MYTH-BUSTER : creme al Coenzima Q10, ma quanto ce ne è dentro ?
Tra gli ingredienti TOTEM nel cosmetico da alcuni anni primeggia il Coenzima Q10 di cui si vantano proprietà antirughe, antiinvecchiamento ecc.
La moda cosmetica è partita con la pubblicazione di una ricerca
“Coenzyme Q10, a cutaneous antioxidant and energizer” pubblicata su Biofactor dove si vantavano i vantagggi nell’utilizzo topico e cosmetico del coenzima Q10.
A ben leggere la ricerca, oltre che essere “pro domo sua” , visto che Beiersdorf non è altro che la casa madre del marchio NIVEA, principale utilizzatore del Q10 come ingrediente TOTEM, manca delle normali procedure di validazione ( falsificazione-doppio cieco ecc.. ) che normalmente si richiedono ad una ricerca scientifica.
Altre ricerche successive ( Journal of Cosmetic Dermatology, Marzo 2006, pg. 30–38 – Biofactors, Sett.-Ott. 2009, pg. 435–441; Journal of Investigative Dermatology, 2005, volume 125, n. 4, pg. 12–13; and Journal of Dermatological Science, Agosto 2001, Supplemento, pg. 1–4 ) hanno confermato un importante contributo come azione antiossidante nell’applicazione topica del Q10.
Queste ricerche non hanno però assolutamente indicato il Q10 topico come un antiossidante più efficace di altri comunemente utilizzati in cosmesi, nè hanno dimostrato che l’azione anti-ossidante, in quanto tale, si possa considerare una azione anti-rughe.
Fin qui , niente di strano; un buon ingrediente cosmetico, una efficacia “relativa” documentata da qualche studio, anche se senza grandi riscontri o validazioni, comunque ottime formulazioni…. Dove è che si infrange il mito, giungendo in certi casi a correre il rischio di trasformarsi in bufala cosmetica ?
SEMPLICE ! tutte le ricerche parlano di efficacia con concentrazioni Q10 che vannno dallo 0,3% al 0,5%, fino al 1% e oltre.
Il Q10 è un ingrediente con una intensa colorazione giallo arancio- che all’1% darebbe alla crema una tonalità giallo-tuorlo d’uovo, al limite della non usabilità ( sporcherebbe i vestiti ).
Già allo 0,1% ( dosaggi inferiori a quelli per cui è stata pubblicata la presunta efficacia ) la colorazione diventa quella di una pallida maionese, giallino chiaro.
Peccato che pochissime delle creme sul mercato al Q10 siano gialle o gialline. Lo standard è un bianco candidissimo che fa presumere concentrazioni di Q10 molto inferiori allo 0,3% della prima ricerca.
Quindi in questo caso, non solo l’ingrediente TOTEM, quello che fa vendere la crema che ne vanta l’utilizzo, non ha poi tutte quelle miracolistiche funzioni ed efficacie di cui il marketing costruisce abilmente l’aspettativa, ma la concentrazione d’utilizzo è molto inferiore di quella testata .
E’ LA DOSE CHE FA IL VELENO ED IL RIMEDIO- MA IN QUESTO CASO FA ANCHE IL COLORE.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 11 maggio 2012
La moda cosmetica è partita con la pubblicazione di una ricerca
“Coenzyme Q10, a cutaneous antioxidant and energizer” pubblicata su Biofactor dove si vantavano i vantagggi nell’utilizzo topico e cosmetico del coenzima Q10.
A ben leggere la ricerca, oltre che essere “pro domo sua” , visto che Beiersdorf non è altro che la casa madre del marchio NIVEA, principale utilizzatore del Q10 come ingrediente TOTEM, manca delle normali procedure di validazione ( falsificazione-doppio cieco ecc.. ) che normalmente si richiedono ad una ricerca scientifica.
Altre ricerche successive ( Journal of Cosmetic Dermatology, Marzo 2006, pg. 30–38 – Biofactors, Sett.-Ott. 2009, pg. 435–441; Journal of Investigative Dermatology, 2005, volume 125, n. 4, pg. 12–13; and Journal of Dermatological Science, Agosto 2001, Supplemento, pg. 1–4 ) hanno confermato un importante contributo come azione antiossidante nell’applicazione topica del Q10.
Queste ricerche non hanno però assolutamente indicato il Q10 topico come un antiossidante più efficace di altri comunemente utilizzati in cosmesi, nè hanno dimostrato che l’azione anti-ossidante, in quanto tale, si possa considerare una azione anti-rughe.
Fin qui , niente di strano; un buon ingrediente cosmetico, una efficacia “relativa” documentata da qualche studio, anche se senza grandi riscontri o validazioni, comunque ottime formulazioni…. Dove è che si infrange il mito, giungendo in certi casi a correre il rischio di trasformarsi in bufala cosmetica ?
SEMPLICE ! tutte le ricerche parlano di efficacia con concentrazioni Q10 che vannno dallo 0,3% al 0,5%, fino al 1% e oltre.
Il Q10 è un ingrediente con una intensa colorazione giallo arancio- che all’1% darebbe alla crema una tonalità giallo-tuorlo d’uovo, al limite della non usabilità ( sporcherebbe i vestiti ).
Già allo 0,1% ( dosaggi inferiori a quelli per cui è stata pubblicata la presunta efficacia ) la colorazione diventa quella di una pallida maionese, giallino chiaro.
Peccato che pochissime delle creme sul mercato al Q10 siano gialle o gialline. Lo standard è un bianco candidissimo che fa presumere concentrazioni di Q10 molto inferiori allo 0,3% della prima ricerca.
Quindi in questo caso, non solo l’ingrediente TOTEM, quello che fa vendere la crema che ne vanta l’utilizzo, non ha poi tutte quelle miracolistiche funzioni ed efficacie di cui il marketing costruisce abilmente l’aspettativa, ma la concentrazione d’utilizzo è molto inferiore di quella testata .
E’ LA DOSE CHE FA IL VELENO ED IL RIMEDIO- MA IN QUESTO CASO FA ANCHE IL COLORE.
Rodolfo Baraldini
pubblicato 11 maggio 2012
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