il Trademark "Leaping Bunny", marchio della campagna internazionale Creulty Free
Il marchio di successo non è quello di una singola marca cosmetica, ma quello , con il coniglietto e le stelline, che accomuna i diversi marchi cosmetici che vantano essere “Cruelty Free”.
I sondaggi di opinione fatti per valutare le motivazioni all’acquisto del cosmetico vedono ancora nelle prime posizioni la richiesta che il cosmetico non sia testato su animali. Questa è la prova dell’evidente successo delle campagne fatte per oltre 20 anni , sotto l’egida del marchio con il coniglietto che salta.
Le problematiche poste dal desiderio di ridurre drasticamente la sperimentazione sugli animali non sono di semplice soluzione.
Anche una normativa avanzata (forse: troppo avanzata) come quella europea per il cosmetico, non è in grado di porre fine ad una controversia su temi etici e sociali che dura da oltre 100 anni.
Per i grossi interessi economici ed anche politici ( non solo la Michela Vittoria Brambilla) che muove, la campagna contro i test sugli animali è soggetta a continui sviluppi.
Dove sta la Bufala?
Oggi, chi pubblicizza i propri cosmetici come non testati su animali, in Europa
vanta una qualità che hanno anche tutti gli altri cosmetici europei.
Per vendere i propri prodotti di fatto sfrutta la ignoranza tecnico normativa del consumatore, che non lo sa.
Il generico consumatore non sa appunto che tutti i cosmetici nella Unione Europea , da anni, non possono essere testati su animali.
Solo chi investe ed ha investito sui test alternativi ai test animali opera concretamente per una soluzione definitiva e radicale del problema .
Ma questo argomento, cioè quanto si fa per sviluppare sistemi alternativi ai test animali, non fa vendere bene i propri prodotti come il dichiararsi , spesso impropriamente o ingannevolmente, “Cruelty Free” .
Qui un precedente approfondimento sul tema
Regolamento Europeo sulla sperimentazione animale dei cosmetici e dei loro ingredienti
Articolo 18 Sperimentazione animale
1. Fatti salvi gli obblighi generali derivanti dall’articolo 3, è vietato quanto segue: l’immissione sul mercato dei prodotti cosmetici la cui formulazione finale sia stata oggetto, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, di una sperimentazione animale con un metodo diverso da un metodo alternativo dopo che un tale metodo alternativo sia stato convalidato e adottato a livello comunitario, tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE; l’immissione sul mercato dei prodotti cosmetici contenenti ingredienti o combinazioni di ingredienti che siano stati oggetto, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, di una sperimentazione animale con un metodo diverso da un metodo alternativo dopo che un tale metodo alternativo sia stato convalidato e adottato a livello comunitario, tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE; la realizzazione, all’interno della Comunità, di sperimentazioni animali relative a prodotti cosmetici finiti, allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento; la realizzazione, all’interno della Comunità, di sperimentazioni animali relative a ingredienti o combinazioni di ingredienti allo scopo di conformarsi alle disposizioni del presente regolamento, dopo la data in cui dette sperimentazioni vanno sostituite da uno o più metodi alternativi convalidati che figurano nel regolamento (CE) n. 440/2008 della Commissione, del 30 maggio 2008, che istituisce dei metodi di prova ai sensi del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH)(1)
2. La Commissione, previa consultazione del CSSC e del Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi (ECVAM) e tenendo debitamente conto dello sviluppo della convalida in seno all’OCSE, ha stabilito calendari per l’attuazione delle disposizioni di cui al paragrafo 1, lettere a), b) e d), comprese le scadenze per la graduale soppressione dei vari esperimenti. I calendari sono stati messi a disposizione del pubblico il 1o ottobre 2004 e sono stati trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio. Il periodo di attuazione è stato limitato all’11 marzo 2009 in relazione al paragrafo 1, lettere a), b) e d). Per quanto riguarda gli esperimenti concernenti la tossicità da uso ripetuto, la tossicità riproduttiva e la tossicocinetica, per i quali non sono ancora allo studio metodi alternativi, il periodo di attuazione è limitato all’11 marzo 2013 in relazione al paragrafo 1, lettere a) e b).
Al momento , norme avanzate come quelle dell’Unione Europea per la messa al bando dei test animali , sono state seguite solo da Israele.
Nessun altro paese al mondo, neppure la Svizzera, proibisce per legge che vengano eseguiti test dei cosmetici su animali.
Recentemente (inizio ottobre) ho notato che il marchio con il coniglietto che salta del cruelty free
(il cosiddetto “leaping bunny”) è stato rimosso dal sito web dell’ICEA AIAB, ente certificatore italiano, per conto della LAV (Lega anti Vivisezione) .
Il Leaping Bunny è un vero proprio Marchio Commerciale ( Trademark ) registrato dalla BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection) .
Registrazione del Marchio
Estratto dal WIPO:
732
Name and address of the holder of the registration
British Union for the Abolition of Vivisection (BUAV)
16a Crane Grove
London N7 8NN (GB)
International Classification of Goods and Services for the Purposes of the Registration of Marks (Nice Classification) – NCL(10)
03
Bleaching preparations and other substances for laundry use; cleaning, polishing, scouring and abrasive preparations; soaps; perfumery, essential oils, cosmetics, hair lotions; dentifrices.
05
Pharmaceutical, veterinary and sanitary preparations; dietetic substances adapted for medical use, food for babies; plasters, materials for dressing; material for dressings; material for stopping teeth, dental wax; disinfectants; preparations for destroying vermin; fungicides, herbicides.
35
Promotional and public awareness campaigns; retail store services and online retail services featuring the following goods: bleaching preparations and other substances for laundry use, cleaning, polishing, scouring and abrasive preparations, soaps, perfumery, essential oils, cosmetics, hair lotions, dentifrices, pharmaceutical, veterinary and sanitary preparations, dietetic substances adapted for medical use, food for babies, plasters, materials for dressings, material for stopping teeth, dental wax, disinfectants, preparations for destroying vermin, fungicides, herbicides.
45
Certification services (terms considered too vague by the International Bureau – rule 13.2.b) of the Common Regulations); certification services connected with the following goods: bleaching preparations and other substances for laundry use, cleaning, polishing, scouring and abrasive preparations, soaps, perfumery, essential oils, cosmetics, hair lotions, dentifrices, pharmaceutical, veterinary and sanitary preparations, dietetic substances adapted for medical use, food for babies, plasters, materials for dressings, material for stopping teeth, dental wax, disinfectants, preparations for destroying vermin, fungicides, herbicides (terms considered too vague by the International Bureau – rule 13.2.b) of the Common Regulations).
Questo comporta che il disegno del famoso coniglietto che salta (leaping bunny) non possa essere utilizzato su cosmetici , farmaci, campagne d’opinione o certificazioni senza il consenso dei titolari del marchio.
Cosa si deve fare per poter apporre il Marchio sui propri cosmetici ?
Le marche che espongono il marchio devono rispettare lo
Humane Cosmetic Standard , cioè il disciplinare che regola il “Leaping Bunny Program”.
Dalle FAQ del sito www.leapingbunny.org
Is there a fee for joining the Leaping Bunny Program?
No. There are no costs associated with applying or becoming certified by the Leaping Bunny Program, which includes being listed in our online and printed shopping guides. However, a company may choose to license the Leaping Bunny Logo for a nominal fee based on a sliding scale.
What is the difference between Leaping Bunny Logo users and non-logo users?
The Leaping Bunny Program offers not just a list, but a Standard—the only Standard that guarantees a product free of new animal testing. While many ingredients have been tested on animals in the past, the Standard is designed to prevent future animal testing and eventually drive animal testing out of the industry completely! In addition, the Leaping Bunny Standard is internationally recognized.
Fee based on a sliding scale: significa che la licenza d’uso del marchio comporta un costo pari ad una percentuale a scalare, in genere, sul fatturato.
Display in Vetrina sui test animali
Di fatto parliamo di pubblicità, pubblicità che si fa per vendere un prodotto cosmetico. E’ ragionevole che una pubblicità , anche quella sulle proprie “qualità Cruelty Free” , rappresenti per l’azienda cosmetica un costo proporzionato al fatturato.
Da notare che nel display (ringrazio Debora che prontamente mi ha inviato la foto) si parla esplicitamente del fatto che “si certifica che le aziende e i loro fornitori siano cruelty free, non facciano cioè ricorso a materie prime testate su animali”. Virtualmente tutti gli ingredienti cosmetici, anche l’acqua , sono stati testati su animali ed è praticamente impossibile certificare il contrario.
Poi, quasi tutte le informazioni tossicologiche per redigere il dossier di sicurezza cosmetico , come la LD50 (cioè la dose letale che uccide il 50% degli animali sottoposti al test) , sono ricavate proprio da questi test. Quindi praticamente tutte le materie prime cosmetiche sono state testate su animali e quand’anche fossero vecchi test realizzati in passato, per i quali gli attuali produttori del cosmetico non hanno effettivamente alcuna responsabilità, le informazioni ricavate da questi test sono normalmente utilizzate, anche oggi, anche da chi si vanta di essere cruelty free, per calcolare e validare la sicurezza del cosmetico.
Ma, praticamente, quanto costa certificarsi ?
“Molti non sanno che le certificazioni come LAV e ICEA /AIAB hanno dei costi enormi per le aziende cosmetiche che si ripercuotono poi sui prezzi al consumo….”
Dal sito www.fitocose.it
Riporto integralmente dal sito: http://www.fitocose.it/news.asp?id=14 .
“Destinato a tutti quelli che vogliono conoscere la nostra posizione sui test su animali Spesso ci sentiamo fare domande del tipo : “perchè Fitocose non ha aderito allo standard internazionale LAV (Lega antivivisezione) Fidandomi dei vostri prodotti da tanti anni mi sono sentita un po’ disorientata quando ho letto sul sito LAV, appunto, che non avete aderito allo standard “per disinteresse o mancanza di conformità” . Prima di tutto dispiace dover leggere le affermazioni di LAV che ci identifica come azienda disinteressata al problema della sperimentazione sugli animali . Da parte loro ci saremmo aspettati una posizioni più obbiettiva e diplomatica basata su un confronto diretto delle rispettive posizioni piuttosto che definizioni inopportune. Molti non sanno che le certificazioni come LAV e ICEA /AIAB hanno dei costi enormi per le aziende cosmetiche che si ripercuotono poi sui prezzi al consumo. Da parte nostra quando è nata la cerificazone LAV ,in qualità di rappresentati della Aziende aderenti allo standard della cosmesi bioecologica di ICEA, ci siamo battuti fin dall’inizio in ambito CoCer di ICEA perchè tutte le aziende rappresentate e aderenti al marchio sulla Bio eco cosmesi, avessero automaticamente anche la possibilità di potere vantare la certificazione LAV senza costi aggiuntivi . Purtroppo , nonostante siano gli stessi ispettori di ICEA a fare anche i controlli per LAV, non è stato così e si è deciso che il marchio LAV doveva essere separato da quello della bioeco cosmesi e chi voleva aderire a LAV doveva pagare un costo aggiuntivo oltre alla certificazione ICEA . Dal nostro punto di vista aderire a LAV avrebbe comportato un aumento dei costi di gestione azie ndale che avrebbero aumentato prezzi al consumo . Questa decisione non ci ha trovato d’accordo e come conseguenza abbiamo aderito all’autocertificazione su base volontaria CODICE VERDE ( vedi home page di www.fitocose.it) . in cui dichiariamo che oltre a non aver mai compiuto test su animali , Fitocose si è impegnata a non utilizzare dalla data del 2003 ingredienti che siano stati testati su animali. La consultazione degli attestati sottoscritti dai nostri fornitori è a disposizione presso la nostra sede di Cusago a chiunque ne faccia richiesta . Per chi ne volesse sapere di più : http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=2&t=23229&sid=204cfe16fd5ef430b1cb52c5637a8157 ”
Il Marchio che compariva nei siti Aiab e LAV
Non conosco causa e significato della recente rimozione del marchio col coniglietto dal sito web della LAV e della ICEA-AIAB, ma sembra sempre più evidente che la normativa europea abbia ampiamente superato e reso insensato il farsi vanto di essere “cruelty free” nel cosmetico.
Lo “Standard Internazionale” non sembra più uno standard. In nessun altro paese oltre all’Italia viene pubblicizzato con lo slogan: “NO AI TEST ANIMALI”. Il marchio con il coniglietto, attribuito allo “standard internazionale” , sempre più spesso, in Italia, non viene proprio utilizzato.
Si tratta solo di beghe o dissensi tra enti certificatori?
In ogni caso tra tanti soldi che girano, per audit, certificazioni, licenze d’uso di marchi, pubblicità ecc.. la speranza è che qualcosa venga dato alle strutture di ricerca scientifica che devono sviluppare metodi alternativi ai test animali.
Senza di loro il problema non verrà risolto e la materia si ridurrà alle vuote chiacchiere di chi si vanta di essere più etico o compassionevole degli altri e di chi, non senza interesse, dispenserà assoluzioni.
Paracelso
pubblicato il 26 ottobre 2012
Aggiornamento agosto 2014
Il marchio con il coniglio e le stelline è di nuovo presente nel sito della LAV e le aziende italiane ”certificate” sono elencate nel sito della BUAV
Bilancio LAV 2013
Riferimenti:
European Partnership for Alternative Approaches to Animal Testing (EPAA) Un fondo per la ricerca dei test alternativi Pagina ICEA dove è stato rimosso il marchio - cacheIl sito della “European Coalition to End Animal Experiments”Human Cosmetic Standard – il disciplinare internazionale che regola l’attribuzione del marchio con il “Leaping Bunny” Corporate_Standard_of_Compassion_for_Animals, un’altro disciplinare “standard”Il disciplinare italiano Lo standard “No ai test su animali” della LAV - cache gocrueltyfree.org il sito con il “negozio” dei cosmetici “certificati etici”Le FAQ del Leaping Bunny Class action contro marche cosmetiche che vantavano il Cruelty Free ed esportano in Cina Cessazione nella licenza d’uso del marchio col coniglietto di Dermalogica, per l’esportazione in Cina COMBINING REFLEXIVE LAW AND FALSE ADVERTISING LAW TO STANDARDIZE “CRUELTY-FREE” LABELING OF COSMETICS
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