MYTH BUSTER: Pongamia Oil; filtro solare o ecobufala ?
Accursia mi scrive: …. in giro ci sono dicerie sul discorso che l’olio di karanjia inserito nelle preparazioni tipo semplice unguento ecc, possa schermare ed arrivare ad avere una protezione spf fino a 30. Ora puoi gentilmente fare chiarezza perché se un olio può arrivare a tanto a che cosa servono le formule …. ma poi la cosa che lascia perplessa è che si sostiene … che basta IL SOLO OLIO come protezione 30 , non discuto di una formulazione green dove possa essere inserito io discuto sul fatto che mi faccio l’unguento a casuccia oppure me lo porto in spiaggia così com’è e mi protegge dal sole !
Eccolo il nuovo mito cosmetico, o meglio la nuova bufala cosmetica.
L’olio di Pongamia o di KARANJIA: filtro solare eco-bio , tutto naturale efficace anche senza utilizzare altri filtri.
L’olio di pongamia è un olio non edibile , se lo ingerisci causa vomito ed altre reazioni , perché contiene alcuni flavonoidi considerati tossici. Sono furanoflavonoli con strutture chimiche relativamente rare nel mondo vegetale che possono ricondursi al Avobenzone, un filtro solare molto importante per il suo assorbimento a largo spettro.
I giganti della cosmesi e della chimica ( Unilever, Conopco ecc.. ) scoprirono oltre 20 anni fa che queste sostanze vegetali potevano filtrare le radiazioni UV.
C’è però un piccolo problemino. La Karanjina e il Pongamol sono le tossine che rendono l’olio di Pongamia inedibile e particolarmente tossico per l’ambiente acquatico.
La dose letale LD50 della karanjin risulta 14.32 mg/kg quella del pongamol 17.14 mg/kg .
Non sembrano sostanze molto semplici da maneggiare in un cosmetico.
Si è pensato che questa tossicità mirata verso alcuni organismi rendeva potenzialmente utile l’olio di pongamia come biopesticida, in sostanza come pesticida biologico.
Il suo potenziale come insetticida o come insettorepellente sembra analogo a quello del NEEM.
Effettivamente il pongamol filtra le radiazioni UV, con uno spettro simile a quello dell’avobenzone, ma con una efficienza minore, in sostanza ce ne vuole di più per avere lo stesso assorbimento UV. Visto che pongamol e avobenzone filtrano soprattutto gli UVA, neanche utilizzando l’avobenzone 5 volte sopra le massime concentrazioni di legge si otterrebbe un SPF 30.
Inoltre del pongamol non è nota la fotostabilità né si conoscono i potenziali fotoreattivi.
Poi, quanto pongamol è contenuto nell’olio di pongamia in commercio ?
L’olio è composto in massima parte dai soliti trigliceridi.
Carotenoidi e furanoflavoni ne costituiscono una minima parte.
Anche i carotenoidi poi non sono tantissimi, come indica il colore giallo molto meno intenso dell’arancio o rossiccio dell’olio di palma o di cocco non “sbiancati”.
Non essendo utilizzabile per alimentazione, l’olio di pongamia è poco standardizzato. Valutando una ventina di lotti il numero di saponificazione passa da 185 a 207/208 ed il rapporto tra acido oleico e linoleico da 1,72 a 4,17.
Anche considerando i possibili errori di misura una grande impresa che volesse utilizzarlo avrebbe notevoli problemi di standardizzazione.
La concentrazione dell’attivo filtrante , il pongamol, negli oli forniti all’industria cosmetica è dell’ordine del 0,5-1,5% .
Alcuni lotti non raffinati possono contenerne anche un 3%.
Con una efficienza del pongamol ( rapporto tra SPF o FPUVA, iso24444 e iso24442, e concentrazione in % ) attorno a 1 anche ipotizzando oli non raffinati con le massime concentrazioni, con solo olio di pongamia non si ottiene neppure un SPF classificabile come BASSA PROTEZIONE.
Per quanto siano possibili sinergie e effetti booster con altre componenti dell’olio, come i carotenoidi, per rispondere ad Accursia , il suo utilizzo da solo come filtro solare SPF 30 è semplicemente insensato.
Visto che va tanto di moda, il suo utilizzo in sinergia con altri filtri e magari con l’aggiunta di un po’ di pongamol puro, va valutato accuratamente.
Il pongamol puro, che oggi si trova anche di sintesi a basso costo, se non altro per far “verde” e bella l’etichetta può entrare in formula, possibilmente con altri filtri solari di cui può amplificare l’SPF.
Essendo una sostanza fortemente ittiotossica e per di più testata su animali recentemente, il fatto che sia considerato un ingrediente emozionale della cosiddetta cosmesi eco-bio, ritengo la renda un caso esemplare di : eco-bufala.
Marcello mi segnalava un prodotto solare con pongamol e olio di pongamia:
….
BJOBJ, Crema Fluida Solare Bimbi Protezione Alta SFP 50
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Bjobj Crema Fluida Solare Bimbi Protezione Alta SFP 50, 125 ml - 21,39€ corrispondenti a 171,11 €/litroINCI: aqua (water), pongamia glabra seed oil, dicaprylyl ether, zinc oxide, caprylic/capric triglyceride,polyglyceryl-3 polyricinoleate, olea europaea fruit oil, titanium dioxide, glycerin, *alcohol, oryza sativa bran oil, alumina, stearic acid, pongamol, *helianthus annuus seed oil, *simmondsia chinensis oil, *argania spinosa kernel oil, *linum usitatissimum oil, hydrated silica, oryzanol, magnesium stearate, tocopherol, *calendula officinalis flower extract, *malvasylvestris extract, bisabolol,magnesium sulphate eptahydrate, polyhydroxystearic acid.
*Tutti gli ingredienti con l’asterisco provengono da Agricoltura Biologica Certificata
Prezzo e lista ingredienti dal sito : http://www.ecco-verde.it/bjobj/crema-fluida-solare-bimbi-protezione-alta-sfp-50?gclid=CJ7p_t6Bq74CFSb4wgodDnkASA
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Non userei MAI e poi MAI in un solare per BIMBI come filtro solare sostanze come l’olio di pongamia ed il pongamol , ed in realtà anche il gamma orizanolo che può rientrare tra i potenziali disruttori endocrini, di cui la fototossicità e la sicurezza non sia stata testata e approvata dall SCCS.
Proprio perché sono sostanze relativamente nuove , di cui solo recentemente sono scaduti i brevetti per l’utilizzo cosmetico , l’industria chimica e la ricerca indiane hanno svolto centinaia di test su animali per definirne meglio il profilo tossicologico, in modo da verificare una dose letale orale nei topi superiore a 2000mg/kg. Test che si trovano facilmente in rete… non mi è mai piaciuto chi per vendere una cremina sfrutta la ignoranza dei consumatori sul problema dei test animali.
Questo , per me, basta e avanza. Non vado neanche a vedere i vari claim privativi immotivati , in che posizione si trova il primo ingrediente da agricoltura biologica o se c’è la data di scadenza. Non comprerei questo prodotto neanche se costasse un decimo e soprattutto non lo utilizzerei mai per mio figlio.
Non posso rispondere alla domanda di Marcello: “come fa ICEA a certificare questi prodotti ?”
Nei limiti delle certificazioni senza uno standard europeo che definisca cosa è naturale, o biologico o ecologico nel cosmetico, non credo che nessuna delle varie certificazioni “private” attualmente presenti, vada a verificare l’SPF effettivo di un prodotto .
Su come facciano a considerare “ecologico” un prodotto solare pieno di sostanze ittiotossiche non so proprio che dire; in giro circolano concetti di ecologia molto vaghi.
Peccato!! Sui solari eco-bio, con questo BJOBJ Bimbi SPF50, Germania batte Italia 4 a 1.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 25 giugno 2014
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Riferimenti:
Review sulla Pongamia Pinnata
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