martedì 28 giugno 2016

Solari 2016 a confronto – introduzione

Solari 2016 a confronto – introduzione

Solari 2016 a confronto – introduzione

Carrellata sui solari 2016. Nella Prima puntata:Solari 2016 a confronto (13 prodotti da supermercato), ho confrontato solo i prodotti corpo SPF30 nel canale della grande distribuzione per mantenere il prezzo al litro sotto a circa 100€. La tabella con i prodotti è in una pagina separata per non appesantire troppo questa. I solari, anche delle stesse marche, distribuiti attraverso altri canali possono, con sconti e promozioni avvicinarsi ai prezzi più convenienti della grande distribuzione, ma solo eccezionalmente. Visto che non sono di quelli che ama passare qualche ora passeggiando negli ipermarket ho cercato dati nei siti di vendita on line delle grandi catene. A parte Coop, dove l’e-commerce dei solari risulta decisamente trascurato e poco fruibile, sia Esselunga ( il sito on line più completo e pratico) che Carrefour forniscono una offerta on line molto ampia e con sufficienti informazioni. Raccomandazioni
Vestiti macchiati
Formulazioni
Cien
Delice
Coop
Esselunga
Nivea
Clinians
Garnier
Bilboa
L’Oreal
Omialab
Hawaiian
Angstrong
Piz buin
La valutazione di un cosmetico considerando solo la lista ingredienti può portare a grossolani equivoci, anche per un esperto. Comunque il consumatore si deve affidare ad una marca e per valutare l’affidabilità della marca può essere più utile valutare altri fattori: le dimensioni del gruppo industriale, il rigore e la correttezza nella comunicazione commerciale, l’attenzione per
Nel confronto ho messo in evidenza le avvertenze, le eventuali difformità rispetto alla raccomandazione del 2006 ed il problema dei possibili danni ai vestiti. Sullo scaffale del market, sono rilevabili prezzi a volte più bassi di quelli rilevabili on-line. Visto che il confronto dei prezzi è rilevante, ho specificato quando il prezzo era rilevato in siti diversi da quello assunto come fonte dei dati. I prezzi Coop sono tutti da scaffale (rilevati in un iperCoop a Ferrara nella settimana 5-12 maggio).
Quando potevo pubblicare più prezzi ho specificato il prezzo al litro di quello più basso. Alcuni ipermarket e siti online della grande distribuzione hanno anche in vendita marche, posizionate nel canale farmacia, che non esitano a vendere anche negli ipermarket, fuori dal corner farmacia. Avendo posizionamenti diversi non le ho inserite nel confronto con i prodotti da supermarket.
Quasi tutti i prodotti utilizzano l’avobenzone, Butyl methoxydibenzoylmethane, di cui sono noti i problemi di stabilità, per allargare lo spettro di assorbimento degli ultravioletti anche nel campo degli UVA.
Anche se vantare valenze extrafunzionali come quelle ambientaliste, è un fenomeno in crescita, non ho trovato in nessun prodotto avvertenze d’uso che rilevassero i rischi ambientali ed ecotossicologici dei prodotti solari.
Raccomandazione disattesa

Il cerchietto con inscritto UVA informa il consumatore sul fatto che la protezione dagli UVA è almeno 1/3 del SPF dichiarato
Ormai 10 anni fa la Commissione europea ha redatto una RACCOMANDAZIONE sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle relative indicazioni. Si tratta di una raccomandazione, non certo di un obbligo di legge, ma la sua autorevolezza è indiscutibile, considerato poi che il regolamento, entrato in vigore successivamente, non interviene sulla materia. Lo scopo dichiarato era contribuire a un livello elevato di tutela della salute, fornendo orientamenti sulle indicazioni relative all’efficacia dei prodotti per la protezione solare. Quasi tutti i prodotti distribuiti nella grande distribuzione fanno riferimento alla “raccomandazione” pubblicando sul prodotto e a volte nei siti web una sintesi delle avvertenze. Alcune delle indicazioni contenute nella raccomandazione sono invece disattese o interpretate molto liberamente.
Così abbiamo sul mercato:

solari con SPF 100la raccomandazione indica il valore massimo pari a 50+
il numero dell’SPF scritto a caratteri giganteschi contro la categoria (ad es. ALTA ), appena leggibileLa categoria dovrebbe figurare sull’etichetta in maniera altrettanto visibile del fattore di protezione solare
lo stesso SPF a volte è chiamato FP a volte IPnessuna norma specifica il significato di queste sigle diverse, si dà per scontato che i consumatori intendano esattamente di cosa si parla
filtri dichiarati come fotostabilinon esiste una norma europea che definisca la fotostabilità dei filtri solari, nel tempo e una volta applicati sulla pelle, ed al consumatore nessuno dice se il prodotto va riapplicato ogni 20 minuti o ogni 2 ore in caso di lunga esposizione al sole
i prodotti dichiarano che filtrerebbero anche gli UVA ma senza il piccolo marchio che era stato stabilitoQuando il filtraggio UVA è almeno un terzo di quello UVB dovrebbe comparire il cerchietto con inscritta la scritta UVA
i prodotti specificano una protezione senza indicarne i limitiil consumatore dovrebbe essere avvisato sul fatto che l’SPF è calcolato applicando quantità di prodotto molto superiori a quelle tipicamente applicate e che la protezione una volta applicata dura un tempo limitato.
Se la raccomandazione di fornire indicazioni sui prodotti per la protezione solare semplici, chiare, pertinenti e basate su criteri normalizzati e riproducibili è spesso disattesa, non penso che accada per “disattenzione” dei produttori.
Vestiti macchiati

Cresce la sensibilità sul problema dei solari che macchiano irrimediabilmente i vestiti
Le marche distribuite attraverso la grande distribuzione sono più suscettibili alle contestazioni dei consumatori. Prima di tutto perché si rivolgono ad una platea più ampia, poi perché l’intermediario, l’ipermarket, quasi sempre ha adottato procedure di qualità e di gestione delle contestazioni che tendono a fidelizzare il consumatore con un “ascolto” particolarmente attento alle contestazioni. In Coop mi è capitato di rendere e farmi sostituire di tutto senza praticamente nessun problema. Quindi un problema come quello di vestiti irrimediabilmente macchiati dai solari di cui ho parlato più approfonditamente qui, non può essere trascurato, visto che può portare a richieste di risarcimento danni. Molte marche hanno aggiunto specifiche avvertenze, quelle che non l’hanno fatto non significa che garantiscano che il prodotto non macchi i tessuti.

Formulazioni
Il regolamento europeo stabilisce che non si possano utilizzare filtri UV e conservanti non elencati negli appositi allegati.
Inoltre una buona formulazione di un solare tende a ridurre la eventuale penetrazione transcutanea.
Insomma! le possibili variazioni e innovazioni formulative sono normalmente poche.
Ciò nonostante alcune marche offrono prodotti autoconservanti, cioè dove la stabilizzazione microbica non è garantita da ingredienti classificati come conservati dalla normativa, e sistemi filtranti con l’effetto booster, cioè dove l’SPF viene elevato da coformulati non classificati cone filtri UV. Il ragionamento può essere border line, alla luce del divieto di utilizzare conservanti e filtri non elencati nell’allegato. In sostanza nessuno può processare le intenzioni del formulatore che dichiara di aver utilizzato l’etilexilglicerina come umettante o il gammaorizanolo come antiossidante.
Qualche perplessità la possono creare in un solare sistemi autoconservanti che utilizzano massicciamente ingredienti che possono permeare o disturbare la barriera cutanea.
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Rodolfo Baraldini
pubblicato 7 maggio 2016
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