2 in 1: shampoo + balsamo. Funzionano ? Come ?
Senza che il grande pubblico ci facesse molto caso , quella che è stata probabilmente la più innovativa tecnologia cosmetica degli ultimi 50 anni, è stata introdotta senza grande clamore sul mercato , ha prodotto volumi di vendita impressionanti e già da un po’ sembra entrata nella fase che il marketing chiama “matura”.
Parlo degli shampoo 2in1, cioè quelli che possono vantare un significativo effetto condizionante dopo il lavaggio.
Dopo essere stati lanciati sul mercato hanno visto una crescita vertiginosa delle vendite, in alcune marche hanno rappresentato oltre il 20% degli shampoo venduti, fino alla fase attuale, dove alcuni segnalano una stabilizzazione se non un calo delle vendite.
Si è fatto poco caso a quanto fosse complessa e per certi aspetti paradossale la tecnologia che ci sta dietro.
Infatti tutti gli shampoo in pratica devono rimuovere ogni residuo oleoso dal capello compresi gli agenti condizionanti.
Più uno shampoo lava bene, meno è possibile che resti una pellicola condizionante a proteggere e lubrificare il capello.
Il 2in1 è invece un prodotto che paradossalmente nello stesso tempo rimuove e deposita oli ed agenti condizionanti sul capello e per di più lo riesce a fare con un detergente acquoso, a volte addirittura trasparente, e non con un olio detergente.
Non male! Dietro ci sono fior fiore di ricerca e tecnologie .
I primi prodotti vennero lanciato negli anni ’80 creando una cultura e apprezzamento di massa per il capello condizionato. Fino agli anni 60 le diverse pratiche per applicare balsami o impacchi oleosi avevano raggiunto solo una fascia ristretta della popolazione occidentale. Le soluzioni tecniche come quelle dell’inserimento di polimeri cationici o oli negli shampoo prese singolarmente non davano risultati significativi.
Lo shampoo+balsamo 2in1 invece funziona, cioè fa vendere e nello stesso tempo dona ai capelli quella protezione, scorrevolezza , pettinabilità che normalmente si richiede ad un balsamo per capelli.
Parlando delle funzioni di shampoo e balsami i vari claim con termini come: “nutrimento”, “ricostituente”, “capelli sani” ecc… sono evidenti nonsensi visto che i capelli sono tessuti biologicamente morti. Adesso che i principali brevetti sono scaduti , per far funzionare un 2in1 praticamente tutte le marche sfruttano simili soluzioni tecnologiche.
Il fenomeno che permette di avere un capello nello stesso tempo lavato e rivestito di condizionanti, lavandolo con un solo prodotto, si chiama “coacervazione”.
In pratica nello shampoo 2in1 i polimeri cationici, cioè carichi positivamente, e gli emollienti sono tenuti in sospensione all’interno di una soluzione di tensioattivi, soprattutto anionici , in acqua.
Le complesse interazioni tra polimeri poco solubili e tensioattivi sono regolate da equilibri e dinamiche a volte controintuitive.
Il fatto che aggiungendo acqua, quindi un solvente, di fatto il sistema si separi facendo precipitare i polimeri non è così scontato.
Gli aggregati tra polimeri cationici e tensioattivi anionici dentro il flacone del 2in1 comportano una sorta di micellizzazione del polimero.
Nel lavaggio, aumentando la quantità di acqua, i tensioattivi anionici tendono a staccarsi e permettono ai polimeri cationici di andare a depositarsi sulla superfice del capello.
Il deposito dei polimeri comporta anche deposito ed eventuale assorbimento degli emollienti.
Il film che si forma sul capello ne rende più liscia la superfice, facendolo risultare più luminoso e lucido, ne riduce la permeabilità all’acqua ed al vapore, migliorandone la resistenza, ne migliora la scorrevolezza e pettinabilità, ne aumenta il volume ecc..
Per ottimizzare la formulazione di questi prodotti si possono adottare diverse soluzioni cercando un equilibrio che moduli in quantità e composizione il film , composto in genere da polimeri più emollienti, che resta sul capello dopo il lavaggio.
Come filoconduttore per questa analisi possiamo prendere i prodotti della marca leader di mercato, considerato anche che il gruppo P&G è quello che sia a livello brevettuale sia di ricerca pura ha contribuito di più all’introduzione di queste tecnologie e dove difficilmente si possono individuare tracce di copia-incolla formulativo.
fonte: http://www.boots.com/
Le formulazioni, all’apparenza molto simili tra loro si basano su un sistema di tensioattivi, che fa una buona schiuma,
Sodium Laureth Sulfate, Sodium Lauryl Sulfate anionici particolarmente sgrassanti, tra l’altro nelle formule P&G non escludo l’utilizzo del Sodium Laureth-1 Sulfate anzichè del Sodium Laureth-3 Sulfate. Dovendo garantire una buona pulizia mentre si depositano gli agenti condizionanti la tendenza è utilizzare comunque tensioattivi anionici particolarmente “forti”. Al massimo per ridurre un po’ l’irritabilità del prodotto si possono adottare solfati neutralizzati con ammonium anziché sodium.
Cocamidopropyl Betaine anfotero partecipa al processo dilution/deposition quando il pH acido lo carica positivamente. Il Cocamide MEA non ionico migliora la schiuma di un sistema dove gli aggregati polimeri cationici+tensioattivi anionici interagiscono anche con le strutture lamellari delle bolle.
I polimeri cationici che si separano dai tensioattivi anioni quando la concentrazione di tensioattivi si riduce ( aggiungendo acqua ) sono selezionati tra quelli che creano il deposito maggiore. Il Polyquaternium-76 è un copolimero dell’ acrylamide con 1,3-Propanediaminium,N-[2-[[[dimethyl[3-[(2-methyl-1-oxo-2-propenyl)amino]propyl]ammonio]acetyl]amino]ethyl]2-hydroxy-N,N,N′,N′,N′-pentamethyl-, trichloride.
Un molecolone da 1100000 daltons con una carica cationica particolarmente alta 1,6 meq/g. Un buon 30% in più dei più comuni polimeri cationi utilizzati nei condizionanti: Guar Hydroxypropyltrimonium Chloride e Polyquaternium-10, rispettivamente gomma di guar e hydroxiethylcellulose cationizzate. L’alta densità di carica comporta una maggiore attrazione ed adesività sulla superfice del capello. L’alto peso molecolare comporta una maggiore deposito anche degli emollienti.
I formulatori P&G lo preferiscono nei 2 prodotti dove vogliono che il film condionante sia di maggior spessore e più resistente.
Non sono presenti tensioattivi cationici Behentrimonium Chloride , Cetrimonium Chloride, Stearamidopropyl Dimethylamine ecc… che oltre che interferire con i tensioattivi anionici non parteciperebbero al effetto Goddard-Lochhead di coacervazione.
Gli umettanti : Panthenol, Panthenyl Ethyl Ether, Glycerin, sostanze altamente solubili in un prodotto a risciacquo, partecipano minimamente agendo più che altro sulla lavorabilità del capello bagnato.
Gli idrotropi Sodium Xylenesulfonate e Sodium Polynaphthalenesulfonate oltre ad alzare l’azione detergente quando si aggiunge acqua stabilizzano il sistema quando polimeri cationici e tensioattivi anionici sono agganciati fino a rendere , a certe condizioni, il sistema relativamente trasparente come una “normale” soluzione.
Il perlante Glycol Distearate oltre all’effetto ottico, che si ottiene quando microscaglie lamellari cristallizzano in presenza dell’idoneo sistema emulsionante ha una importante funzione nel complessare la sospensione , una sorta di nucleazione che può dare anche più corpo al film che si deposita sul capello , a cui possono partecipare anche altri insolubili come Zinc Pyrithione, di cui nel 2in1 Classic non si vanta l’effetto anti-forfora.
Da notare che quando la formula richiede di ridurre l’opacità residua sulla superfice del capello il chelante Tetrasodium EDTA viene rinforzato dal biodegradabile ed efficiente Trisodium Ethylenediamine Disuccinate.
Unico emolliente il Dimethicone. In realtà nei sistemi condizionanti più sofisticati, nascosto sotto un unico INCI, abbiamo una miscela di diversi siliconi a diversa viscosità in funzione della spandibilità e volume che si vuole dare al film residuo. Le formulazioni che richiedono una più alta e duratura lubrificazione possono adottare anche oli vegetali più penetranti.
Concludendo:
un sistema che, se non si adottano formule copia-incolla, è veramente complesso da realizzare .
Modulando le quantità di tensioattivi anionici, polimeri cationi e emollienti si possono modulare le performances e la percezione sensoriale.
La diffusione di shampoo 2in1 ha creato il fenomeno dei capelli sovracondizionati e l’esigenza di Clarifying Shampoo.
Forse anche per questo la domanda di questo tipo di prodotti sembra non essere più in forte crescita .
Le procedure di condizionamento in 2 tempi e soprattutto l’applicazione di balsami, impacchi oleosi o altri trattamenti condizionanti con una frequenza minore di quella dei lavaggi sono più efficienti , ma la comodità di uno shampoo 2in1 è indiscutibile.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 24 aprile 2015
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Riferimenti:
Lochhead, R.Y., “Shampoos,” in The Chemistry and Manufacture of Cosmetics, 3rd ed., (Allured Publishing Corporation, 2002)
Lochhead, R.Y., Conditioning Shampoo, Soap, Cosmetics, and Chemical Specialties (1992).
Goddard, E.D., “Polymer/Surfactant Interaction in Applied Systems”, in Principles of Polymer Science and Technology in Cosmetics and Personal Care, E.D., Goddard and J.V. Grubber, Eds. (Marcel Dekker, 1999).
Gamez-Garcia, M., Polycation substantivity to hair, IFSCC, (2001).
Shampoo and Conditioner Science
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