mercoledì 12 agosto 2015

PUNTI NERI, come toglierli e ingredienti comedogenici.

PUNTI NERI, come toglierli e ingredienti comedogenici.

PUNTI NERI, come toglierli e ingredienti comedogenici.


Viola mi chiedeva di affrontare il discorso punti neri : ” ci sono cosmetici per eliminarli ? …. ci sono ingredienti che li provocano ? “.
Di procedure e cosmetici per combattere la formazione di punti neri tutti ne parlano. E’ nota l’importanza e l’efficacia delle diete e dello stile di vita, oltre che della cura e detersione della pelle per “prevenirli”, ma interessa anche il come trattarli una volta che si sono formati .
Procedure estetiche-cosmetiche per rimuovere i punti neri esistono e sono efficaci.

Rimozione dei punti neri.

Le procedure di rimozione dei punti neri sono varie e in certi casi istintive o tramandate da insegnamenti famigliari.
Normalmente li si spreme fuori con le dita ( erroneamente alcuni con le unghie ).
Alcuni ferretti estrai comedoni sono particolarmente efficaci, anche perché possono estrarre i punti neri da aree che con le dita si raggiungono con difficoltà o proprio non si raggiungono (es. il dotto e padiglione auricolare ) .

Allargare anzichè Stringere

La spremitura meccanica richiede sempre massima cura nella “sepsi” ovvero massima pulizia anti-microbica.
Ha il difetto di poter infiammare l’area, specie quando si insiste a spremere con insistenza e energia. La forza eccessiva può produrre a volte anche la rottura dei capillari attorno al punto nero.
Potendo, specialmente professionisti come le estetiste , possono ammorbidire la pelle ed il tappo occlusivo del comedone con il vapore.

Scollare e solo dopo Stringere
Pochi sanno, anche tra i/le professioniste, che in caso di tappi particolarmente voluminosi e consistenti, la manovra con le dita che deve precedere la spremitura è la dilatazione del poro . Questa , più che con il vapore si ottiene posizionando le dita ai lati del punto nero, allargando con un movimento alternato in su e giù dei polpastrelli. Questa manovre possono portare all’espulsione del comedone prima ancora che si passi alla “spremitura” , irritando molto meno la pelle.
 

L’estrazione cosmetica invece sfrutta delle strip , dei cerotti, frutto di un brevetto Kao-Biorem, commercializzato in Italia da Nivea.
La procedura di estrazione con il cerotto è molto simpatica e francamente, quando uscirono, pensavo che il prodotto avrebbe avuto un grande successo.
Forse perché alcuni modelli strappavano eccessivamente la pelle, forse perché il costo non è percepito come adeguato al risultato ( la rimozione ovviamente non può essere della totalità dei punti neri ) il prodotto vende , ma non “spacca”.
Vediamo come funziona.
L’idea non è particolarmente originale visto che da molti anni alcuni test dermatologici vengono eseguiti rimuovendo la superficie della pelle, ma anche i comedoni, applicando un forte adesivo ( ad esempio un cianoacrilato ) e analizzando cosa resta attaccato alla strip .
Nell’utilizzo cosmetico, il “trucco” è applicare un film che diventa adesivo sul momento aggiungendo acqua.
Nel caso delle ultime strip Nivea il composto principale è un gellante policationico, il Polyquaternium-37.
Questo in pellicola opportunamente dosato con altri ingredienti, torna appiccicoso o gel alla semplice aggiunta di acqua.
L’adesività cationica del gel è garantita dai sali ( ammonio quaternario ) al centro del polimero che caricano negativamente il gel che si viene a formare.
L’effetto di un gel di polyquaternium-37 sulla pelle è sempre piacevole: liscia e setifica come molti gel cationici.
Per questo l’utilizzo dei cerotti rimuovi-comedoni lascia anche una pelle liscia e “bella”.
Sul cerotto, in funzione di quanta acqua si aggiunge e di quanto lo si lascia asciugare, si forma un film adesivo a cui, quando lo si rimuove, restano attaccati i punti neri e un pochino di cellule morte.
La formulazione prevede anche dei tensioattivi siliconici , es. Peg12-Dimetichone, che hanno la funzione di rendere più “gradevole”  e meno doloroso lo strappo.
Si tratta di un bel prodotto con fior fiore di ricerca alle spalle.
Pensando di autoprodursi rimedi del genere con strip spalmate di Colofonia, PVP o Collagene ( colla di pesce ) si ottengono risultati molto molto inferiori se non disastrosi, soprattutto perché manca l’adesività cationica.
Al massimo l’ingrediente per creare un gel policationico/acido che si potrebbe testare in autoproduzione è il chitosano.

Finitura.

Parlando qui, del sebo e del mito dell’effetto rimbalzo, evidenziavo la funzione reservoir dei dotti pilosebacei.
In sostanza tutti i dotti pilosebacei hanno la funzione che in termoidraulica viene chiamata “polmone”, di accumulare sebo che viene prodotto con una velocità sostanzialmente costante e si diffonde passivamente più o meno rapidamente sulla pelle .
Nei comedoni l’accumulo è maggiore a causa del tappo che ha impedito o rallentato il progressivo svuotamento dei reservoirs.
Una volta rimosso il tappo e svuotato gran parte del dotto, l’applicazione e sfregamento di un tonico a base alcolica può indurre l’effetto “rimbalzo immediato” che comporta un maggiore svuotamento dei reservoirs ed una più rapida diffusione del poco sebo rimasto sulla pelle.

Ingredienti Comedogenici

L’argomento meriterebbe un approfondimento VISTO CHE HA POCO SENSO PARLARE DI INGREDIENTI COMEDOGENICI.
Sintetizzando:
La presenza di ingredienti comedogenici non comporta che un cosmetico sia comedogenico.
La maggioranza delle liste che circolano su internet che demonizzano come comedogenici alcuni ingredienti cosmetici mancano totalmente di base scientifica e di riferimenti a ricerche verificabili.
Molti dei vecchi test di comedogenicità fatti su animali ( sulle orecchie dei conigli ) non hanno avuto conferma nei test sull’uomo .


Rodolfo Baraldini

Pubblicato il 20 settembre 2013
 

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