Testimonial, Consulente o Blogger cosmetico?
Parlando di ZMOT e le blogger cosmetiche. e di come stia mutando l’atteggiamento del consumatore verso una maggiore consapevolezza Michele mi ha commentato:
La mia tesi è che internet abbia cambiato tante cose ma non il sistema dei consumi ¹.
Il cosmetico è un mercato esemplare con le sue particolarità. Tra le prime 30 aziende mondiali ben 7 operano con vendita diretta.
7. Avon
16. Mary Kay
18. Natura
19. Amway.
21. Belcorp
22.Oriflame
25. GUTHY-RENKER
Per quanto ne so, nessun mercato-prodotto di largo consumo, neppure quello degli integratori alimentari, vede un successo così marcato delle organizzazioni commerciali che operano con vendita diretta e consulenziale.
La decisione d’acquisto del cosmetico è fortemente influenzata dal TESTIMONIAL =>> CONSULENTE =>> COMPLICE.
Difficile capire i meccanismi psicologici e sociali che hanno creato questa particolarità . Non escludo anche la difficoltà nell’attribuire valori d’uso in contrasto con il retaggio immorale del cosmetico².
Se poi il consulente tocca una delle sfere valoriali più significative, quella della salute , la sua forza si amplifica.
Questo spiegherebbe da una parte l’alta penetrazione di integratori alimentari attraverso vendita diretta dall’altra la forza della vendita in camice nel canale farmacia.
Anche il fear marketing, cioè promuovere la vendita seminando paure, spesso agisce nella sfera della salute. La paura è un’ottima proposizione di vendita.
L’allarmismo attira l’attenzione , crea interesse.
Forse per questo hanno tanta audience le blogger ed i siti cosmetici che seminano a volte insensati allarmi per cosmetici ed ingredienti demonizzati come pericolosi.
Rodolfo Baraldini
Pubblicato 30 novembre 2014
Note:
¹ Se il sistema dei bisogni è frutto del sistema della produzione ( Galbraith/Baudrillart ) solo l’autoproduzione potrebbe modificare il sistema dei consumi cosmetici.
² …Per secoli la cosmesi è stata associata a comportamenti non etici se non immorali.
La misoginia del mondo classico e delle prime religioni hanno contribuito a creare una immagine negativa dei cosmetici . Nel ’700 ’800 per la società borghese il trucco “eccessivo” comunicava il ruolo delle prostitute e anche ideologie apparentemente antitetiche, in tempi più recenti: fascismo, marxismo, femminismo negativizzano l’utilizzo dei cosmetici.
Il fatto stesso che il cosmetico decorativo sia chiamato “TRUCCO” ci ricorda continuamente come possa essere il vettore dell’inganno…
Articoli correlati:
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ZMOT e le blogger cosmetiche.
Ipocris-etica: ovvero perchè pubblicizzano l’ETICA per vendere il cosmetico
Direi che un’ottimo termine di paragone sia quello che succede nel mondo della moda. ops fashion. Molti compreso il sottoscritto pensavano che il fenomeno delle blogger fashion avrebbe messo sotto pressione con la loro competenza gli stilisti , i marchi e le strategie relative, invece sia i grandi gruppi che i piccoli hanno completamente fagocitato le fashion blogger inserendole come parti del sistema.Il massimo della critica ammessa è ma come ti vesti, ovvero la critica a chi si veste , non a chi l’ha vestito. |
Il cosmetico è un mercato esemplare con le sue particolarità. Tra le prime 30 aziende mondiali ben 7 operano con vendita diretta.
7. Avon
16. Mary Kay
18. Natura
19. Amway.
21. Belcorp
22.Oriflame
25. GUTHY-RENKER
Per quanto ne so, nessun mercato-prodotto di largo consumo, neppure quello degli integratori alimentari, vede un successo così marcato delle organizzazioni commerciali che operano con vendita diretta e consulenziale.
La decisione d’acquisto del cosmetico è fortemente influenzata dal TESTIMONIAL =>> CONSULENTE =>> COMPLICE.
Difficile capire i meccanismi psicologici e sociali che hanno creato questa particolarità . Non escludo anche la difficoltà nell’attribuire valori d’uso in contrasto con il retaggio immorale del cosmetico².
Se poi il consulente tocca una delle sfere valoriali più significative, quella della salute , la sua forza si amplifica.
Questo spiegherebbe da una parte l’alta penetrazione di integratori alimentari attraverso vendita diretta dall’altra la forza della vendita in camice nel canale farmacia.
Anche il fear marketing, cioè promuovere la vendita seminando paure, spesso agisce nella sfera della salute. La paura è un’ottima proposizione di vendita.
L’allarmismo attira l’attenzione , crea interesse.
Forse per questo hanno tanta audience le blogger ed i siti cosmetici che seminano a volte insensati allarmi per cosmetici ed ingredienti demonizzati come pericolosi.
Rodolfo Baraldini
Pubblicato 30 novembre 2014
Note:
¹ Se il sistema dei bisogni è frutto del sistema della produzione ( Galbraith/Baudrillart ) solo l’autoproduzione potrebbe modificare il sistema dei consumi cosmetici.
² …Per secoli la cosmesi è stata associata a comportamenti non etici se non immorali.
La misoginia del mondo classico e delle prime religioni hanno contribuito a creare una immagine negativa dei cosmetici . Nel ’700 ’800 per la società borghese il trucco “eccessivo” comunicava il ruolo delle prostitute e anche ideologie apparentemente antitetiche, in tempi più recenti: fascismo, marxismo, femminismo negativizzano l’utilizzo dei cosmetici.
Il fatto stesso che il cosmetico decorativo sia chiamato “TRUCCO” ci ricorda continuamente come possa essere il vettore dell’inganno…
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