LA CELLULITE NON E’ UNA MALATTIA
Parliamo di CELLULITE.
A questo punto molti articoli o trattati, specialmente in Italia, cominciano dicendo, CELLULITE non è il suo nome corretto, infatti CELLULITE è una malattia, dicono loro, l’infiammazione delle cellule.
E qui abbiamo il primo NONSENSE.
Infatti l’infiammazione delle cellule proprio non esiste. Si infiammano organi, tessuti; ma la singola cellula proprio non si capisce come possa infiammarsi a meno che non gli si dia fuoco.
I “poveri” Alquier e Pavot che nel 1922 decisero di chiamarla CELLULITE, si sono beccati gli sfottò di decine di paper scientifici che hanno cominciato a presentare la ricerca criticando il fatto che tutti la chiamano cellulite quando questo nome sarebbe “evidentemente” sbagliato.
Soprattutto in Italia , molti diranno che si chiama
Pannicolopatia Edemato Fibro Sclerotica ( 1982, Binazzi, Ribuffo, Carlesimo, Calvieri, Chimenti, Curri, Merlen ) . Che potremmo tradurre con “malattia o sofferenza del pannicolo con manifestazioni edematose, fibrose e sclerotiche”. La prima volta che ho letto questa definizione ho pensato al “latinorum” utilizzato da qualche azzeccagarbugli per impressionare qualche casalinga disperata. E’ un nome talmente lungo e complicato che passa la voglia di usarlo anche se oggi esiste il copia e incolla.
Pensate che sia un nome assurdamente lungo e poco comprensibile ?
Sempre qualche ricercatore italiano ha scritto che “la cellulite e’ una patologia di tipo iperplasico-ipertrofico-abiotrofico-regressivo del pannicolo adiposo sottocutaneo”.
Il problema semantico di dare un nome “corretto” alla cellulite, alla luce del solipsismo linguistico, rappresenta l’incapacità di dare un nome a ciò che non si conosce o viceversa l’incapacità di conoscere ciò che non appartiene al nostro linguaggio…. e così ho dimostrato che non è necessario essere medici per scrivere frasi incomprensibili .
Un ricercatore (Pereira de Godoy) ha recentemente definito la cellulite come la non-malattia più investigata: “the most investigated nondisease”.
L’enorme business della salute da tempo spinge a classificare come malattie dei “normali” quadri fisiologici .
Il British Medical Journal ha definito le non-malattie come problemi o processi che qualcuno definisce malattie ma che la gente risolverebbe meglio se non fossero definiti come tali. ( “a human process or problem that some have defined as a medical condition but where people may have better outcomes if the problem or process was not defined in that way”. )
Cercando quali interessi si nascondano dietro alla classificazione come malattie delle non-malattie ci si addentra in un terreno scivoloso .
Recentemente la AMA ( American Medical Association ) ha classificato come malattia, non senza discussioni e contestazioni, l’obesità. A Samoa ed in alcune isole del sud pacifico dove oltre il 90% della popolazione è sovrappeso e dove se una donna non ha un BMI sopra 30 è considerata un rospo ovviamente non sono d’accordo.
Ma con il sistema sanitario americano, ancora dipendente per lo più dalle assicurazioni private, la possibilità di medicalizzare l’obesità ha un preciso significato. Da una parte l’industria farmaceutica spinge e promuove il bisogno di farmaci (Selling sickness ) dall’altra se l’obesità non è classificata come malattia le assicurazioni non rimborsano quei farmaci.
Il fatto che in Italia l’Agenzia del Farmaco abbia autorizzato la messa in commercio di un farmaco topico per combattere la cellulite, basato su Levotiroxina, che peraltro è un composto chimicamente instabile in presenza di umidità, mi lascia perplesso. Il farmaco viene aggressivamente pubblicizzato come tale , distinguendosi bene dai cosmetici, ma non si trovano riferimenti alle prove di efficacia farmacologica.
E’ dai tempi di Poggiolini (quello dei lingotti d’oro nel puff ) che ho qualche perplessità sull’operato dell’Agenzia del Farmaco italiana .
La classificazione della cellulite come malattia è una anomalia tipicamente italiana dovuta probabilmente all’influenza degli studi del prof. Curri sulle cause della cellulite. Questi studi in realtà non sono conclusivi e descrivono solo uno dei possibili meccanismi di causa e processi di evoluzione della cellulite.
Cellulite: nature and aetiopathogenesis – Terranova, Berardesca, Maibach – 2006
Concludendo:
La cellulite non è una malattia ma un quadro fisiologico normale nelle donne, che a seconda di molteplici fattori può manifestarsi con inestetismi più o meno evidenti.
Su internet si possono trovare centinaia di testi e ricerche scientifiche che parlano della cellulite e dei suoi rimedi.
Spesso utilizzano terminologie improprie e sono scientificamente poco circostanziati.
Le conclusioni sono a volte antitetiche e quasi sempre le ricerche sull’efficacia di specifici attivi cosmetici o trattamenti con apparecchiature non danno risultati significativamente migliori di quelli che possono dare un corretto regime alimentare , una corretta attività fisica e tanti massaggi.
Dal momento che il nome “cellulite” identifica chiaramente e quasi universalmente questo quadro fisiologico, l’affannosa ricerca di nomi alternativi “meglio-sonanti” è inutile.
Rodolfo Baraldini
pubblicato il 12 Ottobre 2013
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Riferimenti:
So-called cellulite: an invented disease. Nürnberger F, Müller G.
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