martedì 7 aprile 2015

Etidronati: sicuri che sia l’alternativa ecologica all’EDTA ?

Etidronati: sicuri che sia l’alternativa ecologica all’EDTA ?

Etidronati: sicuri che sia l’alternativa ecologica all’EDTA ?


Al Lupo, Al Lupo ! RoundUp, il più diffuso erbicida della Monsanto ed il gas Sarin sono fosfonati


Incontrando Loredana e Oxana durante l’ultimo Cosmoprof  (  mi scuso se non cito gli altri 30 o 40 frequentatori/trici dell’Angolo di Lola incontrati ) ricordo che mi chiesero una opinione sul Tetrasodium Editronate , visto che nel Biodizionario se ne parlava “molto bene”.
Per me, le discussioni tra chi ama e chi odia una sostanza chimica sono interessanti e sensate come quelle tra un tifoso del Milan ed uno del Trebisacce ed a me il calcio non interessa per nulla.
Poi francamente non posso conoscere vita morte e miracoli di ogni ingrediente sul mercato .
Quando recentemente Alessandra mi ha segnalato un blog , ben argomentato,  dedicato ai Detersivi Ecologici http://www.detersivi-ecologici.net/  che sul Tetrasodium Editronate esprimeva una valutazione non proprio  ”entusiasta” e prodotti che ne escludevano l’uso ( Il fosforo nei detersivi va evitato ) ho deciso di parlarne , anche se l’argomento interesserà 4 o 5 ecologisti e 2 o 3 professionisti della cosmesi o della detergenza.
Il Tetrasodium Editronate ( d’ora innazi 4Na-HEDP ) è uno degli ingredienti che ha precise restrizioni nell’utilizzo cosmetico.
Incluso nell’allegato III del regolamento può essere utilizzato solo nei prodotti per capelli ( max. concentrazione di acido etidronico 1,5 % ) e nei saponi ( massima concentrazione di acido etidronico 0,2%  ). Limitazioni d’uso così strette, al contrario dell’ EDTA che non ha alcuna limitazione d’uso,  fanno pensare che in termini di sicurezza non sia proprio acqua fresca .
Visto che per me le opinioni espresse dagli organi regolatori contano, la faccenda sul suo utilizzo cosmetico è chiusa: si può usare nel cosmetico solo alle condizione dettate dal regolamento.
Ma l’argomento del contendere è  l’impatto ambientale e se davvero lo si debba considerare l’alternativa ecologica ai fosfati ed al tetrasodium EDTA ( d’ora innanzi 4Na-EDTA ).

Vedendo le spiagge ed il mare ricoperto da alghe non riesco a non pensare a costosissimi cosmetici venduti come a base di laminaria o spirulina


Il 4Na-HEDP è un fosfonato e come tale al centro dell’attenzione e di una accesa controversia per problematiche ambientali.
Anni fa a causa dell’eutrofizzazione in certi mari “chiusi” ( l’alto Adriatico, alcune località del Baltico ecc.. ) si valutò come il fosforo ne fosse una delle principali cause.
L’eutrofizzazione e la nutrient pollution sono forme di danno ambientale di cui è difficile definire parametri di ecotossicità. Non sono dovute a veleni che uccidono ma a sostanze che sovra-alimentano alcuni organismi anziché altri.
Sono stati  presi precisi provvedimenti, limitando fortemente l’utilizzo nei detersivi dei fosfati.
EU Detergent Regulation 259/2012
I fosfonati non sono i fosfati, ma sono considerati un co-fattore nel fenomeno eutrofizzazione sia perché possono chelare i micronutrienti sia per il rilascio di orto-fosfati nel lungo periodo o per fotodegradazione superficiale.
I produttori di fosfonati si sono riuniti per sostenere con attività di lobby e di ricerca il loro utilizzo.
Questo il loro sito internet : http://www.phosphonates.com/
Gli interessi in ballo sono enormi e una demonizzazione dei fosfonati avrebbe colpito settori industriali molto grossi.
I produttori hanno redatto un completo dossier a sostegno dell’utilizzo dei fosfonati e della loro “sostenibilità” ecologica.
HERA, Human & Environmental Risk Assessment on ingredients of  European household cleaning products: Phosphonates Dossier
Sia la EPA e FDA americane che la commissione Europea hanno preso atto del dossier che rendendo “pubbliche” molte delle ricerche e test per conto di Monsanto, Henkel, Rodhia si proponeva di ridefinire  profilo tossicologico  ed ecotossicologico dei principali fosfonati per detergenza anche per impedire che il “bando” dei fosfati nei detersivi coinvolgesse anche i fosfonati.
Non capisco da dove nasca la storia che i fosfonati sono un ingrediente “ecologico” . Nonostante la valutazione di rischio ambientale e per la salute fatta dai produttori  il Report del Comitato Scientifico Rischi per la Salute e per l’Ambiente classifica 4Na-HEDP e 4Na-EDTA allo stesso modo, cioè come non facilmente degradabili precisando :
For the non readily degradable, the problem can be summarised as follows:
EDTA: there is no risk deriving from the use in household detergents; for some other uses risk is unlikely, but a more precise exposure assessment is needed to exclude it;
Phosphonates: the available information is not sufficient to exclude a potential risk at European level. In fact a potential risk for terrestrial organisms related to the use of sludge as fertilizer has been estimated, as well as a potential risk for aquatic organisms pending on the confirmation of their chronic toxicity to aquatic invertebrates;
Visto che è la dose che fa il veleno e che per l’ecolabel, a livello precauzionario, si è deciso di evitare l’utilizzo di EDTA, direi che anche per i fosfonati, come il 4Na-HEDP, si dovrà monitorare attentamente i consumi e l’apporto complessivo da detersivi, saponi, fertilizzanti, diserbanti e quant’altro. I rischio di grave inquinamento locale ci sarà soprattutto quando al posto dell’EDTA verranno adottati i fosfonati nella industria di deposizioni dei metalli ( per intenderci quella dove si producono circuiti stampati per l’elettronica ).
Le valutazioni di rischio ambientale nelle acque sono sempre molto complesse.
La PNEC, cioè la concentrazione sotto la quale non dovrebbero esserci effetti inaccettabili, del 4a-HEDP è inferiore di quella del 4Na-EDTA, anche considerando il fattore di valutazione 5 volte più alto del 4Na-HEDP dovuto alla incertezza dei dati. Quindi ne basta meno per rischiare un danno nelle acque.
ambientePNEC 4Na-HEDP(fattore)PNEC 4Na-EDTA(fattore)
aqua (freshwater)0.134 mg/L(50)2.2 mg/L(10)
aqua (marine water)0.014 mg/L(500)0.22 mg/L(100)
Fonte:Echa
Essendo il rischio ambientale funzione delle concentrazioni che si trovano poi nell’ambiente, il parametro chiamato : PEC, tutte le sostanze che hanno un rapporto PEC/PNEC >1 sono da considerarsi un rischio potenziale e le industrie dovrebbero ridurne l’utilizzo .
Questo è già successo per i fosfati.
Sta succedendo per l’EDTA, che a causa dell’utilizzo massivo in alcuni processi industriali senza trattamento delle acque può avere un rapporto PEClocale/PNEC >1.
La misura di quanti fosfonati residuano negli effluvi è complessa ma l’idea che sostanze di cui decine di milioni di Kg.  vengono scaricati nelle acque europee svaniscano nel nulla per fotodegradazione superficiale è ridicola.
Una limitazione per i fosfonati si dovrà adottare se il loro crescente utilizzo, tra fertilizzanti, diserbanti e chelanti nei detersivi portasse le concentrazioni locali o regionali nelle acque a valori superiore alla PNEC.
Con la pianura Padana che è un’area tra le più industrializzate e con agricoltura intensiva d’Europa , la valutazione locale , sulle coste dell’alto Adriatico o nelle risaie padane della PEC dei fosfonati e dei loro prodotti di degradazione è un ottimo indicatore.
Vista la scarsa degradabilità, pari se non peggio di quella dell’EDTA secondo il database DID dell’Ecolabel,  non dovrebbero essere utilizzati  nei detergenti o cosmetici che vantano qualità ecologiche .
Concludendo le mie meditazioni da ecologista agnostico: i chelanti fosfonati come il Tetrasodium Etidronate non sono una scelta ecologica particolarmente brillante.
La loro tossicità non è elevata ma possono contribuire al rischio eutrofizzazione e nutrient pollution. Visto che sedimentano e fotodegradano in superficie come l’EDTA sarei curioso di sapere come sono le acque effluenti dagli impianti di metallizzazione dove vengono utilizzati.
Hanno il vantaggio che svolgono una buona azione sequestrante anche a concentrazioni inferiori di altri chelanti alternativi ai fosfati.
Non possono essere utilizzati nei cosmetici se non per capelli o nei saponi con precise limitazioni.
Anche nelle problematiche ambientali, qualità, funzionalità o pericolosità di un ingrediente non comportano necessariamente né qualità, né funzionalità, né pericolosità del prodotto finito che lo contengono.
Per chi, formulatore o consumatore con una forte motivazione ecologista, non vuole dare nessun contributo alla diffusione di sostanze non biodegradabili, ci sono sul mercato chelanti (EDDS, IDS, GLDA, SODIUM CITRATE, SODIUM GLUCONATE, ecc.ecc…) che non contribuiscono alla eutrofizzazione, più “green” dei fosfonati.
La scelta del sistema chelante in un detergente non è semplice; dipende molto dall’utilizzo del detergente, dal pH , dalla temperatura e durezza dell’acqua. Nei normali saponi autoprodotti, dove funge anche da stabilizzatore per impedire l’inrancidimento non capisco perché non si utilizzi semplicemente SODIUM GLUCONATE e SODIUM CITRATE .
Per varie ragioni buttiamo nell’ambiente impressionanti quantità di diversi fosfonati: fertilizzanti, diserbanti, builder per detersivi, chelanti cosmetici. Viste le accese campagne ambientaliste contro Monsanto, tutto fa pensare che prima che si cominci anche solo a discutere del rischio ambientale collegato all’HEDP nei detergenti, in vari paesi europei verrà bandito un altro fosfonate : il GLYPHOSATE , alias l’erbicida Roundup.

Rodolfo Baraldini

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Riferimenti:
Environmental chemistry of phosphonates
Environmental assessment of substances for substitution of phosphates
Non surfactant Organic Ingredients and Zeolite-based Detergents : Comitato Scientifico Europeo Rischi per la Salute e per l’Ambiente
HERA Phosphonates 
EFSA Risk Assessment Phosphonates in Pesticides
Assessment of the consequences of ban of phosphates
Determination of Phosphonates in Natural Water
Ecolabel: Detergent Ingredient Database 2014
Environmental and Health Assessment of Substances in Household Detergents and Cosmetic Detergent Products
European Risk Assessment of EDTA

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