Biodegradabile ? Ecologico ? Meditazioni di un ecologista agnostico.
ANCHE SE LE FARFALLE POSSONO CON UN BATTITO D’ALI SCATENARE UNA VALANGA, NON STERMINATE LE FARFALLE !
Ho visto nascere l’ecologia. Cioè ho una età per cui ho visto comparire e diventare di uso comune il termine “ecologia”.
Già ! allora, primi anni ’60, neppure si sapeva cosa significava la parola ecologia e quando si cominciò ad utilizzarla fece scalpore e colpì l’immaginario collettivo. Ricordo anche un film “Ecologia di un delitto” che molti andarono a vedere incuriositi dal titolo di cui non si comprendeva il significato .
Sospetto che anche ora molti parlino di ecologia e di problematiche ambientali senza comprenderne bene la enorme complessità.
Una delle prime scoperte di noi “ecologisti” dilettanti della prima ora, quei pochi che hanno provato a studiare la materia, fu che l’ecologia studia sistemi complessi, a volte caotici. Tanto complessi che spesso si è portati a trarre conclusioni affrettate e semplicistiche basate su modelli molto parziali che cercano di rappresentare la realtà.
Quando Lorenz ( il metereologo, non quello che faceva da mamma agli anatroccoli ) teorizzò come un battito d’ali di una farfalla in Cile potesse essere la causa di una valanga sull’Hymalaia ( ma forse era una farfalla in Brasile che scatenava un tornado nel Texas ), teorizzò brillantemente un modello, che oggi viene citato da molti, più o meno propriamente. Non descrisse la realtà, infatti nessuna valanga si è mai staccata in Hymalaia per colpa di farfalle cilene o del fatto che qualcuno a Roma ha acceso la luce. Il modello di Lorenz descrisse abilmente come certi fenomeni ( all’interno di sistemi complessi o caotici ) fossero per lo più imprevedibili.
Per questo faccio molta fatica a esprimere valori ecologici o ambientali per i cosmetici ed i loro componenti. Pur essendo estremamente sensibile alle tematiche ambientali ed ecologiche, non vorrei che qualcuno sterminasse tutte le farfalle cilene per ridurre il rischio di valanghe.
Questa premessa un po’ lunga per approfondire la risposta a Margot che chiedeva:
… dato che per assoluti non possiamo parlare, possiamo dire che tendenzialmente le sostanze sintetiche creano problemi a livello ambientale e sono quindi tendenzialmente più nocive di composti costituiti da molecole presenti in natura? Quale è la tua opinione al riguardo ?
Con la premessa che di ecologia e di scienze ambientali evidentemente non ne capisco molto, la mia opinione è che:
Non possiamo dire in assoluto che le sostanze sintetiche creano problemi a livello ambientale né possiamo dire che sono tendenzialmente più nocive di composti da molecole presenti in natura.
La naturalissima ricina è sicuramente più tossica del polypropilene e la sintesi chimica è un processo con cui si possono realizzare sostanze di tutti i tipi: tossiche e non tossiche, degradabili e non degradabili, presenti in natura ( ma la vulgata del “presenti in natura” è un nonsense da definire ) e non presenti in natura.
Marketing, mode e tifoserie ecologiste danno per certi ed assodati argomenti e convincimenti che mi piacerebbe fossero verificati con un approccio scientifico.
Mi restano i miei dubbi. Sul cosmetico con valenze ecologiche mi pongo e pongo a chi legge alcune domande.
Sono passati ormai più di 8 e 6 anni da quando posi domande analoghe nel forum di Fabrizio Zago e in quello di Lola.
Da allora il mercato del cosmetico che vanta meriti o qualità ecologiste è aumentato notevolmente, ma la risposta alle mie domande io non l’ho ancora trovata.
1° Perché sono considerati, e a volte certificati, come ecologici tutti quei cosmetici che non contengono neppure un milligrammo di paraffina ma utilizzano contenitori in plastica non biodegradabile?
2° Perché sono considerati, e a volte certificati, come ecologici filtri solari come l’Ossido di Zinco che hanno un impatto NEGATIVO sulla biologia acquatica (ittiotossici) ?
3° Sono più degradabili 500mg di silicone ( inci:DIMETHICONE) o una bottiglia di vetro ?
Rodolfo Baraldini
pubblicato 29 gennaio 2014
articoli correlati:GREENWASHING : la saga delle ECO-BUFALE COSMETICHE :
Ho visto nascere l’ecologia. Cioè ho una età per cui ho visto comparire e diventare di uso comune il termine “ecologia”.
Già ! allora, primi anni ’60, neppure si sapeva cosa significava la parola ecologia e quando si cominciò ad utilizzarla fece scalpore e colpì l’immaginario collettivo. Ricordo anche un film “Ecologia di un delitto” che molti andarono a vedere incuriositi dal titolo di cui non si comprendeva il significato .
Sospetto che anche ora molti parlino di ecologia e di problematiche ambientali senza comprenderne bene la enorme complessità.
Una delle prime scoperte di noi “ecologisti” dilettanti della prima ora, quei pochi che hanno provato a studiare la materia, fu che l’ecologia studia sistemi complessi, a volte caotici. Tanto complessi che spesso si è portati a trarre conclusioni affrettate e semplicistiche basate su modelli molto parziali che cercano di rappresentare la realtà.
Quando Lorenz ( il metereologo, non quello che faceva da mamma agli anatroccoli ) teorizzò come un battito d’ali di una farfalla in Cile potesse essere la causa di una valanga sull’Hymalaia ( ma forse era una farfalla in Brasile che scatenava un tornado nel Texas ), teorizzò brillantemente un modello, che oggi viene citato da molti, più o meno propriamente. Non descrisse la realtà, infatti nessuna valanga si è mai staccata in Hymalaia per colpa di farfalle cilene o del fatto che qualcuno a Roma ha acceso la luce. Il modello di Lorenz descrisse abilmente come certi fenomeni ( all’interno di sistemi complessi o caotici ) fossero per lo più imprevedibili.
Per questo faccio molta fatica a esprimere valori ecologici o ambientali per i cosmetici ed i loro componenti. Pur essendo estremamente sensibile alle tematiche ambientali ed ecologiche, non vorrei che qualcuno sterminasse tutte le farfalle cilene per ridurre il rischio di valanghe.
Questa premessa un po’ lunga per approfondire la risposta a Margot che chiedeva:
… dato che per assoluti non possiamo parlare, possiamo dire che tendenzialmente le sostanze sintetiche creano problemi a livello ambientale e sono quindi tendenzialmente più nocive di composti costituiti da molecole presenti in natura? Quale è la tua opinione al riguardo ?
Con la premessa che di ecologia e di scienze ambientali evidentemente non ne capisco molto, la mia opinione è che:
Non possiamo dire in assoluto che le sostanze sintetiche creano problemi a livello ambientale né possiamo dire che sono tendenzialmente più nocive di composti da molecole presenti in natura.
La naturalissima ricina è sicuramente più tossica del polypropilene e la sintesi chimica è un processo con cui si possono realizzare sostanze di tutti i tipi: tossiche e non tossiche, degradabili e non degradabili, presenti in natura ( ma la vulgata del “presenti in natura” è un nonsense da definire ) e non presenti in natura.
Marketing, mode e tifoserie ecologiste danno per certi ed assodati argomenti e convincimenti che mi piacerebbe fossero verificati con un approccio scientifico.
Mi restano i miei dubbi. Sul cosmetico con valenze ecologiche mi pongo e pongo a chi legge alcune domande.
Sono passati ormai più di 8 e 6 anni da quando posi domande analoghe nel forum di Fabrizio Zago e in quello di Lola.
Da allora il mercato del cosmetico che vanta meriti o qualità ecologiste è aumentato notevolmente, ma la risposta alle mie domande io non l’ho ancora trovata.
1° Perché sono considerati, e a volte certificati, come ecologici tutti quei cosmetici che non contengono neppure un milligrammo di paraffina ma utilizzano contenitori in plastica non biodegradabile?
2° Perché sono considerati, e a volte certificati, come ecologici filtri solari come l’Ossido di Zinco che hanno un impatto NEGATIVO sulla biologia acquatica (ittiotossici) ?
3° Sono più degradabili 500mg di silicone ( inci:DIMETHICONE) o una bottiglia di vetro ?
Rodolfo Baraldini
pubblicato 29 gennaio 2014
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