sabato 29 novembre 2014

Testimonial, Consulente o Blogger cosmetico?


Testimonial, Consulente o Blogger cosmetico?

Testimonial, Consulente o Blogger cosmetico?

Parlando di ZMOT e le blogger cosmetiche. e di come stia mutando l’atteggiamento del consumatore verso una maggiore consapevolezza Michele  mi ha commentato:
Direi che un’ottimo termine di paragone sia quello che succede nel mondo della moda. ops fashion. Molti compreso il sottoscritto pensavano che il fenomeno delle blogger fashion avrebbe messo sotto pressione con la loro competenza gli stilisti , i marchi e le strategie relative, invece sia i grandi gruppi che i piccoli hanno completamente fagocitato le fashion blogger inserendole come parti del sistema.Il massimo della critica ammessa è ma come ti vesti, ovvero la critica a chi si veste , non a chi l’ha vestito.
 
In questo senso non sarei ancora così negativo col mondo delle beauty blogger le quali a torto o a ragione continuano a segnalare fenomeni non proprio nitidi di comportamento da parte delle aziende cosmetiche dei distribuor e del mondo della comunicazione cosmetica. Credo che le voci critiche vadano incoraggiate, non per la critica fine a se stessa, ma perchè il miglioramento dei prodotti cosmetici passano sicuramente per il vaglio sempre più consapevole e corretto dell’utenza finale, cliente.
Il mondo della cosmetica distribuita in farmacia ad esempio e quasi del tutto priva del legame col consumatore finale , con fenomeni che coinvolgono anche la conferma del dermatologo, oftalmologo o medico estetico .vorrei non fermarmi , ma mi limito ad un’ultima postilla : il modello di presa di conoscenza solitaria . Io da solo cerco informazioni non corrisponde a nessuna delle ns conoscenze sociologiche .Gli opinion leader hanno da sempre orientate le scelte, e se prima era la casalinga di paese , o la moglie del sindaco e del farmacista oggi può essere una blogger. Il modello semplificato descritto non corrisponde a come si cercano informazioni, si fanno valutazioni, e si prendono decisioni. (non è una critica è solo un modo di vedere la cosa un tantino più complessa).

La mia tesi è che internet abbia cambiato tante cose ma non il sistema dei consumi ¹.
Il cosmetico è un mercato esemplare con le sue particolarità. Tra le prime 30 aziende mondiali ben 7 operano con vendita diretta.
7. Avon
16. Mary Kay
18. Natura
19. Amway.
21. Belcorp
22.Oriflame
25. GUTHY-RENKER
Per quanto ne so, nessun mercato-prodotto di largo consumo, neppure quello degli integratori alimentari, vede un successo così marcato delle organizzazioni commerciali che operano con vendita diretta e consulenziale.

La decisione d’acquisto del cosmetico è fortemente influenzata dal TESTIMONIAL =>> CONSULENTE =>> COMPLICE.
Difficile capire i meccanismi psicologici e sociali che hanno creato questa particolarità . Non escludo anche la difficoltà nell’attribuire valori d’uso in contrasto con il retaggio immorale del cosmetico².
Se poi il consulente tocca una delle sfere valoriali più significative, quella della salute , la sua forza si amplifica.
Questo spiegherebbe da una parte l’alta penetrazione di integratori alimentari attraverso vendita diretta dall’altra la forza della vendita in camice nel canale farmacia.
Anche il fear marketing, cioè promuovere la vendita seminando paure, spesso agisce nella sfera della salute. La paura è un’ottima proposizione di vendita.

L’allarmismo attira l’attenzione , crea interesse.

Forse per questo hanno tanta audience le blogger ed i siti cosmetici che seminano a volte insensati allarmi per cosmetici ed ingredienti  demonizzati come pericolosi.


Rodolfo Baraldini
Pubblicato 30 novembre 2014

Note:
¹ Se il sistema dei bisogni è frutto del sistema della produzione ( Galbraith/Baudrillart ) solo l’autoproduzione potrebbe modificare il sistema dei consumi cosmetici.

² …Per secoli la cosmesi è stata associata a comportamenti non etici se non immorali.
La misoginia del mondo classico e delle prime religioni hanno contribuito a creare una immagine negativa dei cosmetici . Nel ’700 ’800 per la società borghese il trucco “eccessivo” comunicava il ruolo delle prostitute e anche ideologie apparentemente antitetiche, in tempi più recenti: fascismo, marxismo, femminismo negativizzano l’utilizzo dei cosmetici.
Il fatto stesso che il cosmetico decorativo sia chiamato “TRUCCO” ci ricorda continuamente come possa essere il vettore dell’inganno…


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