmente anche un po’ sotto la superficie, in qualche modo descriviamo una azione analoga a quando con lo stucco lisciamo una superficie irregolare. Non è difficile, ma è controintuitivo farlo mentre con dentifricio e spazzolino rimuoviamo tutto quello che si trova sulla superficie del dente. È un problema analogo a quello degli shampoo che nello stesso tempo in cui lavano il capello si vorrebbe che ci depositino sopra una pellicola di condizionante.
Vista la natura minerale dei materiali in ballo si possono sfruttare processi sol-gel relativamente complessi per ottenere una relativa sostantività dei minerali apportati. In pratica si deve far penetrare il particolato minerale nelle cavità e impedire che si stacchi ed esca con il risciacquo. La parola chiave è “sostantività” con cui nella cosmesi si parla di quanto prodotto resta “attaccato” dopo l’applicazione. Dovendo formulare uno “stucco” si deve garantire la massima forza adesiva dello stucco alle superfici che si vuole trattare. Un dentifricio che vanta il claim “repair” funziona nella misura in cui è dimostrabile che dopo spazzolamento e lavaggio dei denti, che molto difficilmente dura più di 2 minuti, almeno un po’ di “stucco” resta nelle cavità e fessure dello smalto dentale. Anche la re-mineralizzazione relativa agli scambi ionici si deve dimostrare che sia significativa nei pochi minuti di esposizione dello smalto dentale alle soluzioni di dentifricio rispetto a quella 24 ore al giorno, tutti i giorni, della saliva.
Sono azioni dove le dimensioni del particolato contano e molti materiali con cui realizzarle possono essere nano-materiali dovendo avere il massimo rapporto superficie/volume.

Dentifrici che comunicano “RIPARA” o “REPAIR” a confronto

Prezzi e informazioni rilevate in rete nei siti delle marche o nei siti di vendita on-line.
Ingredienti “stucco” in caratteri color BLU.
Commenti e opinioni personali nei riquadri rosa.

Biorepair – Protezione Totale Plus
Fonte
Prezzo scontato € 4,95 per 100 ml corrispondenti a 49,50 €/litro


Biorepair® Total Protection Plus-100 ml
Ripara la superficie dello smalto proteggendo la salute dei denti da placca, tartaro e carie e dall’erosione degli acidi.
Il dentifricio Biorepair® Plus Protezione Totale agisce in modo specifico per riparare la superficie dello smalto colmando le microscalfitture presenti su di esso.
CONSIGLI PER L’USO:
Si consiglia l’uso del dentifricio Biorepair® Plus Protezione Totale almeno due volte al giorno, dopo i pasti principali.
IMPORTANTE:
L’uso di Biorepair® Plus Protezione Totale è consentito anche ai bambini al di sotto dei 7 anni grazie all’assenza di Ioni di Fluoro; sono infatti i microRepair® a promuovere la remineralizzazione di smalto e dentina.
È un Dispositivo Medico CE
Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso
Autorizzazione Ministeriale alla pubblicità del 20/03/2015
Cosa rende Biorepair® Plus Protezione Totale differente dagli altri dentifrici
La sua formula brevettata agisce in modo specifico per riparare la superficie dello smalto colmando le microabrasioni presenti su di esso. Inoltre, grazie al 13% di Zinco PCA contenuto nella sua formulazione, difende i denti dall’attacco di acidi e batteri proteggendoli da placca, tartaro e carie.
Concentrazione microRepair®
La concentrazione di microRepair® in Biorepair® Plus Protezione Totale è pari al 20%

Ingredienti:Aqua, Zinc Hydroxyapatite, Glycerin, Hydrated Silica, Sorbitol, Silica, Aroma, Cellulose Gum, Sodium Myristoyl Sarcosinate, Sodium Methyl Cocoyl Taurate, Citric Acid, Tetrapotassium Pyrophosphate, Zinc PCA, Sodium Saccharin, Phenoxyethanol, Benzyl Alcohol, Sodium Benzoate.
Bel successo commerciale di un prodotto tutto italiano che ha puntato molto, anche nel nome, sul concetto di “riparare” i denti. La sostanza che agirebbe come riempitivo fessure e cavità sarebbe lo Zinc Hydroxyapatite dichiarato in concentrazioni molto alte (20% !!). Non viene indicata la presenza di nanomateriali. Elegante l’utilizzo di una sostanza biomimetica, abbastanza simile al cristallo che compone lo smalto dentale anche se il razionale per cui l’apporto di Zinc Hydroxyapatite dovrebbe venir trattenuto nelle fessure dello smalto dentale non è molto chiaro. Il Tetrapotassium Pyrophosphate, considerato normalmente un anti-tartaro, si comporta come chelante degli ioni Ca e Mg modificando sensibilmente la sua capacità di chelare con le temperature del cavo orale e può partecipare alle reazioni di scambio ionico con cui si intende remineralizzare lo smalto, ma anche al processo per cui si ottiene una qualche sostantività del prodotto sul dente. Prodotto senza fluoro ma nella pubblicità scrivono che la protezione anti-acidi e carie è dovuta allo Zinc PCA, dichiarato al 13% (!!!), concentrazione più che improbabile se la lista ingredienti è stata redatta correttamente. Non escludo qualche errore di stampa. Il gruppo di ricercatori dell’università di Bologna, padri putativi del progetto, se non sbaglio il prof. Roveri compare anche negli spot televisivi, ha pubblicato alcuni paper scientifici a supporto dei claim.
Dentifricio Colgate Total Daily Repair
€ 2,92 per 100 ml corrispondenti a 29,20 €/litro
Fonte
Dentifricio Colgate Total® Daily Repair
La sua formula avanzata remineralizza lo smalto indebolito e combatte i primi problemi gengivali.
  • Aiuta a invertire i primi danni
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Ingredienti: Glycerin, Aqua, Hydrated Silica, Sorbitol, PVM/MA Copolymer , Sodium Lauryl Sulfate, Aroma, Mica, Sodium Hydroxide, Propylene Glycol Xanthan Gum, Carrageenan, Sodium Fluoride, Triclosan, Sodium Saccharin, Hydroxypropyl Methylcellulose, Limonene, CI 77891, CI 741650, CI 73360
La parola chiave REPAIR compare solo nel nome del prodotto, quindi non è propriamente un claim. In effetti la comunicazione si focalizza più sulla parola chiave “remineralizza”, che fa pensare allo scambio ionico più che al deposito di cristalli. C’è però il sospetto claim “Aderisce alla tua bocca per 12 ore di protezione non-stop” che fa pensare siano stati condotti test sulla sostantività del prodotto. Per il resto la comunicazione ha un tono giustamente prudente:” inizia a rinforzare”, “aiuta a migliorare” ecc. ecc. La lista ingredienti non individua nessuno specifico ingrediente minerale occlusivo. Anche se non si possono escludere coating con l’ Hydrated Silica colloidale per una sostantività decente sospetto che abbiano lavorato sui filmogeni: PVM/MA Copolymer, Carrageenan, Xanthan Gum. Dal tipo di gellanti, con scarsa o nulla carica ionica, difficile pensare che abbiano sfruttato la coacervazione per aumentare deposito e adesività del film sul dente. A ben vedere la lista ingredienti non differisce gran che da quella di un qualunque altro dentifricio se non per il sistema gellante/filmogeno, relativamente complesso. Effetti speciali, ad alto impatto emozionale, nei pigmenti multistrato in HydroxypropylMethylcellulose che fanno emergere un colore azzurro durante il lavaggio. Se la sostantività del prodotto fosse alta, viene da pensare che, oltre ai presunti minerali, anche i pigmenti potrebbero restare “attaccati” al dente. Il prodotto apporta Fluoro. Non viene indicata la presenza di nanomateriali. Non ho trovato i risultati dei test condotti dal produttore a supporto dei claim e neppure ricerche scientifiche su analoghe applicazioni, anche se i coating con la silica sono ampiamente noti e studiati.
Sensodyne RIPARA&PROTEGGI
€ 3,90 per 75 ml corrispondenti a 52,00 €/litro
Fonte
Sensodyne Repair & Protect

Individua e ripara le zone sensibili dei denti

Sensodyne RIPARA&PROTEGGI contiene NOVAMIN®, un’esclusiva tecnologia che rilascia calcio e fosfato, minerali di cui sono fatti i denti.
Come funziona il Sensodyne Ripara & proteggi?
Le molecole di calcio e fosfato, presenti in concentrazioni elevate, si depositano sulla dentina e formano uno strato minerale protettivo che ripara le zone vulnerabili del dente sin dal primo utilizzo.
Usato due volte al giorno, aiuta a riparare, rinforzare e proteggere, giorno dopo giorno i tuoi denti, dando sollievo dalla sensibilità dentinale

Ingredienti: Glycerin, PEG-8, Silica, Calcium Sodium Phosphosilicate, Sodium Lauryl Sulfate, Sodium Monofluorophosphate, Titanium Dioxide, Aroma, Carbomer, Sodium Saccharin, Limonene.
(1450 ppm fluorine).

Si tratta del primo brand che ha investito molto sulla ricerca di sistemi coating occlusivi dei tubuli dentinali da apportare con il dentifricio. L’obiettivo originario, come fa intendere il nome era quello di segmentarsi sulla sensibilità dentale. Ed in effetti anche in questo prodotto si parla di “riparare le zone sensibili dei denti”. L’ingrediente occlusivo sarebbe il Calcium Sodium Phosphosilicate, definito un “bioactive glass”, sviluppato nel 1993 come materiale per lo sviluppo/rigenerazione ossea. Esposto alla saliva può depositare idrossicarboapatite. Reazione relativamente rapida (anche 1 minuto). Il prodotto apporta fluoro. Non viene indicata la presenza di nanomateriali. Sulle reazioni sol-gel e sulla sostantività sui denti dei fosfosilicati sono state pubblicate decine di ricerche scientifiche, alcune indipendenti.
Rodolfo Baraldini
Riferimenti:
Non-Metallic Biomaterials for Tooth Repair and Replacement
Recent advances in dentin hypersensitivity: clinically proven treatments for instant and lasting sensitivity relief.
Comparative evaluation of NovaMin desensitizer and Gluma desensitizer on dentinal tubule occlusion: a scanning electron microscopic study.
Comparative evaluation of the effectiveness of desensitizing agents in dentine tubule occlusion using scanning electron microscopy.
Calcium sodium phosphosilicate (NovaMin): remineralization potential.
In Vitro Ability of a Novel Nanohydroxyapatite Oral Rinse to Occlude Dentine Tubules
Impact of an Anticaries Mouthrinse on In Vitro Remineralization and Microbial Control
Remineralization and repair of enamel surface by biomimetic Zn-carbonate hydroxyapatite containing toothpaste: a comparative in vivo study
Enamel mineral loss
Mode of action studies on the formation of enamel minerals from a novel toothpaste containing calcium silicate and sodium phosphate salts
                
 

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