La bufala dei cosmetici detox.
Grazie a F. che me l’ha ricordato nella cosmesi da alcuni anni circola un claim ed una serie di aggettivazioni pubblicitarie particolarmente confuse e ingannevoli.
Non sono pochi i cosmetici che si appellano al concetto di DETOX, anche se molto meno dei prodotti alimentari e nutrizionali che cavalcano questa “moda”.
L’azione vantata è quella DETOSSINANTE.
ops !!! detossinante?
GERUNDIO DI DETOSSINARE? ( Salvini docet )
DETOSSINARE: non cercatelo sul vocabolario italiano. Non c’è. Il termine se lo è inventato qualche markettaro o qualche pessimo traduttore dall’inglese.
In inglese esiste il verbo “to detoxify” che significa : disintossicare, da cui la forma americana, detox soprattutto nello slang riferito al disintossicarsi dalle droghe.
Nel dizionario Linguaggio pubblicitario↔Italiano “detox” significherebbe: disintossicare, smettere di assumere droghe, rimuovere le tossine, farsi del bene ecc …..
Se il marketing cosmetico ha adottato per spiegare cosa fanno i cosmetici detox il verbo “detossinare”, un termine di fantasia, ambiguo, che fa intendere ma che non dice, non è per una grave diffusa dislessia o analfabetismo. Un cosmetico non può vantare una azione disintossicante, come non può vantare effetti terapeutici o farmacologici.
La definizione legale di cosmetico non prevede che questo serva a disintossicare, tantomeno che sia l’antidoto per qualche veleno o tossina.
La pelle è il nostro organo più esteso, ma non fa parte né dell’apparato digestivo , né di quello respiratorio. Espressioni relative a cosmetici che nutrono o che fanno respirare la pelle sono metafore frutto di licenza poetica-pubblicitaria.
Tanto più se si riferiscono ai capelli o agli strati più superficiali della cute composti da tessuti biologicamente morti, che quindi neanche volendo possono mangiare, respirare e tantomeno intossicarsi visto che sono già “morti”.
Nel cosmetico non si dovrebbe parlare di disintossicare. Molti lo fanno magari con la cautela di non parlare di fegato o reni, ma è un problema di interpretazione legale e dei controlli e sanzioni quasi inesistenti sulla pubblicità del cosmetico.
Si fa intendere che il cosmetico DETOX rimuoverebbe le tossine che si sono accumulate sulla pelle.
OTTIMO, meritano un plauso, peccato che da qualche migliaio di anni l’umanità abbia scoperto le procedure di detersione ed igiene oltre che il sapone. Tutte le volte che ci laviamo rimuoviamo anche potenziali tossine e patogeni dalla superficie della pelle. Proprio non capisco cosa farebbe un “cosmetico detox” a potenziali tossine e patogeni sulla superficie della pelle che non faccia anche un bel lavaggio acqua e sapone.
La pelle poi comunque ricambia ogni 3 o 4 settimane completamente i suoi strati superficiali. La funzione della barriera cutanea è particolarmente efficiente verso le tossine con cui possiamo entrare in contatto anche per questa continua rimozione e rigenerazione dello strato corneo. In sostanza è come se indossassimo un mantello protettivo, che potrebbe sporcarsi e accumulare tossine e patogeni, ma che ogni 3-4 settimane, anche se non lo laviamo, comunque sostituiamo con uno completamente nuovo. Capisco che per il marketing cosmetico parlare di detossinare è molto più attrattivo che parlare di lavare, ma se si tratta di tossine sulla superficie della pelle non ci vedo molta differenza.
Siamo circondati da continui allarmi ed allarmismi per qualcosa che fa male alla salute, quasi che vivessimo immersi nelle tossine . L’inquinamento, ingredienti “tossici e pericolosissimi” aggiunti nel cibo, nei cosmetici, nei farmaci e negli oggetti con cui entriamo a contatto tutti i giorni che accumuleremmo nel nostro organismo. Almeno questo è quello che fanno intendere markettari che propongono qualche sistema, prodotto o trattamento in grado di “detossinarci”.
In realtà, ammesso che davvero questo accumulo di tossine all’interno del nostro corpo ci sia e conseguentemente ci sia bisogno di “detossinarci”, la domanda è se questi trattamenti e prodotti possono farlo più e meglio di quanto lo facciano già naturalmente i nostri organi: reni, fegato e pelle ecc..
La domanda di trattamenti, cibi, cosmetici che vantano la capacità di “detossinarci” è alimentata dalla paura delle intossicazioni che queste imprecisate tossine potrebbero causare.
Ma può trovare una sponda anche nelle ossessioni dei trattamenti purgativi, il bisogno di “depurarsi”, non importa da cosa.
La domanda di “detossinarsi” è sostenuta da ideologie, credenze pseudoreligiose e pseudoscientifiche che attraversano alcuni comportamenti salutistici.
Le radici affondano, da molti secoli, nei processi e comportamenti, soprattutto alimentari, che meglio possono preservare la salute. Si pensi alle principali religioni con i loro divieti alimentari ed ai vari riti di purificazione.
Fino a 50 anni fa chi lavorava in fabbriche a contatto con sostanze chimiche tossiche doveva bere almeno mezzo litro di latte al giorno. Oggi c’è chi propugna il fatto che il latte sarebbe un veleno che ci intossica.
Il problema non è nel quanto siano poco scientifiche o strampalate entrambe le posizioni nei riguardi del latte.
Il problema è che quando si parla di cosmetici detossinanti ci si riferisce genericamente a misteriose tossine senza distinguerle, senza definirne la dose tossica, l’esposizione, i tessuti bersaglio. L’intossicazione da tossine diverse viene curata con antidoti o procedure diverse, a volte contrapposte. L’atropina è nello stesso tempo un antidoto ed un “veleno”. Si utilizza il termine tossine sfruttando una generica paura di potenziali intossicazioni, senza dire che ogni tossina fa storia a se.
Ma il concetto di disintossicare il nostro corpo quanto ha a che fare con il “detossinare” la pelle?
Eventuali tossine che si trovassero all’interno della nostra pelle, come si fa a farle uscire?
Una delle funzioni principale della nostra pelle è proprio quella barriera, cioè il non far passare quasi nulla, in entrambe le direzioni.
Le sostanze che eventualmente attraversano la barriera cutanea, per fortuna poche ed in minima quantità, lo fanno in entrambe le direzioni per diffusione passiva e non è affatto chiaro come si possa misurare e supportare con prove scientifiche il claim dei cosmetici in grado di “detossinare” cioè disintossicare o rimuovere le eventuali tossine dall’interno della nostra pelle.
Concludendo:
l’offerta di cosmetici che vantano una azione DETOX o detossinante risponde alla domanda o paura di chi si sente di accumulare tossine attraverso la pelle.
Spesso nel marketing cosmetico questo claim si associa a problematiche di pelle impura, quasi che le eventuali tossine siano la sola causa dell’impurità cutanee. In pratica la comprensione del consumatore ( nel marketing concept il consumer inside ) vede la pelle impura come manifestazione di una intossicazione e cerca un cosmetico che riduca le impurità della pelle eliminando le tossine.
Il claim può essere ingannevole se fa intendere che un cosmetico è in grado di disintossicare una persona.
Nei paesi dove vige un controllo più rigoroso della comunicazione pubblicitaria l’utilizzo del termine DETOX ha sollevato vari problemi.
Avviso del Committees of Advertising Practice (UK) sull’utilizzo del termine DETOXING nella pubblicità
Nessun ingrediente cosmetico riportato nel database europeo riporta come funzione la capacità di disintossicare, rimuovere o neutralizzare tossine accumulate nella nostra pelle.
Le aziende cosmetiche che intendono sfruttare questo claim per i loro cosmetici, essendo molto vaga la funzionalità che devono avere, possono utilizzare ingredienti con funzione anti-infiammatoria (ma anche questo è un claim non utilizzabile nel cosmetico), cheratolitica, anti-microbica (altro claim border line tra il cosmetico ed il presidio medicale), chelante, assorbente.
Visto che anche marche leader hanno lanciato cosmetici la cui comunicazione ruota attorno alla parola chiave DETOX sarà interessante vedere che ingredienti hanno utilizzato e che test hanno condotto per sostenere il claim.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 29 giugno 2015
Non sono pochi i cosmetici che si appellano al concetto di DETOX, anche se molto meno dei prodotti alimentari e nutrizionali che cavalcano questa “moda”.
L’azione vantata è quella DETOSSINANTE.
ops !!! detossinante?
GERUNDIO DI DETOSSINARE? ( Salvini docet )
DETOSSINARE: non cercatelo sul vocabolario italiano. Non c’è. Il termine se lo è inventato qualche markettaro o qualche pessimo traduttore dall’inglese.
In inglese esiste il verbo “to detoxify” che significa : disintossicare, da cui la forma americana, detox soprattutto nello slang riferito al disintossicarsi dalle droghe.
Nel dizionario Linguaggio pubblicitario↔Italiano “detox” significherebbe: disintossicare, smettere di assumere droghe, rimuovere le tossine, farsi del bene ecc …..
Se il marketing cosmetico ha adottato per spiegare cosa fanno i cosmetici detox il verbo “detossinare”, un termine di fantasia, ambiguo, che fa intendere ma che non dice, non è per una grave diffusa dislessia o analfabetismo. Un cosmetico non può vantare una azione disintossicante, come non può vantare effetti terapeutici o farmacologici.
La definizione legale di cosmetico non prevede che questo serva a disintossicare, tantomeno che sia l’antidoto per qualche veleno o tossina.
La pelle è il nostro organo più esteso, ma non fa parte né dell’apparato digestivo , né di quello respiratorio. Espressioni relative a cosmetici che nutrono o che fanno respirare la pelle sono metafore frutto di licenza poetica-pubblicitaria.
Tanto più se si riferiscono ai capelli o agli strati più superficiali della cute composti da tessuti biologicamente morti, che quindi neanche volendo possono mangiare, respirare e tantomeno intossicarsi visto che sono già “morti”.
Nel cosmetico non si dovrebbe parlare di disintossicare. Molti lo fanno magari con la cautela di non parlare di fegato o reni, ma è un problema di interpretazione legale e dei controlli e sanzioni quasi inesistenti sulla pubblicità del cosmetico.
Si fa intendere che il cosmetico DETOX rimuoverebbe le tossine che si sono accumulate sulla pelle.
OTTIMO, meritano un plauso, peccato che da qualche migliaio di anni l’umanità abbia scoperto le procedure di detersione ed igiene oltre che il sapone. Tutte le volte che ci laviamo rimuoviamo anche potenziali tossine e patogeni dalla superficie della pelle. Proprio non capisco cosa farebbe un “cosmetico detox” a potenziali tossine e patogeni sulla superficie della pelle che non faccia anche un bel lavaggio acqua e sapone.
La pelle poi comunque ricambia ogni 3 o 4 settimane completamente i suoi strati superficiali. La funzione della barriera cutanea è particolarmente efficiente verso le tossine con cui possiamo entrare in contatto anche per questa continua rimozione e rigenerazione dello strato corneo. In sostanza è come se indossassimo un mantello protettivo, che potrebbe sporcarsi e accumulare tossine e patogeni, ma che ogni 3-4 settimane, anche se non lo laviamo, comunque sostituiamo con uno completamente nuovo. Capisco che per il marketing cosmetico parlare di detossinare è molto più attrattivo che parlare di lavare, ma se si tratta di tossine sulla superficie della pelle non ci vedo molta differenza.
Siamo circondati da continui allarmi ed allarmismi per qualcosa che fa male alla salute, quasi che vivessimo immersi nelle tossine . L’inquinamento, ingredienti “tossici e pericolosissimi” aggiunti nel cibo, nei cosmetici, nei farmaci e negli oggetti con cui entriamo a contatto tutti i giorni che accumuleremmo nel nostro organismo. Almeno questo è quello che fanno intendere markettari che propongono qualche sistema, prodotto o trattamento in grado di “detossinarci”.
In realtà, ammesso che davvero questo accumulo di tossine all’interno del nostro corpo ci sia e conseguentemente ci sia bisogno di “detossinarci”, la domanda è se questi trattamenti e prodotti possono farlo più e meglio di quanto lo facciano già naturalmente i nostri organi: reni, fegato e pelle ecc..
La domanda di trattamenti, cibi, cosmetici che vantano la capacità di “detossinarci” è alimentata dalla paura delle intossicazioni che queste imprecisate tossine potrebbero causare.
Ma può trovare una sponda anche nelle ossessioni dei trattamenti purgativi, il bisogno di “depurarsi”, non importa da cosa.
La domanda di “detossinarsi” è sostenuta da ideologie, credenze pseudoreligiose e pseudoscientifiche che attraversano alcuni comportamenti salutistici.
Le radici affondano, da molti secoli, nei processi e comportamenti, soprattutto alimentari, che meglio possono preservare la salute. Si pensi alle principali religioni con i loro divieti alimentari ed ai vari riti di purificazione.
Fino a 50 anni fa chi lavorava in fabbriche a contatto con sostanze chimiche tossiche doveva bere almeno mezzo litro di latte al giorno. Oggi c’è chi propugna il fatto che il latte sarebbe un veleno che ci intossica.
Il problema non è nel quanto siano poco scientifiche o strampalate entrambe le posizioni nei riguardi del latte.
Il problema è che quando si parla di cosmetici detossinanti ci si riferisce genericamente a misteriose tossine senza distinguerle, senza definirne la dose tossica, l’esposizione, i tessuti bersaglio. L’intossicazione da tossine diverse viene curata con antidoti o procedure diverse, a volte contrapposte. L’atropina è nello stesso tempo un antidoto ed un “veleno”. Si utilizza il termine tossine sfruttando una generica paura di potenziali intossicazioni, senza dire che ogni tossina fa storia a se.
Ma il concetto di disintossicare il nostro corpo quanto ha a che fare con il “detossinare” la pelle?
Eventuali tossine che si trovassero all’interno della nostra pelle, come si fa a farle uscire?
Una delle funzioni principale della nostra pelle è proprio quella barriera, cioè il non far passare quasi nulla, in entrambe le direzioni.
Le sostanze che eventualmente attraversano la barriera cutanea, per fortuna poche ed in minima quantità, lo fanno in entrambe le direzioni per diffusione passiva e non è affatto chiaro come si possa misurare e supportare con prove scientifiche il claim dei cosmetici in grado di “detossinare” cioè disintossicare o rimuovere le eventuali tossine dall’interno della nostra pelle.
Concludendo:
l’offerta di cosmetici che vantano una azione DETOX o detossinante risponde alla domanda o paura di chi si sente di accumulare tossine attraverso la pelle.
Spesso nel marketing cosmetico questo claim si associa a problematiche di pelle impura, quasi che le eventuali tossine siano la sola causa dell’impurità cutanee. In pratica la comprensione del consumatore ( nel marketing concept il consumer inside ) vede la pelle impura come manifestazione di una intossicazione e cerca un cosmetico che riduca le impurità della pelle eliminando le tossine.
Il claim può essere ingannevole se fa intendere che un cosmetico è in grado di disintossicare una persona.
Nei paesi dove vige un controllo più rigoroso della comunicazione pubblicitaria l’utilizzo del termine DETOX ha sollevato vari problemi.
Avviso del Committees of Advertising Practice (UK) sull’utilizzo del termine DETOXING nella pubblicità
Nessun ingrediente cosmetico riportato nel database europeo riporta come funzione la capacità di disintossicare, rimuovere o neutralizzare tossine accumulate nella nostra pelle.
Le aziende cosmetiche che intendono sfruttare questo claim per i loro cosmetici, essendo molto vaga la funzionalità che devono avere, possono utilizzare ingredienti con funzione anti-infiammatoria (ma anche questo è un claim non utilizzabile nel cosmetico), cheratolitica, anti-microbica (altro claim border line tra il cosmetico ed il presidio medicale), chelante, assorbente.
Visto che anche marche leader hanno lanciato cosmetici la cui comunicazione ruota attorno alla parola chiave DETOX sarà interessante vedere che ingredienti hanno utilizzato e che test hanno condotto per sostenere il claim.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 29 giugno 2015
Nessun commento:
Posta un commento