giovedì 2 ottobre 2014

Make-Up low cost : quanto è sicuro ?

      
Make-Up low cost : quanto è sicuro ?

Make-Up low cost : quanto è sicuro ?


Daniela : “…a proposito di prezzi volevo porti una domanda che spesso mi faccio e che riguarda il prezzo non elevato, ma anzi veramente esiguo di certi cosmetici, in particolare per il maquillage. Si trovano case cosmetiche con store monomarca che vendono matite, ombretti, fard ecc.. a prezzi davvero irrisori anche se paragonate alle più note marche di fascia media che si trovano nella grande distribuzione, L’oreal ad esempio. Certo sono una manna dal cielo per le giovanissime e per chi vuole sperimentare con nuovi trucchi e colori, ma io mi chiedo, una matita o un mascara che “in saldo” arriva a costare due o tre euro è davvero sicuro?!…”
Posso rispondere ai dubbi sulla sicurezza di alcuni prodotti di make-up con una citazione.

dal sito Intercos

“Pensa alle più importanti case cosmetiche mondiali. Immagina che dietro si nasconda il talento nella ricerca e innovazione di un gruppo italiano di eccellenza. Intercos Group è una società specializzata da oltre 40 anni in color make up, matite, smalti per unghie e skincare. Intercos è l’unico produttore di cosmetici in grado di offrire altissimi standard di qualità e tecnologia con una presenza globale e un approccio locale grazie a 9 uffici di Sales & Marketing e 11 stabilimenti di produzione in 9 paesi. Stagione dopo stagione, Intercos interpreta la bellezza femminile creando linee cosmetiche per brand situati in ogni angolo della terra.

La produzione del make-up è altamente specialistica, richiede know-how e impianti specifici. Pochi sanno che oltre il 60% del make-up mondiale è prodotto  da aziende italiane. Le statistiche Unipro segnalavano alcuni anni fa che il 75% del make-up mondiale era “in nuce”, Made in Italy. Come Intercos anche altri leader nella produzione conto terzi di make-up hanno “dovuto” aprire uffici e stabilimenti all’estero. Non si tratta solo di cercare la competitività abbattendo il costo industriale del prodotto spostando la produzione in paesi dove il salario non supera i 200 euro mese.
In molti casi solo uffici o stabilimenti in loco, specialmente in USA o in CINA, possono by-passare alcune barriere distributive, commerciali o regolatorie .
Il consumatore al solito vede solo la marca.
Il nome, l’etichetta, la confezione, il posizionamento del prodotto distinguono  cosmetici decorativi che spesso sono perfettamente identici al loro interno e può capitare che siano  realizzati anche nello stesso impianto produttivo.
Se pensiamo a prodotti come le matite trucco, dobbiamo pensare a processi produttivi dove una pasta pigmentata viene inserita per estrusione o colata a seconda della durezza , spandibilità ed altri parametri all’interno di un cilindro cavo in legno ( tradizionalmente legno di cedro ).
Semplice e molto simile al processo con cui vengono prodotte da oltre 100 anni le matite da disegno.
Anche se la formazione della pasta col pigmento nel make-up richiede accorgimenti diversi, questo filmato sulla produzione di normali matite colorate da una buona idea.
http://youtu.be/5-b2q3jQ414
Con le migliaia di marchi che offrono matite per make-up è facile dedurre che non possono tutti possedere know-how ed impianti per la loro produzione.
Anche grandissimi gruppi della cosmesi, neppure lontanamente, pensano di mettersi a produrre al loro interno un oggetto , basato su una tecnologia “matura” in concorrenza con fabbriche specializzate che hanno ammortato il costo degli impianti già 50 anni fa.
In sintesi:  la tedesca  Staedtler,  la Fila ( marchio Giotto ) oggi controllata da Intercos, Confalonieri  e pochi altri sono i veri produttori di praticamente tutte le matite sul mercato.
Chiunque volesse lanciare una propria linea di matite per make-up potrebbe farlo rivolgendosi alle aziende specializzate nella produzione conto terzi ed oggi i lotti minimi per la personalizzazione non sono neppure grandissimi.
Per questo anche piccole aziende e marche commerciali o  poco più che artigianali oggi possono essere presenti sul mercato con del make-up a proprio marchio.
Queste produzioni possono avere livelli di qualità diversi, i terzisti possono offrire make-up con specifiche più restrittive, se richiesto e pagato.
Anche se  il produttore conto terzi potrebbe essere lo stesso, alcune marche dettano specifiche e capitolati di fornitura molto più stringenti di altre. Ad esempio il problema metalli pesanti, normalmente presenti in tracce come impurità di tutti i pigmenti minerali, può essere gestito con produzioni dove si testano i livelli di nickel , piombo ecc..
Sul mercato possono arrivare anche prodotti make-up realizzati in paesi dove non vigono le nostre norme di sicurezza ed in stabilimenti non controllati o sotto audit di aziende con specifiche avanzate di qualità.
Una azienda-marca con un minimo di valore sul mercato però non ha alcun interesse a compromettere la sua immagine con prodotti di bassa qualità.
Quindi il consumatore comunque rischia di trovare in offerta qualche prodotto realizzato in ciofeca-land ma il vantaggio economico che ricaverebbe una marca riconosciuta nel commercializzare questo tipo di prodotti è irrilevante rispetto ai normali margini di contribuzione che circolano nel make-up. Per questo sta emergendo il fenomeno delle marche taroccate, cioè dei cosmetici contraffatti, dove effettivamente non si può sapere che razza di qualità e sicurezza venga offerta al consumatore.
Concludendo:
come sempre il consumatore, per quanto cerchi di acquisire una maggiore consapevolezza, si deve affidare alla marca o venditore che più gli ispira fiducia.
Sempre molto difficile definire il rapporto tra prezzo e valore di un prodotto
Dedurre la qualità e sicurezza di un cosmetico dal costo, SE COSTA MOLTO MENO SIGNIFICA CHE È DI BASSA QUALITÀ , può far prendere colossali cantonate.
Il rapporto tra prezzo e valore è un numero irrazionale.*
Alcuni prodotti cosmetici arrivano al consumatore con prezzi 20 o più volte superiori al costo industriale. I venditori, volendo fare promozioni o posizionare il prodotto in fasce più economiche, hanno  in genere ampi margini per ridurre il prezzo senza dover comunicare che sono vendite sotto-costo e senza compromettere la percezione di qualità della propria marca.
Anche se la qualità costa , il prezzo più  alto non è necessariamente un indicatore di qualità.
.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 31 luglio 2014
articolo correlati:
Un buon MAKE UP ?
* si chiamano irrazionali i numeri che non possono essere ricavati dividendo 2 numeri razionali. …. adesso che ci penso , potrebbe essere anche un numero immaginario, se il valore è uguale a zero ! :)

Nessun commento:

Posta un commento