domenica 28 settembre 2014

Le bloggers cosmetiche da evitare come la peste…


Le bloggers cosmetiche da evitare come la peste…

Le bloggers cosmetiche da evitare come la peste…



Parlando di disinformazione e cattiva informazione sul cosmetico non si può non affrontare il fenomeno delle blogger cosmetiche . Non è una questione di genere,  mi riferisco a  bloggers maschi o femmina che siano, solo che i maschi  sono talmente pochi che per semplificare non li considero neppure.
La cosmetologia è materia interdisciplinare che richiede conoscenze anche complesse di chimica, fisica, microbiologia, fisiologia, tossicologia, psicologia  ecc…
Alcune materie scientifiche, che so io, la fisica dei colloidi,  sono di quelle dove la maggioranza di quelli che ci vanno a contatto non superano la decima pagina del libro di testo. Eppure capire come, perchè e con che formulazioni si forma e si dissolve una schiuma  oppure come, perchè e con che formulazioni si formano dei cristalli liquidi ecc..dovrebbe tornare utile al cosmetologo.
Il cosmetico è un prodotto di largo consumo e visto che, non si deve essere ingegneri per saper guidare un auto, chiunque può apprezzarlo e valutarlo in funzione dei suoi gusti e della sua conoscenza.
Quindi ben venga la rete che permette di pubblicizzare le opinioni sui cosmetici che si provano.
Peccato che sia diventato un must delle cosmetic bloggers fare sfoggio della propria pseudocompetenza cosmetologica che le porta a sparare sentenze su cosmetici che non hanno provato, in funzione solo della etichetta, della lista ingredienti o del sentito dire.
La cosmetologia è talmente articolata e complessa che anche i professionisti esperti non possono capire tutto di un cosmetico neppure conoscendo quello che c’è davvero dentro, figurarsi poi interpretando quello che qualcuno per finalità marketing o tecnico regolatorie ha scritto in etichetta . Questa precisazione per ricordare che il fenomeno della non esatta corrispondenza tra quello che c’è scritto in etichetta e quello che c’è davvero dentro ad un cosmetico è molto più diffuso di quanto si pensi.
Il livello di conoscenze tecniche e cosmetologiche  di chi si vanta in rete di essere esperta o esperto di cosmetici è spesso talmente basso che vengono lanciati come proclami o allarmi argomenti che generano sdegno o grasse risate tanto sono insensati e infondati.
La tentazione di autonominarsi guru della cosmesi sembra irresistibile anche per l’indubbio successo che hanno avuto alcuni, peraltro rari, “comunicatori” cosmetici.

Tutto cominciò con Paula

In Italia, nel nostro limitato orizzonte, pochi la conoscono.
 Paula Begoun, americana , oggi sessantenne, era una giornalista investigativa che ben prima che internet si diffondesse cominciò ad interessarsi di cosmesi.Cominciò con un libro autoprodotto dal titolo intrigante
“Blue Eye Shadow Should Be Illegal” per poi finire su internet con un sito www.cosmeticscop.com ( lo sbirro dei cosmetici). Con la nascita di una sua marca cosmetica, il suo sito è diventato www.paulaschoice.comal cui interno si può trovare una ricco database prodotti ed ingredienti,

beautypedia.

Paula Begoun ha avuto successo demistificando le più eclatanti incongruenze e assurdità della cosmesi.
Ha un atteggiamento rigoroso, cerca sempre di documentarsi e si rivolge direttamente alle aziende ed a professionisti qualificati per rendere le sue informazioni più accurate e documentate possibili.
Da quando si è messa in gioco con una sua linea cosmetica corre evidentemente il rischio di cadere in un palese conflitto di interessi. Senza contare nei limiti anche legali che emergerebbero in caso di pubblicità comparativa.
Nonostante tutto ciò il suo sito continua ad essere uno dei più documentati ed affidabili. Parlando con professionisti della cosmesi e scienziati in contatto con lei tutti mi hanno garantito che è proprio lei ad essere così, molto rigorosa e corretta.
Resto dell’idea che chiunque intitoli un proprio libro “Bibbia”, necessiti di un lungo percorso psicoterapeutico, ma nonostante “The Beauty Bible” sia il titolo scelto per l’ultima edizione del libro di Paula, se proprio devo dare un voto ( dare voti pare che sia un esercizio obbligatorio su internet ) ai siti ed alla sua comunicazione sul cosmetico, nonostante qualche discutibile opinione quasi-scientifica ed il rischio di conflitto di interessi,  non esiterei a dare un bel

CLIO

CLIO, CHI?
Un giorno mia figlia, tutta entusiasta , mi disse:” Sai che a New York ci siamo incontrate con Clio ” Ed io, in piena crisi di tardume senile : Clio, Chi? Ho conosciuto e a volte lavorato occasionalmente con alcuni tra i migliori professionisti del make-up: Romualdo Priore, Diego della Palma, Gill Cagnè, chi fosse Clio proprio non lo sapevo. Grazie a mia figlia, andai su you tube e poi nei suoi siti a vedere ed a leggere alcuni dei suoi “pezzi”.
Adesso è anche in TV. Mi capita raramente di fermarmi a vedere per intero una sua puntata. Che dire : è un fenomeno. Cioè come internet e la rete possano amplificare l’immagine di una persona è veramente un fenomeno. Penso che chiunque abbia investito milioni di euro in campagne pubblicitarie tradizionali per promuovere un prodotto davanti a fenomeni del genere si sia dovuto porre molte domande.
Parlando con qualche professionista, make-up artist a vari livelli, ho sentito spesso critiche: non sa truccare, è antipatica ! Francamente non ho capito se si trattava di semplice invidia per chi con la sua naturalezza e con la capacità di comunicare ha ottenuto uno straordinario successo. Certamente è giovane ed ha dovuto raffinare conoscenze e tecniche , ma ritengo che oggi sia un fior fiore di professionista.
Mi è capitato di sentire e leggere suoi commenti un po’ approssimativi e poco professionali su cosmetici, con ingredienti “buoni o cattivi” ed altre informazioni superficiali che sembravano pescate su internet. Poi ho visto anche alcune banalizzazioni, con i rimedi autoprodotti, gli impacchi “naturali” ed altre cose del genere. D’altra parte anche la affidabilità del Dr.Oz scivola spesso su rimedi autoprodotti di grossolana ingenuità.
Ma ho visto un video dove Clio ha provato un “gonfialabbra”.


Mi è piaciuto. Può essere solo ingenuità, ma il voler provare anche cose assurde, senza razionale scientifico, con curiosità, nonostante oggi Clio sia ormai una professionista “navigata”, mi è sembrato un gesto sincero e rivelatore di un modo naturale di porsi e comunicare e soprattutto commentare cose che si sono provate .
Dovendo dare un voto, sapendo che la qualità pittorica ed estetica nel make-up si raffinano nel tempo e sperando che non si faccia prendere dalla moda di giudicare un prodotto dall’etichetta il mio voto è

MA CON TUTTI QUESTI “BEI” VOTI, PERCHE’ QUESTO TITOLO AVVELENATO ED ACIDO ? BLOGGER DA EVITARE COME LA PESTE ?
Lo ammetto: si tratta di marketing di bassa lega.
Dopo qualche decennio di tv spazzatura , risse , comizi incazzati , giornalisti spara-fango, sembra che il solo modo per avere audience e seguito sia essere caustici e mordaci, quando non proprio cafoni e rissosi.
Mi è venuta la tentazione di sfogarmi un po’.
Se proprio volete una lista delle bloggers cosmetiche che eviterei come la peste prendete tutte quelle che, senza alcuna cognizione di tossicologia o cosmetologia, seminano allarmismo e consigliano di evitare come la peste un qualunque cosmetico, solo perché in etichetta c’è scritto che contiene questo o quello.
L’ignoranza e la disinformazione sono più nocive di qualunque cosmetico.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 21 febbraio 2014
 

Nessun commento:

Posta un commento