A cosa serve un phon ionico?
Ma davvero servono a qualcosa i phon ionici?
Servono si! servono a vendere e questo è sempre un bene; muove l’economia; ci fa sentire tutti più ricchi, sia chi i soldi le spende per comprare i nuovi phon sia chi i soldi li riceve perché li vende.
L’asciugacapelli che quasi tutti gli italiani chiamano Phon, pensando al Föhn/Foen, il vento caldo che scende dalle alpi svizzere con cui Heidi, che è svizzera o meglio grigionese, si asciuga i capelli, è un piccolo elettrodomestico ad dir poco “maturo” in termini di marketing. Difficile convincere la gente che c’è qualcosa tecnologicamente di nuovo che giustifichi prezzi “premium” cioè che convinca la gente a spendere anche più di 150 € per comprare qualcosa che può trovare a 5 €. Sul perché solo in Italia si utilizzi per asciugacapelli un termine pseudoinglese derivato da un nome proprio tedesco si possono fare lunghe discussioni. Non posso non plaudire al burlone che ha messo in giro la voce che Phon derivi da un inventore tedesco, un certo tedesco Phon Neumann. Battuta che nel copia-incolla presinaptico di internet qualcuno ha preso seriamente; così avremmo gli asciugacapelli giocattolo di Phon Neumann ( scienziato della teoria dei giochi ) , asciugacapelli a razzo i Phon Braun ed anche quelli musicali, i Phon Karajan
Il primo brevetto di asciugacapelli portatile risale a più di 100 anni fa. È di un signore, un certo Kazanjian , che dal nome sospetto fosse di origini armene. Il direttore d’orchestra von Karajan non era armeno infatti aveva il VON, che si pronuncia fon, davanti ed era austriaco di origini greche. Aggeggio ingegnoso quello di Kazajian, l’armeno; quasi quasi da recuperare per il segmento eco/naturista, visto che il soffio dell’aria non era alimentato da motorini elettrici ma dalla forza manuale di chi impugnava l’aggeggio. Asciugatura naturale al 100% senza elettricità.
Comunque da quando pochi anni dopo il phon di Kazanjian sono state introdotte resistenze e ventole elettriche, l’asciugacapelli portatile non ha visto per vari decenni nessun cambiamento nella sua concezione essenziale: un involucro, una resistenza elettrica, una ventola.
Una quindicina di anni fa hanno cominciato a offrire asciugacapelli con “generatori di ioni” in grado di caricare “negativamente” il capello.
Hanno aggiunto un generatore di cariche, in genere per effetto corona, con punte ad alta tensione attraverso cui l’aria fluendo dovrebbe “elettrizzare” il capello con cariche di segno opposto a quelle che secondo loro si formano per elettrotribolazione, cioè per sfregamento o collisione. Si chiama effetto corona, la Belen, che è argentina, non centra nulla; credo che lo abbia individuato Chizhevsky che essendo russo e impronunciabile non lo cita ormai più nessuno. Non so se qualche markettaro ha mai pensato di sfruttare l’immagine di Belen per publicizzare i phon con l’effetto corona.
Visto che l’idea piaceva/vendeva qualcuno si è ricordato che non c’era bisogno di altissime tensioni, che tra l’altro potrebbero generare ozono tutt’altro che benefico, bastava recuperare l’ormai dimenticato effetto termoionico. Alcuni materiali piezoelettrici poi per effetto piroelettrico possono effettivamente accumulare cariche riscaldandoli anche solo a 100°. Da qui saltano fuori i phon con la ceramica e con un colpo di genio che ha fatto godere qualche direttore marketing che voleva cavalcare l’onda della gemmologia o della cristalloterapia, quelli alla tormalina.
Sono oltre 3000 anni che l’umanità conosce i fenomeni elettrostatici, il termine eleKtron viene dal greco antico per ambra ed un “ignorantissimo” pastore greco, ma forse era macedone, scoprì che sfregandola attirava la polvere o la lanugine.
Per quanto li conosciamo bene i fenomeni elettrostatici hanno un loro fascino che ci intriga. Forse per questo i phon ionici hanno avuto un discreto successo.
La comunicazione commerciale sulla faccenda mescola le più strampalate baggianate pseudoscientifiche a qualche verità.
Una breve raccolta:
“.. carica negativamente il capello, le cariche positive allargano i capelli e li rendono meno domabili (effetto frizz) mentre le negative li compattano e li lisciano. |
“La seconda particolarità degli asciugacapelli che utilizzano gli elettroni riguarda il fatto che i capelli asciugano molto più in fretta rispetto ai tempi necessari ai phon tradizionali. Il motivo di ciò è dovuto al fatto che gli ioni negativi non asciugano l’acqua ma ne rompono le molecole in parti sempre più piccole finché queste non spariscono letteralmente.” |
Purtroppo confondendo ioni ed elettroni, gocce e molecole è anche difficile capire di cosa si stia parlando.
Senza entrare nella discussione tra molecole ionizzate e molecole rotte e ricordandosi sempre che “nulla si fa e nulla si distrugge” il tema dell’asciugatura più rapida è interessante ed in effetti potrebbe verificarsi.
“Gli asciugacapelli con tecnologia agli ioni funzionano grazie all’emissione di ioni negativi che suddividono le gocce d’acqua in particelle sempre più piccole fino a farle sparire del tutto.” |
Qui abbiamo un sorprendente paradosso, le goccioline d’acqua cariche elettricamente, con ioni che non formano legami idrogeno ecc. ecc. sono più stabili ed evaporano di meno, ma effettivamente le goccioline d’acqua cariche su una superficie idrorepellente evaporano prima.
Così si spiegano pioggia e fulmini e nello stesso tempo phon che asciugherebbero in minor tempo. Forse.
Quello che non dicono, in genere è che la ionizzazione che si forma nel flusso d’aria umida che attraversa il phon non è solo negativa. Quelli che si formano, i cosiddetti ioni, sono cluster, chiamiamoli microgocce, H+(H2O)n e cluster O2−(H2O)n dove n è un qualunque numero.
Quindi, visto che nulla si fa e nulla si distrugge, sono sia cariche positive, sia cariche negative.
“.. idratano fino al midollo, riducendo la molecola d’acqua in micro molecola e accorciando così i tempi di asciugatura.” oppure”Le particelle ioniche, infatti, anziché “soffiare via” le molecole d’acqua (come nei normali phon), le “rompono” e le “dissolvono”. L’umidità viene facilmente assorbita dal capello rendendolo lucido e morbido.” |
Le cose vanno spiegate bene, prima che qualcuno che non ha letto bene le istruzioni infili il phon nell’acqua della vasca prima di asciugarsi, per asciugarli ed idratarli contemporaneamente.
Non posso commentare questo claim pubblicitario visto che su Wikipedia la definizione di micromolecola d’acqua non è stata ancora spiegata e che mi è incompresibile come si fa ad idratare un capello che già di suo è bagnato fino al midollo mentre lo si asciuga. Forse intendono che non lo asciugano del tutto, lasciandolo idratato all’interno? Ma questo lo fa qualunque phon, visto che l’acqua superficiale evapora prima di quella all’interno del capello. Mistero.
Elettrostatica dei capelli.
I capelli per sfregamento, collisione ecc.. ( elettrotribolazione) si caricano elettrostaticamente.
Non potevo non cogliere l’occasione per un doveroso omaggio grafico alla Cristoforetti, visto che l’effetto delle cariche elettrostatiche sulla sua capigliatura è stato notato da molti.
Già gli shampoo più perfomanti e migliaia di balsami riducono questo effetto. Per chi ha voglia nella funzione “ricerca avanzata” di questo sito, selezionando “antistatic” tra gli “ingredienti” ne saltano fuori oltre 1000.
Molti agiscono lubrificando il capello con emollienti non polari, ma molti agiscono trasferendo al capello sostanze cationiche, cioè a carica positiva.
Il capello nudo e crudo ed il capello lavato e trattato non sono la stessa cosa.
La moda può avere una sua spiegazione commerciale se si pensa di sfruttare le storielle che circolano, alimentate da sette pseudoreligiose e salutistiche che considerano gli ioni negativi purificanti.
Visto la convinzione fino al fanatismo che sostiene queste tesi preferisco non parlarne, mi auguro che quando riallestiranno il Colosseo per qualche spettacolo pubblico, in programma mettano una battaglia all’ultimo sangue tra sostenitori degli ioni negativi, che lanceranno ciottoli di ambra contro i sostenitori degli ioni positivi che lanceranno biglie di vetro, i due materiali assumono carica opposta. Quando una delle squadre ha vinto sfiderà quelli della dieta acida o basica, non ricordo.
Concludendo
la comunicazione a supporto dei phon ionici è piena di argomentazioni assurde o pseudoscientifiche e non è supportata da uno straccio di prova o ricerca indipendente su cosa facciano e come lo facciano.
L’eventuale, non documentata, presenza di cariche o ioni negativi non si capisce se possa neutralizzare le eventuali cariche elettrostatiche dei capelli più di un normale pettine in metallo.
L’asciugatura, per una serie di ragioni abbastanza complesse, può essere effettivamente più rapida ammesso che si riesca a definire la velocità di asciugatura di un phon a seconda del come lo si maneggia.
Il maggior costo industriale per piccole medie serie ( 10000-50000 pcs) dei componenti necessari a generare cariche o misteriosi ioni in un phon è dell’ordine delle frazioni di euro, passata la moda si troveranno phon ionici a costi molto simili ad analoghi phon non ionici.
Se vi capita di giocare al piccolo chimico in cucina con il bimbo di 6 anni attenzione all’eco quando pronunciate IONICO.
Adesso il mio tutte le volte che gli parlo di qualcosa che riguarda la chimica si diverte a ripetermi :ionicoionicoionicoionicoionicoionico .
Rodolfo Baraldini
pubblicato 14 giugno 2015
Riferimenti:
Evaporation from water clusters containing singly charged ions.
Heat capacities evaporating charged water clusters
Molecular Dynamics Simulations on Evaporation of Droplets with Dissolved Salts
Collisional charging of water drops – D. N. Montgomery, G. A. Dawson , 1969 .
The Rayleigh instability of water drops in the presence of external electric fields – G. A. Dawson, 1970
Investigations on the Evaporation of Charged Droplets on Hydrophobic Surface
The electrostatic properties of human hair – A. C. Lunn , R. E. Evans, 1977
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