“NATURALE”: prendetela con filosofia
Me li vedo, quelli della commissione europea, o meglio i partecipanti al workgroup che nel 2010 stavano discutendo della parte del regolamento che riguarda i claim cosmetici.
MisterX :”Dobbiamo una volta per tutte definire cosa significa “Naturale” nella pubblicità del cosmetico. In giro pubblicizzano cose senza senso prendendo per il naso i consumatori”MissY : “Se è per questo dobbiamo chiarire anche cosa è un cosmetico “Biologico”, sembra che dentro ci debbano essere le anguille vive che sguazzano…
MissK, olandese che aveva letto Hegel:”Ma il concetto di “Naturale” è una sovrastruttura culturale, infarcito di illogicità e senza basi fenomenologiche …”
Immagino l’imbarazzo di chi non ha letto Hegel. Non so come la discussione sia proseguita e quanto possa essere durata addentrandosi in problemi semantici ed epistemologici, che normalmente quelli che compongono le commissioni governative di taglio tecnico risolvono consultando wikipedia.
Ma dopo un po’ sospetto che MisterZ, stanco per le discussioni inconcludenti abbia esordito con:
“Scusate, ma a me risulta che l’ISO, International Standard Organization, stia discutendo più o meno la stessa cosa, perché non facciamo decidere a loro?”
Così all’unanimità e con i soddisfatti sorrisi di chi si è liberato di una bella bega, il workgoup delibera :” It was noted that an International Organization for Standardization (ISO)
standard for natural and organic cosmetics is currently being developed. In order to avoid duplication of the work at the EU and ISO level, the group will take into account the progress on the future ISO standard and will consider whether or not to develop EU specific criteria for natural and organic claims.”
L’ISO è l’ente non governativo che cerca di standardizzare a livello mondiale un po’ di tutto. Insomma, se compri un kg di patate in Cina devi prima sapere che cosa è una patata per un cinese e che cosa è un Kg. altrimenti rischi che nel pacchetto ti arrivino 900 gr. di fragole.
Quindi ben venga che qualcuno cerchi, non senza fatica , di standardizzare, cioè creare delle definizioni e norme comuni.
Quelli dell’ISO mi ricordano dei grigi ingegneri molto pignoli che passano il tempo a mettere i puntini sulle “i”.
Sono sicuramente i migliori per definire cosa è un laser, un cioccolatino o una forchetta ( quante punte deve avere, quante volte deve penetrare nella pancia di qualcuno prima di piegarsi ecc..) ma sulla definizione di cosa è naturale non so proprio se sanno come cavarsela.
Intanto la procedura interna all’ISO, ovviamente rigidamente normata e standardizzata, prevede che ogni gruppo di lavoro che deve elaborare un nuovo standard lo completi entro 3 anni.
Sono già più di 5 anni che parlano di come definire un cosmetico naturale, ma ancora non è uscito nulla… Dicono che entro la fine del 2015 partoriranno il topo e sono proprio curioso di vedere come hanno sbrogliato la faccenda e se la coda del topo è lunga proprio come specificano le norme ISO 246542 , cioè 12,57 cm. a 20 °C.
Ma li capisco. Non è facile per degli ingegneri, chimici e cosmetologi discutere di cosa è un cosmetico naturale. Ci vogliono poeti, religiosi e forse anche qualche filosofo.
I filosofi disponibili sono pochi. Parlare di filosofia della natura dopo che gli elaborati di Hegel sono stati definiti “la pattumiera” del suo pensiero filosofico, non è incoraggiante. Mi risulta che Cacciari, uno dei pochi filosofi che parla come mangia, abbia fatto recentemente un timido tentativo, ma non ho capito quasi nulla visto che io e Cacciari mangiamo cose diverse.
L’uomo, più di tutti gli altri esseri viventi, ha la capacità di adattare la natura e l’ambiente a se stesso. È nella sua natura. E qui si crea un bel loop logico per chi considera le cose fatte dall’uomo “non naturali”.
Già: se immaginiamo la natura come un concetto ampio ma non omnicomprensivo, forse è più facile definire cosa “non è naturale”. E qui è facile, facile…o almeno: sembra facile, facile.
Se è fatto dall’uomo, non è naturale, diranno i più.
Io, che sono ospite nella casa di 4 gatti e un cane, ci ho messo un po’ a capirlo ma questa è casa loro, non mia, ho qualche dubbio.
Insomma il cane è una varietà mutante del lupo “creata” dall’uomo, ad occhio e croce 20-40000 anni fa.
Allora la Chicca, la bastardina che scodinzola sotto al tavolino mentre sto scrivendo: NON È NATURALE?
“Non diciamo sciocchezze!!” sbotterà MisterK, ingegnere olandese imparentato con MissK ma che non ha letto Hegel:“Dipende da quanto pesa l’intervento dell’uomo.”
Immagino che ci siano da qualche parte norme ISO che definiscono che bilancia si deve utilizzare per pesare l’intervento dell’uomo.
Un pezzo di marmo estratto da una cava sarebbe naturale, anche se non può essere estratto senza l’intervento dell’uomo, mentre la “Pietà” di Michelangelo non è naturale ?
Di questo passo sospetto che si possa arrivare al definire come “non naturale” tutto ciò che è realizzato dall’uomo utilizzando “troppa intelligenza e troppe conoscenze”. Quindi “naturale” ed “intelligente”, entrambe concetti abbastanza vaghi, sono in antitesi tra di loro.
In attesa di norme ISO che specifichino cosa significa quel “troppo” intelligente, anche senza aver chiaro il significato di “naturale” ho la certezza che il semplice significante, cioè la stringa di lettere che compone la parola, funziona egregiamente per vendere… qualunque cosa.
L’idea non è mia originale. Non posso vantare alcun copyright. Oltre 54 anni fa Manzoni, non quello della “Colonna infame”, ha esposto alla biennale di Venezia una sua opera d’arte, “conservata al naturale”.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 8 agosto 2015
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Immagino l’imbarazzo di chi non ha letto Hegel. Non so come la discussione sia proseguita e quanto possa essere durata addentrandosi in problemi semantici ed epistemologici, che normalmente quelli che compongono le commissioni governative di taglio tecnico risolvono consultando wikipedia.
Ma dopo un po’ sospetto che MisterZ, stanco per le discussioni inconcludenti abbia esordito con:
“Scusate, ma a me risulta che l’ISO, International Standard Organization, stia discutendo più o meno la stessa cosa, perché non facciamo decidere a loro?”
Così all’unanimità e con i soddisfatti sorrisi di chi si è liberato di una bella bega, il workgoup delibera :” It was noted that an International Organization for Standardization (ISO)
standard for natural and organic cosmetics is currently being developed. In order to avoid duplication of the work at the EU and ISO level, the group will take into account the progress on the future ISO standard and will consider whether or not to develop EU specific criteria for natural and organic claims.”
L’ISO è l’ente non governativo che cerca di standardizzare a livello mondiale un po’ di tutto. Insomma, se compri un kg di patate in Cina devi prima sapere che cosa è una patata per un cinese e che cosa è un Kg. altrimenti rischi che nel pacchetto ti arrivino 900 gr. di fragole.
Quindi ben venga che qualcuno cerchi, non senza fatica , di standardizzare, cioè creare delle definizioni e norme comuni.
Quelli dell’ISO mi ricordano dei grigi ingegneri molto pignoli che passano il tempo a mettere i puntini sulle “i”.
Sono sicuramente i migliori per definire cosa è un laser, un cioccolatino o una forchetta ( quante punte deve avere, quante volte deve penetrare nella pancia di qualcuno prima di piegarsi ecc..) ma sulla definizione di cosa è naturale non so proprio se sanno come cavarsela.
Intanto la procedura interna all’ISO, ovviamente rigidamente normata e standardizzata, prevede che ogni gruppo di lavoro che deve elaborare un nuovo standard lo completi entro 3 anni.
Sono già più di 5 anni che parlano di come definire un cosmetico naturale, ma ancora non è uscito nulla… Dicono che entro la fine del 2015 partoriranno il topo e sono proprio curioso di vedere come hanno sbrogliato la faccenda e se la coda del topo è lunga proprio come specificano le norme ISO 246542 , cioè 12,57 cm. a 20 °C.
Ma li capisco. Non è facile per degli ingegneri, chimici e cosmetologi discutere di cosa è un cosmetico naturale. Ci vogliono poeti, religiosi e forse anche qualche filosofo.
I filosofi disponibili sono pochi. Parlare di filosofia della natura dopo che gli elaborati di Hegel sono stati definiti “la pattumiera” del suo pensiero filosofico, non è incoraggiante. Mi risulta che Cacciari, uno dei pochi filosofi che parla come mangia, abbia fatto recentemente un timido tentativo, ma non ho capito quasi nulla visto che io e Cacciari mangiamo cose diverse.
L’uomo, più di tutti gli altri esseri viventi, ha la capacità di adattare la natura e l’ambiente a se stesso. È nella sua natura. E qui si crea un bel loop logico per chi considera le cose fatte dall’uomo “non naturali”.
Già: se immaginiamo la natura come un concetto ampio ma non omnicomprensivo, forse è più facile definire cosa “non è naturale”. E qui è facile, facile…o almeno: sembra facile, facile.
Se è fatto dall’uomo, non è naturale, diranno i più.
Io, che sono ospite nella casa di 4 gatti e un cane, ci ho messo un po’ a capirlo ma questa è casa loro, non mia, ho qualche dubbio.
Insomma il cane è una varietà mutante del lupo “creata” dall’uomo, ad occhio e croce 20-40000 anni fa.
Allora la Chicca, la bastardina che scodinzola sotto al tavolino mentre sto scrivendo: NON È NATURALE?
“Non diciamo sciocchezze!!” sbotterà MisterK, ingegnere olandese imparentato con MissK ma che non ha letto Hegel:“Dipende da quanto pesa l’intervento dell’uomo.”
Immagino che ci siano da qualche parte norme ISO che definiscono che bilancia si deve utilizzare per pesare l’intervento dell’uomo.
Un pezzo di marmo estratto da una cava sarebbe naturale, anche se non può essere estratto senza l’intervento dell’uomo, mentre la “Pietà” di Michelangelo non è naturale ?
Di questo passo sospetto che si possa arrivare al definire come “non naturale” tutto ciò che è realizzato dall’uomo utilizzando “troppa intelligenza e troppe conoscenze”. Quindi “naturale” ed “intelligente”, entrambe concetti abbastanza vaghi, sono in antitesi tra di loro.
In attesa di norme ISO che specifichino cosa significa quel “troppo” intelligente, anche senza aver chiaro il significato di “naturale” ho la certezza che il semplice significante, cioè la stringa di lettere che compone la parola, funziona egregiamente per vendere… qualunque cosa.
L’idea non è mia originale. Non posso vantare alcun copyright. Oltre 54 anni fa Manzoni, non quello della “Colonna infame”, ha esposto alla biennale di Venezia una sua opera d’arte, “conservata al naturale”.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 8 agosto 2015
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