LA BUFALA delle cellule staminali vive dentro ai cosmetici
Questa moda sta passando e come al solito il fatto che una moda cosmetologica passi è un discreto indicatore della sua sostanziale inefficacia .
Ma per un certo periodo, i claims ( annunci pubblicitari ) che evidenziavano formulazioni cosmetiche CON cellule staminali erano veramente diffusi.
La scoperta delle cellule staminali e della loro funzione è stata veramente rivoluzionaria ed ha colpito l’immmaginario collettivo . Impossibile che il marketing cosmetico non se ne appropriasse.
La parola chiave ( nel marketing: keyword ) “staminale” doveva essere usata per quell’aura di innovazione, mistero, ma anche per l’aspettativa salvifica di nuovissime cure che si trascinava dietro.
Una qualunque ricerca su google oggi mostrerebbe decine di prodotti o linee cosmetiche che nel nome o nei claim fanno riferimento alle staminali.
D’altra parte il marketing cosmetico già da qualche anno cavalcava i richiami alla genetica ed al DNA per evocare una nuova efficacia formulativa.
A nulla sono servite le condanne a volte pesanti dell’AGCM, Autorità garante per la Comunicazione ed i Mercati.
Evocare l’enorme potenziale terapeutico delle cellule staminali ha una forte ricaduta sulla pubblicità di un certo tipo di cosmetico che nella sua storia comunicativa non è stato capace di differenziarsi molto dagli “elisir di lunga vita” .
Quello che sconfina nel ridicolo è il riferimento a “cellule staminali vegetali vive o attive ” , all’interno del cosmetico.
1° per ovvie ragioni di stabilità e sicurezza microbiologica, è perlomeno improbabile che in un cosmetico ci siano cellule vive.
2° Se queste ci fossero, essendo cellule vegetali, non avrebbero alcuna interazione diretta con le cellule staminali umane essendo il regno vegetale e quello animale biologicamente ( DNA) distanti .
3° Se le cellule staminali vegetali ( meristematiche ) svolgessero davvero la loro funzione ( nel regno vegetale la multipotenzialità delle cellule meristemiche è fondamentale per la pratica degli INNESTI ) non credo proprio che sarebbe un risultato estetico gradito . Anche se per’ora è fantascientifica, l’ipotesi di interazione tra cellule staminali vegetali e umane , porta come prima conseguenza l’idea della possibile proliferazione cellulare meristematica nei tessuti umani, per certi versi analoga a quella del papilloma virus.
4° se le cellule vegetali staminali ( callus o meristemi ) nel cosmetico in realtà non sono vive o attive, cosmetologicamente possiamo assumerle come analoghe alla segatura.
5° se come correttamente alcuni ( purtroppo pochi ) produttori di cosmetici dicono , si tratta in realtà di estratti da culture meristematiche, la funzionalità ed efficacia cosmetologica è legata al principio attivo ed alla concentrazione che queste culture meristemiche sviluppano.
Ben sapendo, se si hanno i minimi rudimenti di cultura botanica,che la maggioranza dei principi attivi (antiossidanti, flavonoidi, fitoestrogeni ecc..) si sviluppano maggiormente nei tessuti “maturi” più che nelle cellule meristematiche, proprio come meccanismo di difesa della pianta dalle aggressioni esterne ( CLIMA, ALIMENTAZIONE, ULTRAVIOLETTI, INSETTI ECC.. ).
Rodolfo Baraldini
Pubblicato il 12 maggio 2012
Ma per un certo periodo, i claims ( annunci pubblicitari ) che evidenziavano formulazioni cosmetiche CON cellule staminali erano veramente diffusi.
La scoperta delle cellule staminali e della loro funzione è stata veramente rivoluzionaria ed ha colpito l’immmaginario collettivo . Impossibile che il marketing cosmetico non se ne appropriasse.
La parola chiave ( nel marketing: keyword ) “staminale” doveva essere usata per quell’aura di innovazione, mistero, ma anche per l’aspettativa salvifica di nuovissime cure che si trascinava dietro.
Una qualunque ricerca su google oggi mostrerebbe decine di prodotti o linee cosmetiche che nel nome o nei claim fanno riferimento alle staminali.
D’altra parte il marketing cosmetico già da qualche anno cavalcava i richiami alla genetica ed al DNA per evocare una nuova efficacia formulativa.
A nulla sono servite le condanne a volte pesanti dell’AGCM, Autorità garante per la Comunicazione ed i Mercati.
Evocare l’enorme potenziale terapeutico delle cellule staminali ha una forte ricaduta sulla pubblicità di un certo tipo di cosmetico che nella sua storia comunicativa non è stato capace di differenziarsi molto dagli “elisir di lunga vita” .
Quello che sconfina nel ridicolo è il riferimento a “cellule staminali vegetali vive o attive ” , all’interno del cosmetico.
1° per ovvie ragioni di stabilità e sicurezza microbiologica, è perlomeno improbabile che in un cosmetico ci siano cellule vive.
2° Se queste ci fossero, essendo cellule vegetali, non avrebbero alcuna interazione diretta con le cellule staminali umane essendo il regno vegetale e quello animale biologicamente ( DNA) distanti .
3° Se le cellule staminali vegetali ( meristematiche ) svolgessero davvero la loro funzione ( nel regno vegetale la multipotenzialità delle cellule meristemiche è fondamentale per la pratica degli INNESTI ) non credo proprio che sarebbe un risultato estetico gradito . Anche se per’ora è fantascientifica, l’ipotesi di interazione tra cellule staminali vegetali e umane , porta come prima conseguenza l’idea della possibile proliferazione cellulare meristematica nei tessuti umani, per certi versi analoga a quella del papilloma virus.
4° se le cellule vegetali staminali ( callus o meristemi ) nel cosmetico in realtà non sono vive o attive, cosmetologicamente possiamo assumerle come analoghe alla segatura.
5° se come correttamente alcuni ( purtroppo pochi ) produttori di cosmetici dicono , si tratta in realtà di estratti da culture meristematiche, la funzionalità ed efficacia cosmetologica è legata al principio attivo ed alla concentrazione che queste culture meristemiche sviluppano.
Ben sapendo, se si hanno i minimi rudimenti di cultura botanica,che la maggioranza dei principi attivi (antiossidanti, flavonoidi, fitoestrogeni ecc..) si sviluppano maggiormente nei tessuti “maturi” più che nelle cellule meristematiche, proprio come meccanismo di difesa della pianta dalle aggressioni esterne ( CLIMA, ALIMENTAZIONE, ULTRAVIOLETTI, INSETTI ECC.. ).
Rodolfo Baraldini
Pubblicato il 12 maggio 2012
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