La moda antiossidante.
Marina. Davide ed altri mi chiedevano di approfondire l’argomento antiossidanti.
Argomento troppo ampio, dove è difficile confutare i tanti luoghi comuni senza fondamento scientifico che circolano.
Nella cosmesi gli antiossidanti hanno 2 ruoli ben distinti:
1° fornire alla pelle “antiossidanti”.
2° proteggere e stabilizzare il prodotto cosmetico .
Per il secondo ruolo è relativamente semplice definire efficacia e funzionalità ma non è affatto semplice ottimizzare un sistema antiossidante in grado di stabilizzare adeguatamente un prodotto cosmetico, pertanto ne parlerò in un prossimo articolo.
Per il primo ruolo, dove l’antiossidante è di fatto un attivo che si supplementa al sistema cutaneo perché reagisca biochimicamente , è molto difficile definire se e cosa fa.
Praticamente tutti gli organismi hanno bisogno dell’ossigeno per vivere ma l’ossigeno è anche intrisecamente pericoloso per la loro esistenza.
Si tratta di quello che la tossicologia definisce ormesi, cioè la capacità della stessa sostanza di fare molto male o molto bene in funzione della dose .
La linea di demarcazione tra bene ( bianco ) e male ( nero ) passa attraverso ben più che 50 sfumature di grigio e cambia con la dose, ma anche con i diversi tessuti , diverse cellule ed i processi biochimici a cui l’ossigeno può partecipare.
Semplificare il tutto considerando buono o cattivo l’ossigeno e, soprattutto, le sue specie reattive porta a prendere colossali cantonate.
Ma a parte gli interessi commerciali che si nascondono dietro ad alcune grossolane semplificazioni e forzature, in genere piace vedere le cose come se fossero tutte semplici , lineari e chiare.
Deve essere per questo che nonostante sia da tempo ampiamente confutato il mito degli antiossidanti che non fanno invecchiare ecc. , il marketing della salute continua a crescere ad alimenta la domanda di frutta rossa, vino rosso e cibi ricchi di polifenoli ecc…
Il grande inganno è partito da una teoria che attribuisce ai radicali ossidativi la causa di malattie varie, oltre che di processi degenerativi e semplificando dell’ “invecchiamento”. Da questo per facile contrapposizione gli antiossidanti guariscono, fanno bene, rallentano l’invecchiamento ecc.
Attraverso plateali frodi scientifiche come quella sul resveratrolo e ingannevoli tabelle ufficiali , come quelle pubblicate dal Dipartimento dell’Agricoltura Americano con i valori ORAC dei principali alimenti , è cresciuta la domanda di prodotti “ricchi” di antiossidanti.
Purtroppo non solo non c’è nessuna evidenza sul fatto che un sovradosaggio di antiossidanti sia benefico per la salute, ma neppure esiste una chiara definizione di cosa è e come è misurabile questa capacità antiossidante.
“Nel 2012 le tabelle ORAC “ufficiali” , quelle che definivano la capacità antiossidante dei principali alimenti, più correttamente di assorbimento dei radicali ossidativi , sono state rimosse dal Dipartimento dell’Agricoltura Americano e la pagina web che spiega la motivazione di questa rimozione è impietosa nel riconoscere quanto quei dati, ampiamente sfruttati da industrie e venditori di prodotti che vantavano virtù salutistiche, fossero fuorvianti o ingannevoli.
Visto il dilagare di claim salutistici basati sulla teoria che gli antiossidanti “fanno bene” anche la FDA e l’EFSA, gli enti di controllo sulla sicurezza degli alimenti USA ed Europeo, hanno dovuto prendere posizione.
Nel frattempo nell’arco di una quindicina di anni sono state pubblicate centinaia di ricerche per individuare meccanismi ed effetto degli antiossidanti in specifici casi e alcuni ricercatori hanno cominciato a parlare dell’ “antioxidant paradox”, cioè della potenziale ambivalenza di una supplementazione con antiossidanti.
Si tratta non solo del rischio che un antiossidante si “trasformi” in un pro-ossidante , rischio noto anche a chi formula i cosmetici, ma proprio dell’interferenza con le funzioni di segnale e di processo che hanno i radicali ossidativi nel nostro corpo.
Il loro utilizzo per supplementare il sistema cutaneo ha vari riscontri di efficacia, ma ogni molecola ha una sua specifica capacità di interagire con specifiche reazioni biochimiche .
La stessa azione antiossidante di una sostanza si può esplicare attraverso diversi meccanismi: scavenger dell’ ossigeno , quencher dell’ossigeno singoletto, riducente, chelante, intercettore dei radicali ecc.
L’azione primaria comporta la rottura della catena di reazioni con conseguente riduzione o inibizione dell’ossidazione.
La azione antiossidante è poi diversa a seconda della sostanza da proteggere : come dire che alcuni antiossidanti sono ottimi per inibire l’autossidazione dell’acido oleico mentre sono scarsi nell’inibire l’autossidazione dell’acido linolenico.
Anche nella relativamente semplice catena di ossidazione dei lipidi lo stesso antiossidante può, a parità di dosaggi e di olio vegetale da proteggere, comportarsi come pro-ossidante se si misura dopo il riscaldamento il valore di perossidi e come antiossidante se si misura la quantità di hexanal ( uno dei marker dell’inrancidimento ) prodotta.
Se aggiungiamo tutte le possibili complesse reazioni con proteine e glucidi si spiega perché non esiste alcuna prova scientifica che la generica supplementazione di “antiossidanti” abbia ricadute positive sulla salute del corpo o della pelle .
Inoltre ogni sostanza può avere una sua specifica interazione con alcuni tessuti e apportare benefici che non dipendono necessariamente dalla sua azione antiossidante.
Insomma: è un bel pasticcio e non è affatto facile definire un corretto sistema antiossidante da apportare alla pelle.
Un approccio “ecologico” può valorizzare gli antiossidanti che già fanno parte della biochimica antiossidante del nostro corpo.
Tocoferolo, Acido Ascorbico , coenzima Q10, enzima Superossidodismutase, Glutathione, Retinolo , Acetyl Cisteine, Acido Lipoico ecc.
Tutto da dimostrare, caso per caso, che la possibile interferenza degli antiossidanti esogeni con quelli endogeni sia un beneficio in quei casi in cui non è evidente la carenza di antiossidanti endogeni.
Ma in cosmesi non è facile far arrivare queste sostanze dove servono e di tutte queste sostanze non è dimostrato che i benefici nell’applicazione topica siano dipendenti dalla sola azione antiossidante.
Ad esempio: l’acido ascorbico è un mattoncino fondamentale nella produzione del collagene, altri antiossidanti, magari più “potenti”, non hanno la stessa funzione. Il d-α-tocopherol proprio inibendo la perossidazione dei lipidi ridurrebbe la sintesi del collagene. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC296984/pdf/jcinvest00078-0362.pdf
Utilizzando altri antiossidanti, magari anche più performanti dei nostri antiossidanti fisiologici, flavonoidi o phenoli, si possono scoprire reazioni paradossali.
Ad esempio: per ridurre le macchie cutanee da tempo si considerano efficaci potenti antiossidanti ma uno dei più “potenti”, la quercitina, risulta stimolare la melanogenesi anziché inibirla (PubMed).
Concludendo:
Si fa presto a dire antiossidante.
A parte , e sono tanti , i prodotti che contengono, in quantità ridicole , qualche ingrediente di moda solo per far bella l’etichetta , la formulazione di un cosmetico per apportare antiossidanti alla pelle è faccenda complessa .
Rodolfo Baraldini
pubblicato 3 marzo 2015
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Derivati dell’acido ascorbico
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Riferimenti:
WHO EUROPE – Do antioxidants prevent disease?
“Withdrawn: Oxygen Radical Absorbance Capacity (ORAC) of Selected Foods, Release 2 (2010)”.
EFSA – “Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to various food(s)/food constituent(s) and protection of cells from premature aging, antioxidant activity, antioxidant content and antioxidant properties, and protection of DNA, proteins and lipids from oxidative damage pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/20061″.
FDA – Guidance for Industry, Food Labeling; Nutrient Content Claims; Definition for “High Potency” and Definition for “Antioxidant” for Use in Nutrient Content Claims for Dietary Supplements and Conventional Foods
Tabelle ORAC cibi antiossidanti
Oxidative stress: the paradox of aerobic life.
The Neglected Significance of “Antioxidative Stress”
Antioxidant-Induced Stress
Achieving the Balance between ROS and Antioxidants
Are polyphenols antioxidants or pro-oxidants? What do we learn from cell culture and in vivo studies?
Antioxidants in foods: state of the science important to the food industry.
Antioxidants: Molecules, medicines, and myths.
Free radicals and antioxidants: updating a personal view.
Measuring reactive species and oxidative damage in vivo and in cell culture: how should you do it and what do the results mean?
Chemistry and biology of reactive oxygen species in signaling or stress responses.
How to characterize an antioxidant: an update.
Assessment of antioxidant capacity in vitro and in vivo.
Standardized methods for the determination of antioxidant capacity and phenolics in foods and dietary supplements.
Free radicals and antioxidants: updating a personal view.
Health promotion by flavonoids, tocopherols, tocotrienols, and other phenols: direct or indirect effects? Antioxidant or not?
Oxidative DNA damage in human white blood cells in dietary antioxidant intervention studies.
Oxidative stress in cell culture: an under-appreciated problem?
Taking a “good” look at free radicals in the aging process.
Argomento troppo ampio, dove è difficile confutare i tanti luoghi comuni senza fondamento scientifico che circolano.
Nella cosmesi gli antiossidanti hanno 2 ruoli ben distinti:
1° fornire alla pelle “antiossidanti”.
2° proteggere e stabilizzare il prodotto cosmetico .
Per il secondo ruolo è relativamente semplice definire efficacia e funzionalità ma non è affatto semplice ottimizzare un sistema antiossidante in grado di stabilizzare adeguatamente un prodotto cosmetico, pertanto ne parlerò in un prossimo articolo.
Per il primo ruolo, dove l’antiossidante è di fatto un attivo che si supplementa al sistema cutaneo perché reagisca biochimicamente , è molto difficile definire se e cosa fa.
Praticamente tutti gli organismi hanno bisogno dell’ossigeno per vivere ma l’ossigeno è anche intrisecamente pericoloso per la loro esistenza.
Si tratta di quello che la tossicologia definisce ormesi, cioè la capacità della stessa sostanza di fare molto male o molto bene in funzione della dose .
Ossigeno Buono | Ossigeno Cattivo |
Semplificare il tutto considerando buono o cattivo l’ossigeno e, soprattutto, le sue specie reattive porta a prendere colossali cantonate.
Ma a parte gli interessi commerciali che si nascondono dietro ad alcune grossolane semplificazioni e forzature, in genere piace vedere le cose come se fossero tutte semplici , lineari e chiare.
Deve essere per questo che nonostante sia da tempo ampiamente confutato il mito degli antiossidanti che non fanno invecchiare ecc. , il marketing della salute continua a crescere ad alimenta la domanda di frutta rossa, vino rosso e cibi ricchi di polifenoli ecc…
Il grande inganno è partito da una teoria che attribuisce ai radicali ossidativi la causa di malattie varie, oltre che di processi degenerativi e semplificando dell’ “invecchiamento”. Da questo per facile contrapposizione gli antiossidanti guariscono, fanno bene, rallentano l’invecchiamento ecc.
Attraverso plateali frodi scientifiche come quella sul resveratrolo e ingannevoli tabelle ufficiali , come quelle pubblicate dal Dipartimento dell’Agricoltura Americano con i valori ORAC dei principali alimenti , è cresciuta la domanda di prodotti “ricchi” di antiossidanti.
Purtroppo non solo non c’è nessuna evidenza sul fatto che un sovradosaggio di antiossidanti sia benefico per la salute, ma neppure esiste una chiara definizione di cosa è e come è misurabile questa capacità antiossidante.
“Nel 2012 le tabelle ORAC “ufficiali” , quelle che definivano la capacità antiossidante dei principali alimenti, più correttamente di assorbimento dei radicali ossidativi , sono state rimosse dal Dipartimento dell’Agricoltura Americano e la pagina web che spiega la motivazione di questa rimozione è impietosa nel riconoscere quanto quei dati, ampiamente sfruttati da industrie e venditori di prodotti che vantavano virtù salutistiche, fossero fuorvianti o ingannevoli.
Visto il dilagare di claim salutistici basati sulla teoria che gli antiossidanti “fanno bene” anche la FDA e l’EFSA, gli enti di controllo sulla sicurezza degli alimenti USA ed Europeo, hanno dovuto prendere posizione.
Nel frattempo nell’arco di una quindicina di anni sono state pubblicate centinaia di ricerche per individuare meccanismi ed effetto degli antiossidanti in specifici casi e alcuni ricercatori hanno cominciato a parlare dell’ “antioxidant paradox”, cioè della potenziale ambivalenza di una supplementazione con antiossidanti.
Si tratta non solo del rischio che un antiossidante si “trasformi” in un pro-ossidante , rischio noto anche a chi formula i cosmetici, ma proprio dell’interferenza con le funzioni di segnale e di processo che hanno i radicali ossidativi nel nostro corpo.
Si Fa Presto a Dire Antiossidante
Nella cosmesi oltre 1200 ingredienti sono classificati con la funzione antiossidante.Il loro utilizzo per supplementare il sistema cutaneo ha vari riscontri di efficacia, ma ogni molecola ha una sua specifica capacità di interagire con specifiche reazioni biochimiche .
La stessa azione antiossidante di una sostanza si può esplicare attraverso diversi meccanismi: scavenger dell’ ossigeno , quencher dell’ossigeno singoletto, riducente, chelante, intercettore dei radicali ecc.
L’azione primaria comporta la rottura della catena di reazioni con conseguente riduzione o inibizione dell’ossidazione.
La azione antiossidante è poi diversa a seconda della sostanza da proteggere : come dire che alcuni antiossidanti sono ottimi per inibire l’autossidazione dell’acido oleico mentre sono scarsi nell’inibire l’autossidazione dell’acido linolenico.
Anche nella relativamente semplice catena di ossidazione dei lipidi lo stesso antiossidante può, a parità di dosaggi e di olio vegetale da proteggere, comportarsi come pro-ossidante se si misura dopo il riscaldamento il valore di perossidi e come antiossidante se si misura la quantità di hexanal ( uno dei marker dell’inrancidimento ) prodotta.
Se aggiungiamo tutte le possibili complesse reazioni con proteine e glucidi si spiega perché non esiste alcuna prova scientifica che la generica supplementazione di “antiossidanti” abbia ricadute positive sulla salute del corpo o della pelle .
Inoltre ogni sostanza può avere una sua specifica interazione con alcuni tessuti e apportare benefici che non dipendono necessariamente dalla sua azione antiossidante.
Insomma: è un bel pasticcio e non è affatto facile definire un corretto sistema antiossidante da apportare alla pelle.
Un approccio “ecologico” può valorizzare gli antiossidanti che già fanno parte della biochimica antiossidante del nostro corpo.
Tocoferolo, Acido Ascorbico , coenzima Q10, enzima Superossidodismutase, Glutathione, Retinolo , Acetyl Cisteine, Acido Lipoico ecc.
Tutto da dimostrare, caso per caso, che la possibile interferenza degli antiossidanti esogeni con quelli endogeni sia un beneficio in quei casi in cui non è evidente la carenza di antiossidanti endogeni.
Ma in cosmesi non è facile far arrivare queste sostanze dove servono e di tutte queste sostanze non è dimostrato che i benefici nell’applicazione topica siano dipendenti dalla sola azione antiossidante.
Ad esempio: l’acido ascorbico è un mattoncino fondamentale nella produzione del collagene, altri antiossidanti, magari più “potenti”, non hanno la stessa funzione. Il d-α-tocopherol proprio inibendo la perossidazione dei lipidi ridurrebbe la sintesi del collagene. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC296984/pdf/jcinvest00078-0362.pdf
Utilizzando altri antiossidanti, magari anche più performanti dei nostri antiossidanti fisiologici, flavonoidi o phenoli, si possono scoprire reazioni paradossali.
Ad esempio: per ridurre le macchie cutanee da tempo si considerano efficaci potenti antiossidanti ma uno dei più “potenti”, la quercitina, risulta stimolare la melanogenesi anziché inibirla (PubMed).
Concludendo:
Si fa presto a dire antiossidante.
A parte , e sono tanti , i prodotti che contengono, in quantità ridicole , qualche ingrediente di moda solo per far bella l’etichetta , la formulazione di un cosmetico per apportare antiossidanti alla pelle è faccenda complessa .
Rodolfo Baraldini
pubblicato 3 marzo 2015
articoli correlati:
LA BUFALA : resveratrolo
Derivati dell’acido ascorbico
MYTH BUSTER:LA CONTROVERSIA SUL TOCOPHERYL ACETATE
Che formulazioni fanno penetrare meglio gli attivi?
La Vitamina C nei cosmetici
Riferimenti:
WHO EUROPE – Do antioxidants prevent disease?
“Withdrawn: Oxygen Radical Absorbance Capacity (ORAC) of Selected Foods, Release 2 (2010)”.
EFSA – “Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to various food(s)/food constituent(s) and protection of cells from premature aging, antioxidant activity, antioxidant content and antioxidant properties, and protection of DNA, proteins and lipids from oxidative damage pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/20061″.
FDA – Guidance for Industry, Food Labeling; Nutrient Content Claims; Definition for “High Potency” and Definition for “Antioxidant” for Use in Nutrient Content Claims for Dietary Supplements and Conventional Foods
Tabelle ORAC cibi antiossidanti
Oxidative stress: the paradox of aerobic life.
The Neglected Significance of “Antioxidative Stress”
Antioxidant-Induced Stress
Achieving the Balance between ROS and Antioxidants
Are polyphenols antioxidants or pro-oxidants? What do we learn from cell culture and in vivo studies?
Antioxidants in foods: state of the science important to the food industry.
Antioxidants: Molecules, medicines, and myths.
Free radicals and antioxidants: updating a personal view.
Measuring reactive species and oxidative damage in vivo and in cell culture: how should you do it and what do the results mean?
Chemistry and biology of reactive oxygen species in signaling or stress responses.
How to characterize an antioxidant: an update.
Assessment of antioxidant capacity in vitro and in vivo.
Standardized methods for the determination of antioxidant capacity and phenolics in foods and dietary supplements.
Free radicals and antioxidants: updating a personal view.
Health promotion by flavonoids, tocopherols, tocotrienols, and other phenols: direct or indirect effects? Antioxidant or not?
Oxidative DNA damage in human white blood cells in dietary antioxidant intervention studies.
Oxidative stress in cell culture: an under-appreciated problem?
Taking a “good” look at free radicals in the aging process.
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