venerdì 7 novembre 2014

Cosmetici Cruelty Free: un marchio di successo.

Cosmetici Cruelty Free: un marchio di successo.

Cosmetici Cruelty Free: un marchio di successo.

 
il Trademark "Leaping Bunny", marchio della campagna internazionale Creulty Free
 
Il marchio di successo non è quello di una singola marca cosmetica, ma quello , con il coniglietto e le stelline, che accomuna i diversi marchi cosmetici che vantano essere “Cruelty Free”.
I sondaggi di opinione fatti per valutare le motivazioni all’acquisto del cosmetico vedono ancora nelle prime posizioni la richiesta che il cosmetico non sia testato su animali. Questa è la prova dell’evidente successo delle campagne fatte per oltre 20 anni , sotto l’egida del marchio con il coniglietto che salta.
Le problematiche poste dal desiderio di ridurre drasticamente la sperimentazione sugli animali non sono di semplice soluzione.
Anche una normativa avanzata (forse: troppo avanzata) come quella europea per il cosmetico, non è in grado di porre fine ad una controversia su temi etici e sociali che dura da oltre 100 anni.
Per i grossi interessi economici ed anche politici ( non solo la Michela Vittoria Brambilla) che muove, la campagna contro i test sugli animali è soggetta a continui sviluppi.
Dove sta la Bufala?
Oggi, chi pubblicizza i propri cosmetici come non testati su animali, in Europa
vanta una qualità che hanno anche tutti gli altri cosmetici europei.
Per vendere i propri prodotti di fatto sfrutta la ignoranza tecnico normativa del consumatore, che non lo sa.
Il generico consumatore non sa appunto che tutti i cosmetici nella Unione Europea , da anni, non possono essere testati su animali.
Solo chi investe ed ha investito sui test alternativi ai test animali opera concretamente per una soluzione definitiva e radicale del problema .
Ma questo argomento, cioè quanto si fa per sviluppare sistemi alternativi ai test animali, non fa vendere bene i propri prodotti come il dichiararsi , spesso impropriamente o ingannevolmente, “Cruelty Free” .
Qui un precedente approfondimento sul tema 

Regolamento Europeo sulla sperimentazione animale dei cosmetici e dei loro ingredienti

Al momento , norme avanzate come quelle dell’Unione Europea per la messa al bando dei test animali , sono state seguite solo da Israele.
Nessun altro paese al mondo, neppure la Svizzera, proibisce per legge che vengano eseguiti test dei cosmetici su animali.
Recentemente (inizio ottobre) ho notato che il marchio con il coniglietto che salta del cruelty free
(il cosiddetto “leaping bunny”) è stato rimosso dal sito web dell’ICEA AIAB, ente certificatore italiano, per conto della LAV (Lega anti Vivisezione) .
Il Leaping Bunny è un vero proprio Marchio Commerciale ( Trademark ) registrato dalla BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection) .

Registrazione del Marchio


Questo comporta che il disegno del famoso coniglietto che salta (leaping bunny) non possa essere utilizzato su cosmetici , farmaci, campagne d’opinione o certificazioni senza il consenso dei titolari del marchio.

Cosa si deve fare per poter apporre il Marchio sui propri cosmetici ?


Display in Vetrina sui test animali
Di fatto parliamo di pubblicità, pubblicità che si fa per vendere un prodotto cosmetico. E’ ragionevole che una pubblicità , anche quella sulle proprie “qualità Cruelty Free” , rappresenti per l’azienda cosmetica un costo proporzionato al fatturato.
Da notare che nel display (ringrazio Debora che prontamente mi ha inviato la foto) si parla esplicitamente del fatto che “si certifica che le aziende e i loro fornitori siano cruelty free, non facciano cioè ricorso a materie prime testate su animali”. Virtualmente tutti gli ingredienti cosmetici, anche l’acqua , sono stati testati su animali ed è praticamente impossibile certificare il contrario.
Poi, quasi tutte le informazioni tossicologiche per redigere il dossier di sicurezza cosmetico , come la LD50 (cioè la dose letale che uccide il 50% degli animali sottoposti al test) , sono ricavate proprio da questi test. Quindi praticamente tutte le materie prime cosmetiche sono state testate su animali e quand’anche fossero vecchi test realizzati in passato, per i quali gli attuali produttori del cosmetico non hanno effettivamente alcuna responsabilità, le informazioni ricavate da questi test sono normalmente utilizzate, anche oggi, anche da chi si vanta di essere cruelty free, per calcolare e validare la sicurezza del cosmetico.

Ma, praticamente, quanto costa certificarsi ?
“Molti non sanno che le certificazioni come LAV e ICEA /AIAB hanno dei costi enormi per le aziende cosmetiche che si ripercuotono poi sui prezzi al consumo….”

Dal sito www.fitocose.it

Il Marchio che compariva nei siti Aiab e LAV
Non conosco causa e significato della recente rimozione del marchio col coniglietto dal sito web della LAV e della ICEA-AIAB, ma sembra sempre più evidente che la normativa europea abbia ampiamente superato e reso insensato il farsi vanto di essere “cruelty free” nel cosmetico.
Lo “Standard Internazionale” non sembra più uno standard. In nessun altro paese oltre all’Italia viene pubblicizzato con lo slogan: “NO AI TEST ANIMALI”. Il marchio con il coniglietto, attribuito allo “standard internazionale” , sempre più spesso, in Italia, non viene proprio utilizzato.
Si tratta solo di beghe o dissensi tra enti certificatori?
In ogni caso tra tanti soldi che girano, per audit, certificazioni, licenze d’uso di marchi, pubblicità ecc.. la speranza è che qualcosa venga dato alle strutture di ricerca scientifica che devono sviluppare metodi alternativi ai test animali.
Senza di loro il problema non verrà risolto e la materia si ridurrà alle vuote chiacchiere di chi si vanta di essere più etico o compassionevole degli altri e di chi, non senza interesse, dispenserà assoluzioni.
 
Paracelso
pubblicato il 26 ottobre 2012

Aggiornamento agosto 2014
Il marchio con il coniglio e le stelline è di nuovo presente nel sito della LAV e le aziende italiane ”certificate” sono elencate nel sito della BUAV
Bilancio LAV 2013

Riferimenti:
European Partnership for Alternative Approaches to Animal Testing (EPAA)
Un fondo per la ricerca dei test alternativi
Pagina ICEA dove è stato rimosso il marchio - cache
Il sito della “European Coalition to End Animal Experiments”
Human Cosmetic Standard – il disciplinare internazionale che regola l’attribuzione del marchio con il “Leaping Bunny”
Corporate_Standard_of_Compassion_for_Animals, un’altro disciplinare “standard”
Il disciplinare italiano
Lo standard “No ai test su animali” della LAV - cache
gocrueltyfree.org il sito con il “negozio” dei cosmetici “certificati etici”
Le FAQ del Leaping Bunny
Class action contro marche cosmetiche che vantavano il Cruelty Free ed esportano in Cina
Cessazione nella licenza d’uso del marchio col coniglietto di Dermalogica, per l’esportazione in Cina
COMBINING REFLEXIVE LAW AND FALSE ADVERTISING LAW TO STANDARDIZE “CRUELTY-FREE” LABELING OF COSMETICS

 

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