Benzyl alcohol e cosmesi fai da te
- Barbara mi scrive:
“Salve, cosa ne pensa del Benzyl Alcohol DHA come conservante nei cosmetici fai da te? ….”
1° – cara Barbara, se continuate a darmi del Lei, mi fate sentire vecchio bacucco. Please, diamoci del Tu…2° – La mia tesi, e non solo mia, è che: NON ESISTONO SOSTANZE BUONE O CATTIVE, BUONO O CATTIVO PUO’ ESSERE L’UTILIZZO CHE SE NE FA o IL MODO CON CUI VENGONO PRODOTTE.
3° – I cosmetici fai da te sono una occasione straordinaria per sviluppare una cosmesi senza i vincoli di profittabilità, ma anche di sicurezza, della cosmesi industriale.
La cosmesi autoprodotta è un fenomeno che sta crescendo. Alcuni organi scientifici nazionali stanno cominciando ad interessarsi ai problemi di sicurezza che i cosmetici autoprodotti possono introdurre.
Ho visto nascere siti come L’angolo di Lola e Saicosatispalmi dove conoscenza e competenza cosmetologica si sono formate e sono cresciute a livelli inaspettati. Ma dovendo dare delle opinioni ho sempre cinicamente ed ironicamente ricordato che :
L’EFFETTIVA CAPACITA’ DI AUTO-CURARSI E’ UNO DEI FONDAMENTI DELLA SELEZIONE DELLA SPECIE.
Quindi libera scelta: liberi tutti di spignattarsi i propri cosmetici, di scegliersi le proprie terapie alternative, di cibarsi solo di ciò che si ritiene giusto, tanto poi sarà la selezione naturale della specie a decretare se le nostre scelte e competenze erano corrette.
Visto che chi si spignatta un cosmetico potrebbe essere un minorenne che gioca al piccolo chimico, come potrebbe essere un plurilaureato informatissimo appassionato di chimica, cosmetologia, biologia , medicina, neuroscienze, fisica quantistica ecc.. che ama sperimentarsi le proprie ricette, oppure potrebbe essere semplicemente uno qualunque animato da istinti suicidi, non mi sento di dare indicazioni specifiche su come spignattarsi i cosmetici.
Ma visto che nutro sincera simpatia per gli spignattatori ed i frequentatori dei siti come l’Angolo di Lola, qualche generica considerazione su benzyl alcohol e acido deidroacetico, la posso fare, confidando sul fatto che il principio di precauzione dovrebbe essere applicato anche nelle scelte individuali.
I cosmetici autoprodotti introducono fattori di rischio di cui dovrò parlare più estesamente ed approfonditamente .
Chi si autoproduce un cosmetico normalmente
- non sa e non può realizzare test microbiologici,
- non può verificare qualità, purezza e congruenza delle materie prime che maneggia,
- spesso ha una conoscenza parziale e limitata delle problematiche formulative, delle possibili interazioni e reazioni avverse.
Ma il professionista della cosmesi risponde delle sue eventuali competenze e/o incompetenze. Lo spignattatore risponde solo a se stesso, dando ovviamente per certo che i cosmetici autoprodotti siano SOLO PER USO PERSONALE.
Il BENZYL ALCOHOL è un potenziale allergene, sensibilizza ed irrita; il suo utilizzo per un cosmetico industriale proprio non mi piace , come non mi piace qualunque ingrediente che può indurre reazioni ad una quota non minima della popolazione. Chi spignatta, se non è allergico, ovviamente non se ne preoccupa; ma la potenziale allergia o sensibilizzazione è comunque un fattore di rischio da considerare. Visto che è “imparentato” con l’acido benzoico ed i suoi sali ha vari pregi e difetti simili.
E’ un alcohol phenolico ( la famiglia del phenoxyethanol ) , quindi è volatile. Il profumo non è male, ma di fatto se se ne sente il profumo significa che nei prodotti “aperti” lentamente se ne va, riducendo la capacità conservante.
E’ attivo contro i gram positivi , debole con le muffe, per questo viene offerto in sinergia con acido dehydroacetico.
Poco solubile in acqua ( 4% ) non è un potente ammazzatutto, deve essere considerato più come un batteriostatico ed a dosaggi relativamente alti ( ma l’UE lo limita al’1% ).
Questo significa che la miscela benzyl alcohol + DHA se utilizzata con ingredienti fortemente inquinati battericamente ( succo d’aloe non conservato, acqua demineralizzata comprata al supermercato, fanghi vari, ecc..) potrebbe non essere in grado di abbatterne la carica batterica .
Attivo solo con pH sotto al 6,5, preferibile sotto al 5,5.
Chi spignatta e purtroppo anche molti professionisti della cosmesi non sanno che:
E’ un alcohol phenolico ( la famiglia del phenoxyethanol ) , quindi è volatile. Il profumo non è male, ma di fatto se se ne sente il profumo significa che nei prodotti “aperti” lentamente se ne va, riducendo la capacità conservante.
E’ attivo contro i gram positivi , debole con le muffe, per questo viene offerto in sinergia con acido dehydroacetico.
Poco solubile in acqua ( 4% ) non è un potente ammazzatutto, deve essere considerato più come un batteriostatico ed a dosaggi relativamente alti ( ma l’UE lo limita al’1% ).
Questo significa che la miscela benzyl alcohol + DHA se utilizzata con ingredienti fortemente inquinati battericamente ( succo d’aloe non conservato, acqua demineralizzata comprata al supermercato, fanghi vari, ecc..) potrebbe non essere in grado di abbatterne la carica batterica .
Attivo solo con pH sotto al 6,5, preferibile sotto al 5,5.
Chi spignatta e purtroppo anche molti professionisti della cosmesi non sanno che:
- viene parzialmente inattivato ( perde la capacità conservante ) in presenza di tensioattivi o emulsionanti non ionici.
- può reagire liberando formaldeide se formulato in cosmetici solari con TiO2 ( tranquilli!! si parla di dosi minime di formaldeide )
- può reagire liberando benzene in presenza di forti riducenti, acido ascorbico simili ( tranquilli!! si parla di dosi minime di benzene , anche questa reazione passa attraverso l’ossidazione in acido benzoico ed è photocatalitica, quindi viene accelerata in presenza di metalli e ultravioletti.).
- contaminazioni: (NOTA BENE: la purezza è un problema che riguarda tutti gli ingredienti cosmetici ) può essere contaminato da benzaldehyde , benzyl cloride ecc…
- dovrebbe stare alla larga da neonati e infanti
- dovrebbe non entrare in prodotti nebulizzati-aereosol ecc.. quando utilizzato assieme all’acido dehydroacetico.
Benzyl Alcohol e acido dehydroacetico sono entrambe sostanze di sintesi provenienti dalla filiera petrolchimica , entrambi poco ecologici , sono certificati ECO-CERT per ragioni a me incomprensibili ( forse perché tra i conservanti sintetici sono considerati da alcuni i meno peggio o forse per l’ambiguo concetto di natural occurrence ).
Le valutazioni per chi spignatta non mi competono e la decisione se utilizzarlo e come utilizzarlo dipendono dalle aspettative sulla stabilità del prodotto che si hanno, sapendo che senza test microbiologici o challenge non è possibile determinare di un qualunque conservante la dose minima necessaria.
Visto che chi spignatta non dovrebbe essere condizionato dai nonsense commerciali delle ultime mode, non so neppure perché non venga tranquillamente utilizzata una ultracollaudata miscela phenoxyethanol + parabeni.
Rodolfo Baraldini
Pubblicato il 12 Maggio 2013
(6890) RIFERIMENTI:
BENZOATES.
opinione sccp su acido benzoico e sui sali, anno 2005
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